Analisi della concorrenza: cos’è, come farla e perché serve
Creare una strategia aziendale veramente efficace necessita di una serie di passaggi, l’analisi della concorrenza è uno di questi. Impara a conoscere il mercato e i tuoi competitor.
Paola Palmieri 30/04/2021 0
Cos’è l’analisi della concorrenza
Nel settore del marketing l’analisi della concorrenza non è altro che l’osservazione di scelte e strategie delle imprese dei competitor in un ben definito segmento di mercato. Ora, questa analisi si rivela davvero preziosa per poter migliorare la tua strategia aziendale. Perché?
Perché se attuata correttamente permette di evitare di inciampare in alcuni tra i più comuni errori o, meglio, di poterti ispirare alle best practice dei concorrenti.
Spesso si tende a non sviluppare un’adeguata analisi della concorrenza e questo essenzialmente per due ragioni:
- o per risparmiare denaro
- o, peggio ancora, sottovalutando il potere che ha.
Se ti stai chiedendo come farla, prosegui pure nella lettura: ti sveleremo ogni segreto.
Come fare l’analisi della concorrenza in 3 step
Per fare un’adeguata analisi della concorrenza è bene rivolgersi a dei professionisti del settore, in questo caso, a delle vere e proprie agenzie che si occupano di questo. Iniziamo insieme con l’individuare i tre passaggi fondamentali da compiere:
- determinare il segmento di mercato in cui si opera e il tipo di prodotto o servizio che si propone;
- sulla base del passaggio precedente, selezionare quali possono essere i principali competitor in azione;
- individuare quali sono le strategie portate avanti dai competitor, mettendo in evidenza punti di debolezza e punti di forza.
Tutto parte dall’individuare i tuoi competitor che è molto più semplice di quanto tu possa credere: o fai ricerche in rete, inserendo luogo e tipologia di impresa, o quattro passi a piedi nella zona in cui operi per scovare e studiare i tuoi eventuali competitor.
I vantaggi
Il vantaggio principale di ricorrere all’analisi della concorrenza è quello di entrare in possesso di alcuni dati e informazioni utili ad aggredire il mercato. Non tralasciare elemento alcuno – bilancio, saldo, soci – e procedi scrupolosamente nella raccolta dei dati che poi trasferirai in tabelle che saranno il tuo punto di riferimento.
Vediamo insieme, una volta raccolte più informazioni possibili, come procedere all’analisi della concorrenza vera e propria riordinando ed elaborando tutti i dati. Pronto a scoprirlo?
L'elaborazione dati
Il metodo migliore è quello di creare tabelle, grafici o fogli di calcolo che possano aiutarti a capire meglio la situazione delle imprese concorrenti e le differenze che ci sono con la tua. Solitamente si punta a mettere in evidenza i prodotti venduti, il fatturato, il tasso di rischio, il ROI (ritorno sugli investimenti) e così via.
In concreto, per confrontare il tuo business con quelle di altre aziende dovrai considerare i ricavi e rapportarli a:
• stesso orizzonte temporale
• stessa valuta
• fattori strutturali.
I dati oggettivi sono un importante elemento da cui partire per la propria indagine ma ad essi possiamo affiancare anche considerazioni personali, ossia dati soggettivi preziosi per strutturare una strategia ad hoc.
Al termine dell’analisi è doveroso fermarsi a riflettere su dove è più opportuno intervenire per migliorare il business e colmare gap esistenti: procedi per obiettivi. Per essere più competitivo che ne dici di affidarti al modello di Porter? Ne hai già sentito parlare?
Analizza la tua azienda con il modello delle 5 forze competitive
Con questo modello, detto anche analisi della concorrenza allargata, puoi individuare le forze che, con la loro azione, erodono la redditività a lungo termine delle imprese. Individuarle il prima possibile permette all’impresa di fronteggiarle adeguatamente.
Gli attori di tali forze sono:
• Concorrenti diretti
• Potenziali concorrenti
• Fornitori
• Clienti
• Produttori di beni sostitutivi che pur producendo prodotti diversi possono intercettare e soddisfare i bisogni dei clienti.
L’analisi della concorrenza è fondamentale per migliorare la tua strategia: qual è la tua esperienza personale? Scrivicelo pure nei commenti e non perderti i prossimi appuntamenti con il marketing e non solo.
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Paola Palmieri 26/02/2021
Marketing omnichannel: cos’è e perché è importante
Un tipo di approccio al marketing e alle vendite è quello che viene definito omnichannel vale a dire un modo per avvicinarsi al cliente fornendogli un’esperienza fluida, continua e senza interruzione alcuna. Il cliente, infatti, può decidere di effettuare acquisti comodamente da casa sfruttando il canale online del tuo e-commerce (tramite cellulare, pc o altro dispositivo) o, al contrario, di farlo fisicamente recandosi presso il punto vendita prescelto.
L’omnicanalità è appunto questo: un’azione sinergica ed un’esperienza integrata. Vediamola più da vicino.
Marketing omnichannel: cos’è
Per un’azienda puntare su un tipo di marketing omnichannel si traduce spesso in una scelta vincente perché, come definizione vuole, “per il consumatore non esiste più una netta distinzione tra spazio fisico e spazio virtuale” e dunque la relazione con il brand può avvenire in ogni tempo e in ogni luogo.
Questo tipo di strategia risulta essere molto efficace quando reparto marketing, sales e customer service si fondono dando di sé un’immagine univoca. Quale la differenza con il marketing multicanale? Scopriamolo di seguito.
Differenza con il marketing multicanale
Mentre con il marketing omnichannel si parla di integrazione e sinergia tra i canali di comunicazione e quelli di vendita, con la multicanalità essi appaiono piuttosto slegati tra loro. O meglio, concretamente sia chi usa l’omnicanalità sia chi punta sulla multicanalità ha dei canali di comunicazione con i clienti vale a dire siti, social, blog ecc. solo che:
1. nel primo caso c’è una buona progettazione e tramite queste piattaforme si riesce a dialogare con il cliente in maniera fluida
2. nel secondo caso (vale a dire quello della multicanalità) il risultato non è di perfetta integrazione per cui il messaggio giunge incoerente ed inefficace.
Marketing omnichannel: il segreto del suo successo
Per buttar giù delle idee per un buon marketing omnichannel ci deve guidare sostanzialmente ciò che vuole il cliente. La customer experience è tutto ciò che conta per questo è bene progettare un’esperienza con delle offerte ad hoc.
Il consumatore, infatti, premia il brand qualora si senta al centro dell’attenzione e coccolato: largo ad offerte e a promozioni dedicate che conquisteranno il cuore dei clienti. Stando a delle indagini effettuate negli anni scorsi si evince come quasi il 50% dei clienti faccia acquisti di impulso sotto la spinta di un’esperienza cucita su misura per loro: gusti e preferenze.
Il segreto sta tutto in un lavoro sinergico tra i vari comparti all’interno dell’azienda, si parte da dati per offrire proposte coerenti ai propri clienti. Veniamo ai vantaggi.
Vantaggi del marketing omnichannel
Impostando una buona strategia di marketing di questo tipo, diversi sono i vantaggi di cui potrai godere. Vediamone alcuni:
• offerta personalizzata
• diminuzione dei costi
• aumento dei guadagni
• incremento della lealtà dei clienti.
Ma cosa vogliono al giorno d’oggi i consumatori che il marketing omnichannel riesce loro a dare? Scopriamolo insieme.
Cosa vogliono i consumatori
Stando a varie indagini del settore risulta che il consumatore prima di procedere all’acquisto ha bisogno di:
• sapere che c’è un punto di riferimento sempre cioè che possono contare su un addetto del servizio clienti
• ricevere assistenza in tempo reale
• ricavare tutte le informazioni di cui hanno bisogno senza le quali perdono di interesse
• un servizio impeccabile.
Il caso Sephora
Un caso su tutti di marketing omnichannel perfettamente riuscito è quello che vede la multinazionale delle profumerie francese mettere in campo strategie ad hoc rivolte ai clienti. Sephora, infatti, dà la possibilità ai propri clienti di vivere un’esperienza unica creando un account e immergendosi nel virtuale in beauty experience e sessioni di trucco che possono continuare poi in negozio.
Se hai trovato spunti interessanti nel corso della lettura del nostro articolo, programma anche tu la tua strategia omnichannel e continua a seguirci con i prossimi appuntamenti di marketing e non solo. Se hai dubbi, perplessità o pura curiosità contattaci pure, saremo felici di risponderti.
Gabriella Avallone 22/05/2021
Dove c’è marketing c’è casa: la storia di IKEA
Se pensi all’arredo di casa è difficile non fare prima un giro da IKEA, una della più grandi realtà mondiali dell’arredamento. Il pensiero sorge spontaneo ed immediato perché oltre ad avere una vastissima scelta di arredi, Ikea è pratica. Puoi comprare il mobile che vuoi, montarlo tu stesso. Inoltre la scelta degli interni è vastissima, ha molti stili differenti e sicuramente anche il tuo. Per non parlare poi dei prezzi vantaggiosi rispetti ai suoi competitor.
Ma la maggior parte di questo successo non sono i prodotti IKEA bensì la strategia di comunicazione e marketing che c’è dietro.
Vediamo la storia di IKEA
Ikea nasce in Svezia nel 1945 ad Älmhult, grazie a Ingvar Kamprad, suo fondatore. La sigla è l’acronimo di Ingvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd, ovvero il nome e cognome del fondatore, più il nome della fattoria di famiglia (Elmtaryd) e persino del paese in cui egli è cresciuto (Agunnaryd).
La società ha sempre avuto un grande legame con il paese d’origine e lo mantiene ancora oggi attraverso i colori del blu e del giallo della bandiera svedese, nello stile e nella filosofia di vita: non sprecare nulla. È proprio grazie all’attenzione ai costi superflui, ai prezzi bassi e l’essere così accessibile che Ikea oggi è uno dei brand più conosciuti dell’interno pianeta.
La strategia marketing Ikea
A far classificare Ikea tra i Love Brand la strategia integrata che nel tempo ha saputo sfruttare tutti gli strumenti tradizionali di comunicazione sia online che offline.
Se Ikea non viene vista solo con un fornitore di arredi ed accessori ma come un vero e proprio fornitore di contenuti è la strategia di content marketing.
In primis è stata la prima tra le aziende a promuovere contenuti che rispecchiassero la mission aziendale, dai valori al design, i servizi ed i rapporti interni del team di lavoro. Life Improvement Store è infatti, da sempre, il motto aziendale.
Lo storytelling
Il catalogo di Ikea non è mai stato un raccoglitore di prodotti presenti in store ma bensì anche il modo tramite il quale il brand si raccontava ed entrava nelle case della gente. Lo storytelling è una delle ragioni di successo delle sue campagne.
Basti pensare che le copie stampate ogni anno sono oltre 200 milioni, diverse centinaia di pagine, in oltre 38 edizioni in almeno 17 lingue differenti. Tutto questo non fa del catalogo Ikea una semplice brochure ma bensì la storia di un brand a portata di mano.
Il Catalogo Ikea è stato considerato uno degli oggetti di comunicazione più potenti che ci sia mai stato, ancora oggi studiato per via del suo geniale modo di raccontare storie e momenti di vita di tutti i giorni. Un’invenzione che va ben oltre un semplice raccoglitore di prodotti e prezzi.
L’innovazione
Il brand è legato alla tradizione e alla voglia di raccontarsi ma si mette ogni anno in gioco per crescere in ambito di innovazione. Questo è alla vista di tutti attraverso il Catalogo Ikea ora interattivo, attraverso l’app IKEA Place che permette di provare gli arredamenti nelle stanze della propria casa in 3D sfruttando la tecnologia AI, intelligenza artificiale per la realtà aumentata.
Campagne Marketing
Tra le campagne più rinomate, il video lanciato nel 2015, in concomitanza con l’ultima invenzione Apple. Il video divenuto ben presto virale, mostrava la poesia dello sfogliare con le mani la carta del catalogo, sentendola tra le dita, una pubblicità in netto contrasto con gli eBook. Oppure milioni di pubblicità cartacee e cartelloni pubblicitari sempre con tono scherzosi e pungenti, come quella relativa allo sconto sulle culle per i nuovi nati.
Ambient Marketing ed il Guerilla Marketing
Uno dei mezzi più potenti sfruttati al meglio dalla multinazionale è l’ambient marketing. Le installazioni presenti sia all’interno dello store, che consente quindi di vivere determinati ambienti e anche fuori dallo shop.
Nella metro parigina di Medeleine fu arredata con mobili ed accessori brandizzati. Questo è successo anche in altri luoghi ovviamente, come alle fermate dei bus in centro città. Una strategia che trasforma un catalogo in qualcosa di fisico che si può provare e vedere. Ha di sicuro un impatto molto più forte rispetto ad un cartellone pubblicitario.
Social
“Ikea è casa e quotidianità” un ideale che risuona in ogni canale social che è appositamente studiato per promuovere questo messaggio al cliente. La strategia perseguita è quella di dedicare una pagina per ogni Paese, piuttosto che un’unica globale. Questa scelta offre una comunicazione diversificata a seconda della lingua, contenuti ed abitudini.
Originalità
Emblematico fu il caso in cui per sbaglio su Facebook ci fu un post Ikea di sei lettere casuali “hhsdjh” che divenne in pochi secondi uno dei contenuti più virali di sempre. Per sfruttare a proprio vantaggio l’occasione, Ikea ha coinvolto i suoi utenti ad utilizzare l’hashtag #hhsdjh per condividere riflessioni sul tema dell’errore e per promuovere un’edizione super iconica della shopper blu da regalare ai fan con su scritto proprio quelle lettere.
La campagna eclatante con l’aggiunta di “Ops” per sottolineare ancora una volta l’errore che si è saputo tramutare in un vantaggio inaspettato.
Seguici per altre curiosità nel mondo del marketing!
Tiziana Troisi 18/02/2022
Food Marketing: 5 storie di goloso successo
Ammettilo: cerchi sempre di mantenere la linea, di non mangiare troppe schifezze. Capita a volte che la voglia di cibo sia troppo forte, e allora l’unica soluzione è sbirciare il tuo account Instagram in cerca di foto che siano abbastanza #foodporn.
Già, perché se c’è una cosa che il social delle foto ha insegnato a fare è apprezzare le immagini di cibo buono e godereccio: foto di panini super imbottiti giungono dagli account dei pub della zona, pizze dalle accoppiate assai improbabili sembrano improvvisamente la cosa più buona che tu possa assaggiare.
La verità è che ormai a guidarci verso nuovi posti da provare non sono più le recensioni su siti specializzati quali possono essere Trip Advisor o The Fork. Oggi, per scegliere se andare o meno in un locale, si cerca il suo account social.
Se è vero che il senso principale collegato al cibo è il gusto, è anche vero che l’occhio vuole la sua parte. Un piatto presentato bene diventa decisamente più appetitoso.
L’emozione del buon cibo
Ecco perché fare food marketing se si ha un’attività di ristorazione o più semplicemente vuoi far diventare la tua passione per la cucina in qualcosa di più concreto, è fondamentale.
È importante riuscire, anche solo attraverso qualche immagine, a raccontare la storia che c’è dietro l’attività che stai promuovendo. Ai clienti, oggi, non basta più che il cibo sia buono e il logo accattivante: vogliono conoscerti, sapere chi sei, sapere che cosa ti ha portato fino a lì, vedere la passione che ci hai messo.
La chiave per fare un’operazione di food marketing che funzioni davvero non sono le foto, ma è la passione e la voglia che si dimostra. Chi decide di dedicarsi al food marketing deve prima di tutto avere qualcosa da raccontare e poi trovare il modo di raccontarsi al meglio.
Food Marketing: 5 storie di successo
Per farti capire meglio di cosa stiamo parlando, abbiamo deciso di raccontarti 5 storie di persone (o attività) che ce l’hanno fatta e attraverso il food marketing sono riuscite a raccontare una storia che ha conquistato tantissimi clienti.
Puok Burger: non è gourmet è puok
La prima storia che abbiamo deciso di raccontarvi è squisitamente campana, più precisamente viene da Napoli. Stiamo parlando di Puok, la paninoteca d’asporto creata da Egidio Cerrone. La storia di Egidio inizia qualche anno prima dell’apertura del locale quando, data la sua passione per il cibo, decide di raccontare le sue avventure culinarie in un blog.
Egidio gira la Campania alla ricerca di sapori sempre nuovi, ma allo stesso tempo casalinghi, che lo riportino all’atmosfera che respirava da bambino, quando le nonne, con pochissimi ingredienti tradizionali, realizzavano piatti strepitosi.
I suoi racconti sono pregni di storia e tradizione napoletana, con quel pizzico di nostalgia che tanto conquista le nuove generazioni. Queste stesse atmosfere si respirano oggi quando si sceglie di mangiare uno dei suoi panini.
Tradizione innovazione e aria di famiglia hanno fatto di Puok Burger una delle realtà più instagrammabili di Napoli.
La pizza di Porzio: s’adda sape fa
Un’ altra storia di Food Marketing fatto bene, sempre proveniente da Napoli, ci porta invece nel mondo della pizza. Stiamo parlando di Enrico Porzio, il pizzaiolo più famoso di Tik Tok. I suoi video in cui mostra il procedimento delle pizze realizzate con una “cottura lenta, docile, mai aggressiva “, sono un modo molto intelligente di avvicinarsi ai clienti e creare un legame con loro.
Come dice Enrico, il food marketing è come la pizza: s’addà sape fa (devi saperlo fare).
Domino’s Pizza
Ci spostiamo oltre oceano per raccontarti la grande storia di Domino’s Pizza: la catena di pizzerie di fama mondiale era molto conosciuta per la qualità del suo servizio di food delivery ma le opinioni rispetto alla qualità del cibo erano piuttosto basse. Il CEO decide di creare un documentario dove si mostrasse la realizzazione delle pizze e i prodotti utilizzati per le stesse. Il brand ha guadagnato, da allora, quasi il 10% in più.
Chobani
Per chi ama il dolce, il feed perfetto da guardare per rifarsi gli occhi è sicuramente quello di Chobani, yogurteria made in USA che ha fatto del colore e della creatività un vero e proprio marchio di fabbrica. Colori decisi, foto perfette. Questo account fa amare lo yogurt proprio a tutti.
Foodscovery
Un network di piccoli produttori che presentano prodotti naturali e genuini e danno anche la possibilità di acquistarli.
È foodscovery, un vero e proprio mercato online che focalizza la propria attenzione sui piccoli produttori trasformandoli in quello che sono davvero: eroi del food!
E tu, sei pronto a rifarti gli occhi (e la bocca) c’on il food marketing?