24 articoli nella categoria Marketing e tecnologie

Tiziana Troisi 27/04/2022 0

Spazi co-working: il futuro delle aziende è qui

La pandemia ha cambiato molti aspetti della vita. Prima di tutto, ci si è resi conto che la tecnologia può aiutare a tenere vivi rapporti e relazioni. Ci si è accorti del valore di cose che prima si davano per scontate come la compagnia degli amici o delle persone a noi care.

Un aspetto importantissimo su cui la pandemia ci ha costretti a riflettere è sicuramente l’organizzazione del lavoro. Se prima era opinione comune che determinati lavori fossero da svolgere solo in ufficio, oggi finalmente il nostro Paese ha aperto le frontiere al magico mondo dello smart-working. Sono molte le aziende, infatti, che hanno abbracciato questo nuovo modo di lavorare, permettendo ai loro dipendenti di lavorare anche da casa.

La rivoluzione dello smart-working ha permesso alle nuove generazioni di imparare a conciliare lavoro e vita privata senza troppi sacrifici in nessuno dei ambiti.

La rivoluzione è compiuta e molti giovani oggi preferiscono essere nomadi digitali. Non sai chi sono? Te lo spieghiamo subito. Si definiscono  nomadi digitali i giovani che svolgono un lavoro in smart-working e hanno la possibilità - grazie ad esso - di vivere all’estero e spostarsi ovunque si presentino nuove opportunità.

In che campo lavorano i nomadi digitali? Scoprilo di seguito. 

Spazi co-working e nomadi digitali

Per svolgere un lavoro autonomo e indipendente, i nomadi digitali lavorano soprattutto nel campo della comunicazione e del marketing. I luoghi di lavoro possono essere i più disparati, basta anche un bar con una rete wifi gratuita.

Per offrire a tutti la possibilità di: concentrarsi al meglio, lavorare e fare networking, sono nati spazi di lavoro condivisi che consentano di stringere legami produttivi dal punto di vista professionale. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente degli spazi di coworking!

Lo spazio di coworking è da considerarsi un vero e proprio ufficio: uno spazio ben organizzato con diverse postazioni di lavoro. Chiunque voglia usufruire di queste postazioni può farlo pagando un piccolo contributo giornaliero.

Dopo la pandemia, molte aziende hanno dato la possibilità ai loro dipendenti di lavorare in spazi di co-working. Spesso, aziende diverse si uniscono per sfruttare insieme gli spazi e creare sinergie tra i propri dipendenti.

Il co-working: vantaggi per le aziende

Quali sono i vantaggi, a livello aziendale, di usufruire di spazi di co-working? Eccoli:

  1. Il primo vantaggio di cui tenere conto è sicuramente quello di tipo economico. Utilizzando spazi condivisi è possibile, infatti, risparmiare sui costi relativi ad utenze e ad affitto. In questo modo ogni azienda potrà ottenere un ambiente di lavoro super confortevole ad un prezzo contenuto. 
  2. Spazi super organizzati: hai mai pensato a quanto potrebbe essere complicato arredare un ufficio da zero? C’è da decidere come organizzarlo, quali mobili utilizzare. C’è poi da allestire uno spazio relax per i dipendenti, macchinette del caffè o altro per rendere l’ambiente meno sterile e più conviviale. Utilizzando uno spazio di co-working si possono avere tutte queste comodità senza troppo sforzo.

il vantaggio principale dell’utilizzare uno spazio di co-working è da ricercare nella capacità di soddisfare i nuovi bisogni dei lavoratori. Dopo aver capito che si può tranquillamente lavorare anche da casa, la nuova generazione di lavoratori ricerca cose diverse.

Il lavoro del futuro

È nato il bisogno impellente di soddisfare il bisogno di comfort. Tutto quello che si ha a disposizione a casa lo si vorrebbe anche in ufficio: una poltrona comoda su cui rilassarsi, un angolo dove poter fare una tisana o un divanetto dove accomodarsi e scambiare quattro chiacchiere con i colleghi.

Questo perché, dopo un anno dedicato quasi solo al lavoro, si ha voglia di riuscire a mettere insieme lavoro e vita personale senza che questo costi troppo sacrifici.  È utile quindi rendere le ore di lavoro meno stressanti possibile, creando un ambiente che sia stimolante e mai oppressivo.

Dopo questi anni difficili si è dato grande valore alla vita: fare un lavoro che possa rendere felici è il modo giusto per valorizzarla. Solo nell’ambiente giusto i lavoratori riescono a dare il meglio per la propria azienda.

Ecco perché è fondamentale creare un posto dove chiunque possa sentirsi a casa, ed ecco perché la soluzione del co-working rappresenta il futuro.

Un futuro  dove quello che conta non è solo la produttività, ma anche il benessere.

 

 

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Gabriella Avallone 31/03/2022 0

Pubblicità in 3D questo è il presente!

La pubblicità è da sempre frutto di creatività e innovazione, oggi sorprende ancora di più grazie alle nuove tecnologie che la rendono niente di meno che 3D.

 

Si pensava a questo genere di cose come futuristiche ma è ora di darsi una svegliata perché viviamo già nel futuro! E probabilmente questa è la strada che seguirà l’advertising.

Un chiaro esempio ci arriva dalla città di Tokyo, in Giappone, da Time Square a New York, da Piccadilly Circus a Londra.

Pubblicità in 3D nel mondo

Un tripudio di luci, suoni e colori che si fondono in un’esperienza visiva totalmente immersiva e sorprendente. Uno strumento così attrattivo non poteva finire che in mani migliori, quelle dei creativi che stanno affascinando i passanti ed il web con le loro pubblicità in 3D.

 

Per la precisione è a Cross Shinjuku Vision, uno degli spazi pubblicitari più discussi che si trova all’esterno della Shinjuku a Tokyo, una delle stazioni più grandi del mondo. Infatti è proprio qui che per la prima volta in 3D pare sia apparso un enorme gatto, che sembrava interagire con i passanti, oltre che dormire e fare le fusa nei difficili giorni di pandemia.

 

Brand che hanno scelto la pubblicità in 3D

 

Lo schermo pubblicitario con il gigantesco gatto è stato realizzato da MicroAd Digital Signage e Yunika Vision su commissione di Cross Space, l’azienda proprietaria dell’edificio. Quello che hanno avuto modo di ammirare i passanti e centinaia di persone in web è in realtà, un test: il debutto ufficiale della campagna pubblicitaria avverrà il 12 luglio.

 

 

Si trattava di un’immagine 3d in qualità 4K su di uno schermo di 154,7 metri quadrati con una tecnologia di schermo curvo e LED che consente di rendere ciò che viene rappresentato come estremamente realistico.

Le immagini hanno fatto ben presto il giro del web ma non è stata di certo l’unica volta che sia apparso qualcosa di realistico: Infatti è possibile ricordare già uno spot Coca Cola che ha rivoluzionato il mondo delle ADV nella piazza di Times Square su di uno schermo che misurava 20.7 x 12.8 metri e composto da 1.760 led e garantivano un’alta risoluzione; O ancora Ray-Bay che rappresentava i famosi occhiali tra varie emoji. Per non dimenticare L’Ocean Outdoor, specialista del 3D a Piccadilly Circus dove apparivano diversi brand tra cui Poker Star, Deliveroo, Netflix, Vodafone e altri ancora.

 

 

L’anamorfismo, era un effetto di illusione ottica per cui un’immagine veniva proiettata sul piano in maniera distorta, rendendo il soggetto riconoscibile solo se osservato da un particolare punto di vista, in questo caso la piazza. In questo modo si dava l’illusione dell’effetto 3D ai passanti.

 

Tra le più recenti e ben realizzate invece vediamo la Nike pronta a festeggiare gli otto anni del Nike Air Max Day, il 26 marzo e in occasione del 35esimo anniversario di Nike Japan con un incredibile cartellone pubblicitario fuori la stessa stazione di Shinjuku dove si vedevano diversi modelli di Air Max uscire da un’enorme scatola che volteggiava in aria. Non ci sono parole per descrivere l’effetto che si prova guardando quelle immagini, le sneakers dei migliori modelli in formato 3D.

 

 

Per quanto riguarda la scelta della location, pare non sia un caso, difatti è stata scelta in quanto vi transitano davanti ogni giorno oltre 200.000 persone e difatti per manifestazioni spesso utilizzano tutto lo spazio sovrastante dell’edificio per ospitare eventi, come ad esempio è accaduto proprio in occasione dello stesso Air Max Day.

 

Portiamo pazienza che presto anche tra le nostre strade troveremo pubblicità, spot e chissà cos’altro in formato 3D. Secondo voi quale sarà la prima pubblicità che vedremo in 3D in Italia?

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Tiziana Troisi 23/03/2022 0

Chi sono i content creator e cosa fanno

Nell’ultimo periodo sui social si sente tanto parlare di content creator. Ma sappiamo cosa vuol dire? Il content creator, letteralmente creatore di contenuti, è una persona che su commissione di uno o più brand realizza i contenuti adatti per sponsorizzare al meglio quell’azienda.

Prima di andare avanti nell’analisi di questa figura professionale, vale la pena fare una premessa utile a capire il contesto social in cui ci si muove oggi. Chi vuole fare pubblicità al proprio brand attraverso la rete deve tenere conto del diverso assetto della pubblicità attraverso i social.

Se una volta, infatti, il contenuto centrale che doveva emergere da una pubblicità era l’azienda, oggi non è più così. Oggi la parte centrale di ogni contenuto pubblicitario è appunto, il contenuto. Non conta più di tanto il prodotto che viene pubblicizzato attraverso di esso, ma il messaggio che il contenuto intende tramettere.

Il lavoro del content creator di fatto non è pubblicizzare un prodotto, ma creare un legame con la community del brand per cui opera. Il fine ultimo del marketing sui social è infatti cambiato nel tempo e con esso gli attori in gioco. L’importante non sono (solo) le vendite, ma anche le interazioni.

La mission del content creator diviene allora quella di creare contenuti che incuriosiscano il target di riferimento e tengano viva e continua la relazione tra il pubblico e il brand.

Content creator o influencer? Le differenze

Come hai avuto modo di intuire il content creator non è, come molti non addetti ai lavori sono portati a pensare, un sinonimo di influencer

Ora ti spiego perché: l’influencer di solito è un personaggio esterno al brand che viene ingaggiato per realizzare contenuti che pubblicizzino, anche in maniera indiretta, uno specifico prodotto. La sua figura fa da ponte tra il brand e un pubblico che altrimenti per il brand sarebbe difficile da raggiungere. E il suo punto di forza sono i follower.

Il content creator, invece, di solito fa di più che creare semplicemente dei contenuti da declinare sui vari social. Oltre alla passione per i social e alla creatività, chi si vuole occupare di content creation deve avere delle conoscenze che riguardano la parte strategica del marketing. Vediamo da vicino di cosa si occupa.

Cosa fa il content creator

Prima di pubblicare un contenuto il content creator:

  • Analizza e seleziona il target di riferimento: in un lavoro congiunto con i responsabili marketing di un brand, il content creator cerca di capire e fare suoi i desideri del target che deve conquistare.
  • Definisce il calendario editoriale: sempre in concerto con il team marketing, il content creator realizza un calendario con cui fissa la data di pubblicazione dei contenuti da realizzare e le piattaforme dove pubblicarli.
  • Cura lo storytelling: come abbiamo detto, i contenuti realizzati non sono un semplice adv, ma contenuti che riescano a catturare l’attenzione del pubblico attraverso un racconto preciso. Che si tratti di un qualcosa di comico o di un registro diverso lo si decide insieme. La cosa importante è creare uno storytelling che rispecchi il tono di voce del brand e allo stesso tempo rientri nei gusti del proprio pubblico.

È quindi chiaro che il ruolo del content creator è molto vicino a quello di un tecnico della comunicazione. Formazione continua e voglia di mettersi in gioco le armi vincenti per puntare al successo dei suoi contenuti.

L’importanza della pianificazione è un punto importantissimo per chiunque operi nel mondo della comunicazione e del marketing: anche quando non sembra, nulla è lasciato al caso. Ma non solo. 

Content creator: parola d’ordine originalità

Atro punto importante che ci aiuta a differenziare il ruolo di un influencer da quello di un content creator è sicuramente l’originalità. Mentre un influencer si limita magari a mostrare un prodotto nelle proprie stories per invogliare i suoi follower ad acquistarlo, un content creator riesce ad inserire un prodotto in modo omogeneo in contenuti originali e creativi.

Ogni content creator ha un suo linguaggio, una sua modalità di comunicazione e un suo stile. Tanti piccoli particolari che ti fanno capire subito di chi è il contenuto che stai guardando. Nei video creati da un content creator il prodotto fa solo da sfondo ad un contenuto che avrebbe vita propria a prescindere.

Per realizzare una campagna che sia giusta per il brand, è importante selezionare un content creator che abbia uno stile adattivo, e in qualche modo affine al prodotto che si decide di promuovere.

E tu lavori come content creator o vorresti diventarlo? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!

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Tiziana Troisi 08/03/2022 0

Ricerche di mercato: quanto contano in un buon piano marketing

Sappiamo bene che il nuovo assetto del mondo del commercio ha cambiato il modo di concepire e di fare marketing. Se prima una campagna di marketing era impostata in modo molto più perentorio e quasi unilaterale dai grandi brand, oggi qualcosa è cambiato. Oggi prima di cercare di parlare di sé stessi e imporre la propria visione delle cose, i grandi brand cercano di conoscere i loro consumatori e potenziali tali.

Un brand davvero vincente deve interrogarsi su chi sia il suo pubblico, quali siano le sue abitudini, i suoi comportamenti e i suoi gusti.

Rispondere a queste domande non è mai semplice, ma azzeccare le risposte giuste è di fondamentale importanza: saranno proprio le risposte a quelle domande a decretare la riuscita della campagna. Come si può conoscere il proprio potenziale cliente?

Nel modo più semplice e metodico del mondo: attraverso i sondaggi di opinione e le ricerche di mercato. A primo impatto affidarsi ancora alla statistica può sembrare anacronistico, ma non è assolutamente cosi. È solo con le ricerche che si può migliorare. Ed è tenendo in considerazione tutti i differenti punti di vista che si riesce a fare centro.

Le ricerche di mercato sono quindi importantissime in ogni fase della realizzazione di un buon piano marketing. Attraverso questo tipo di indagini l’azienda può avere le idee più chiare su come realizzare e diffondere le campagne, i social giusti da utilizzare, i modi giusti di comunicare, e tanto altro ancora.

Ricerche di mercato: a cosa servono davvero

Se quello che abbiamo detto non ti ha ancora chiarito le idee sull’importanza della ricerca nel marketing, cercheremo di spiegarti i motivi per cui fare ricerche di mercato è importantissimo se si vuole fare una campagna di marketing che funzioni davvero.

Vediamo insieme quali sono i momenti in cui è importante avvalersi di una buona ricerca di mercato:

  • Per il targeting: immagina di dover lanciare un prodotto in un mercato che non conosci, come puoi capire chi hai davanti? Come sempre, con le ricerche di mercato. Con una semplice batteria di domande di tipo anagrafico, si può capire l’età media del tuo pubblico. Un sondaggio po' essere fatto in tanti modi, anche attraverso un form da riempire online. Indagare sul target è utile per capire come strutturare le campagne, il linguaggio giusto per catturare il pubblico e le giuste modalità di creazione e distribuzione.
  • Per studiare la concorrenza: con le giuste indagini, una ricerca di mercato fatta bene, può aiutare a capire meglio l’ambiente con cui si ha a che fare. Puoi capire se sul mercato ci sono aziende che vendono lo stesso tipo di prodotto e se e quanto sono amate dal pubblico. Una buona analisi dell’ambiente esterno può essere utile a capire quali siano i punti di mercato vuoti da poter riempire. Realizzare un prodotto che risponda ad un bisogno in modo nuovo è la chiave per vincere contro la concorrenza.

Fare ricerca di mercato non è uno strumento utile solo nei momenti iniziali della realizzazione di una campagna di marketing. È importante, invece, continuare a fare indagini anche durante la realizzazione della campagna stessa.

Analisi post vendita

Sono molte le aziende che realizzano dei piccoli focus group per capire quanto quella campagna stia funzionando o anche, più semplicemente, se riesce a suscitare le emozioni giuste e centrare l’obbiettivo.  Chiedere semplicemente al pubblico se gradisce il lavoro che hai fatto può essere una buona soluzione per valutare il sentiment che il pubblico nutre verso il tuo prodotto.

Fare questo tipo di sondaggi a lavori ancora in corso potrebbe essere utile per correggere il tiro e cambiare un po’ il modo di comunicare aziendale.

Ancora più importante, dal punto di vista del marketing, è rendersi conto di quale sia la reazione al proprio prodotto dopo l’utilizzo. La forza vera di un brand si misura, infatti, nella capacità assistere i propri clienti anche dopo l’acquisto.

Valutare la costumer satisfaction attraverso la ricerca  di mercato post vendita può sembrare inutile, ma è un momento fondamentale del marketing journey che permette di capire al meglio punti di forza e soprattutto i punti di debolezza di un brand.

Come hai potuto capire, fare ricerche è importantissimo per chi vuole essere vincente. E tu, hai mai fatto una vera ricerca di mercato? Raccontacelo!

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Gabriella Avallone 28/02/2022 0

Come migliorare il servizio: Aggiornamento iPhone 15.4 e novità

Per un brand è importante non adagiarsi mai sugli allori, nemmeno se si arriva a livelli di notorietà globale. Prendiamo ad esempio la Apple le sue sperimentazioni in campo di innovazioni non si fermano mai.

 

È stata già pubblicata la notizia che a marzo ci saranno altri nuovi Mac

Per garantire performance migliori e superare costantemente l’asticella della qualità e del servizio personalizzato.

 

I nostri Iphone non smettono mai di aggiornarsi e se ciò avviene è per garantirci un miglioramento continuo del servizio offerto.

Gli smartphone sono gli elementi che abbiamo sempre con noi e grazie ai quali diamo continui feedback sul mercato. Si può dire che le nostre esigenze o necessità vengano colte alla perfezione al contrario degli altri anni in cui vivevamo più l’offline.

Ios 15.4 sarà un ulteriore aggiornamento che ci permetterà di vivere ancor meglio l’esperienza con il nostro Iphone grazie alla possibilità di sbloccarlo anche con la mascherina.

 

Vediamo insieme quali saranno le nuove funzionalità di IOS 15.4

 

Tap to Pay: Questa nuova funzione permetterà ai commercianti di utilizzare l’IPhone come se fosse un POS e accettare i pagamenti tramite Apple Pay e anche tramite carte di credito o di debito grazie alla tecnologia NFC.

 

Wallet e nuove funzioni: Nella versione beta 2 di IOS 15.4 sarà probabilmente possibile anche salvare i documenti digitali (come patenti di guida e carte di credito) direttamente nell’app di Wallet.

 

Wifi Captive su HomePod: pare proprio che ci sarà un suppoerto per le reti Wifi e che risolverà un bug che dava quando permetteva di condividere le registrazioni effettuate da siri anche quando l’utente aveva già disattivato le autorizzazioni

 

Face ID con la mascherina: forse la novità più attesa da tutti gli utenti. Ormai per bloccarsi il telefono richiede il riconoscimento facciale ma basterebbe anche solamente inquadrare bene gli occhi per bloccarlo. Da qui nasce la nuova funzione anche in vista dei tempi che corrono. Sarà possibile infatti fissare un punto preciso dello schermo per bloccare il telefono quando si indossa la mascherina.

 

Gestisci i miei eventi sportivi: offrirà la possibilità per quanto riguarda le applicazioni e news di usufruire della sezione gestisci i miei eventi sportivi per aiutare ad offrire un’esperienza migliore nella pianificazione di notizie legate al mondo dello sport.

 

Detto questo attendiamo con ansia il prossimo aggiornamento!

 

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Tiziana Troisi 28/02/2022 0

Marketer: chi è e cosa fa il lavoratore del marketing

La società della rete ci ha abituato a cambiare il modo di concepire il lavoro: con i social e la rete sono i aumentate le possibilità di carriera di chi si occupa digitale, ma , di contro, sono aumentate anche le competenze richieste a chi vuole lavorare in questo campo.

Quello del digitale è un settore in continua e forte espansione, che necessita di un continuo aggiornamento di competenze. Chi lavora con i social deve necessariamente stare al passo con le ultime tendenze in fatto di software, metriche e tutto quello che c’è da sapere.

Marketer: non solo pubblicità  

Il lavoro digitale è da sempre stato svolto attraverso le sinergie: realizzare una campagna di marketing che funzioni vuol dire occuparsi di tanti aspetti contemporaneamente:

  • Grafica e cura della brand identity
  • Ricerche di mercato
  • Targeting e creazione di eventuali brand persona
  • Creazione dei contenuti
  • Community managing

Tutte queste competenze si intersecano inevitabilmente l’una con l’altra, ma vengono svolte da persone diverse in modalità diverse. Ogni aspetto del marketing richiede competenze specifiche che vanno acquisite studiando in ambiti che apparentemente non hanno nulla in comune.

Per esempio, per studiare come creare Brand identity si devono avere specifiche competenze nell’ambito grafico. Se invece si è interessati a dati e metriche ci si deve spostare verso l’ambito dell’economia aziendale e della statistica.

Chi non sconosce il marketing da vicino, tende a pensare a questa disciplina come all’ambito che si occupa esclusivamente di pubblicità. In realtà, se ci si informa sulla disciplina con la giusta attenzione, si capisce subito che non  è esattamente cosi.

Negli anni la teoria del marketing si è evoluta di parecchio, andando ad abbracciare diversi ambiti. Le aziende hanno finalmente capito che per fare uno spot che funzioni bisogna per prima cosa indagare quanto quelle persone siano adatte al prodotto che si sta per vendere.

Lavoro? Non solo. Marketer per passione

Chi vuole diventare un marketer, cioè una persona che si vuole occupare di marketing in senso stretto, deve avere non solo delle competenze specifiche ma anche delle precise inclinazioni che gli permettano di svolgere al meglio il proprio lavoro.

Se vuoi diventare un marketer, devi riconoscerti in almeno uno dei profili descritti qui sotto:

  • Profilo numero uno: il nerd. Sei un appassionato di cultura pop, il mondo della rete e delle community per te non ha segreti. Ormai, anche con i tuoi amici non fai altro che comunicare attraverso meme e gif. Se è cosi, saresti perfetto come social media manager.
  • Profilo numero due: il curioso. Ti affascina la psicologia, vuoi cercare di capire le emozioni delle persone. Cosa succede nella mente delle persone quando vedono una determinata immagine? Se ti fai spesso questa domanda il posto giusto per te si trova tra le fila di chi svolge il lavoro preliminare rispetto alle campagne di marketing pure.
  • Se sei una persona creativa che sa giocare con le parole e ha sempre ottime idee il ruolo perfetto per te sarebbe nella parte operativa delle campagne, in ruoli quali possono essere il direttore creativo o il copywriter.

Come diventare un marketer

Se ti sei ritrovato nelle descrizioni precedenti, è arrivato il momento di decidere quale strada percorrere per diventare un marketer. Ma come si diventa un professionista del marketing digitale? I percorsi possibili sono tanti e possono creare un po’ di confusione; quindi, abbiamo deciso di darti qualche info utile.

Se vuoi partire dalle basi teoriche, il nostro consiglio è quello di scegliere una facoltà universitaria che si occupi nello specifico di marketing digitale. L’università, oltre a fornire la giusta base teorica, dovrebbe poter fornire le giuste risorse pratiche per capire al meglio questo mondo.

Se non te la senti di intraprendere una carriera universitaria, stai tranquillo, quella non è l’unica strada. Ci sono tanti master e corsi di formazione che possono indirizzarti al meglio e offrirti la giusta preparazione per lavorare in questo campo.

La cosa importante da fare, in una situazione iniziale, è valutare bene le fonti a propria disposizione. Ci sono tantissimi enti che offrono corsi, ma non tutti i corsi sono uguali. Prima di scegliere chiedi pareri, informati al meglio e valuta tutte le possibilità.

Scegli sempre un percorso che sia riconosciuto e accreditato. Il marketing non è uno scherzo.

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Tiziana Troisi 19/01/2022 0

Digital Marketing e pandemia: l’importanza della rete

Due anni fa, durante una serata neanche troppo fredda di Febbraio, la nostra vita è cambiata per sempre. Il nostro presidente ci disse che il Covid era arrivato in Italia e che sarebbe stato meglio restare a casa, uscire solo per necessità.

La pandemia cominciò cosi, con un annuncio a reti unificate: da allora abbiamo dovuto cambiare tante delle nostre abitudini: socializzare è diventato più pericoloso. Quasi tutte le interazioni si sono spostate in rete, dove con un post ed un commento ci si poteva avvicinare a chi si ama pur restando lontani.

Durante il lockdown, con quasi tutte le attività chiuse, anche i proprietari di un’attività commerciale dovettero imparare un nuovo modo di fare business: tutte le attività della vita quotidiana, anche quelle dedicate agli acquisti, si erano spostate online.

Chi desiderasse continuare a coltivare la relazione con i propri clienti, ha dovuto imparare a sfruttare le potenzialità del marketing digitale.

Digital marketing: le relazioni contano

Il digital marketing è un modo per promuovere le attività commerciali e trarne un guadagno, spostando la vendita dei propri prodotti online, ma è anche soprattutto un modo di creare e mantenere relazioni con i clienti già fidelizzati e con quelli potenziali.

La pandemia ha cambiato quindi la nostra concezione dei legami ma anche quella dell’acquisto: per il digital marketing, quello che conta davvero sono i lead, i legami.

È importante essere presenti con una certa costanza, e instaurare con il pubblico la confidenza e la fiducia utili a rendere questi legami duraturi e fruttuosi.

Oggi, anche se i tempi del lockdown sembrano essere lontani, la paura del Covid serpeggia ancora nel nostro Paese. Ma non solo è solo per motivo che il digital marketing continua ad avere un’importanza fondamentale nel mondo del commercio.

Cosa vogliono i clienti

Dopo questi due anni, il concetto di commercio è cambiato per sempre. Non solo perché sono cambiati i luoghi e i modi in cui l’acquisto si svolge, ma anche perché ad essere cambiato è quello che i clienti cercano quando decidono di approcciarsi ad un acquisto:

Se prima quello che più importava ai clienti era la qualità del prodotto e la sua funzione, oggi con un mercato più che saturo di prodotti simili, il cliente vuole altro:

  • Una storia degna di essere raccontata: i clienti vogliono un brand che abbia dietro una storia e un’ identità in cui ritrovarsi. La chiave per il successo di un brand oggi è sicuramente lo storytelling fatto bene.
  • Un brand che parli il loro linguaggio; i clienti di oggi non si accontentano, vogliono sentirsi riconosciuti, coccolati ed amati. Coltivare al meglio il rapporto con l’audience, magari coinvolgendola, ti aiuterà a studiarla meglio e a capire meglio chi hai davanti. Rispondi alle domande dei clienti, ogni tanto regala coupon o crea contest a premi. Il digital marketing è proprio importante per questo: aiuta a mostrare la realtà del proprio brand rimanendo lontani dai riflettori delle classiche pubblicità dove tutto è si più bello ma meno reale
  • Comunity: chi compra un determinato prodotto lo fa anche per sentirsi parte di qualcosa. Ci sono brand che fanno dell’appartenenza alla propria comunity un vero e proprio status symbol.

Far parte di una comunity che sia attiva e che sia fonte di scambio e conoscenza è molto stimolante, e aiuta nella fidelizzazione. È un po’ il corrispettivo del più analogico consiglio di un amico.

Scavando bene, ci si può rendere conto che i social sono pieni di gruppi dove utenti di ogni provenienza si scambiano consigli sui prodotti acquistati. Vale per ogni prodotto, dai trucchi ai vestiti fino ad arrivare agli elettrodomestici.

Essere digital conta

Come hai potuto notare, il mondo del commercio si è fortemente modificato con il tempo, trasformando quello che prima era un rituale privato e personale in un qualcosa di collettivo.

Proprio per questo motivo il ricorso al digital marketing risulta fondamentale per restare al passo e perché no, per aggiornarsi ed avvicinarsi ad una clientela differente, che possa dare nuova linfa al tuo brand.

 

Se non hai ancora realizzato un piano per il marketing digitale, è il momento giusto per cominciare a farlo!

 

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Gabriella Avallone 30/11/2021 0

Come L’AI sta cambiando il modo di fare marketing

Le nuove tecnologie e le intelligenze artificiali stanno offrendo un grande supporto al mondo del marketing. Aumentano notevolmente la capacità di raccogliere ed elaborare dati che prima non si pensava di analizzare in così vasto numero (data-driver) ma offrono anche la possibilità di implementare la Customer Experience (CX) in modo rapido e personalizzato.

Come L’AI sta cambiando il modo di fare marketing

L’AI ha cambiato il modo di fare Marketing, andiamo verso l’automatizzazione dei processi che caratterizzavano il marketing tradizionale per coinvolgere i clienti, analizzare i loro comportamenti di acquisto e fornire contenuti mirati per farli entrare sempre più nel ciclo di vendita.

Si punta ora a coinvolgere sempre più i clienti, offrendo la possibilità di formare connessioni personalizzate e significative con il brand di riferimento. Sarà questa in grado di costruire loyalty individuando specifici bisogni del target.

 

Un’esperienza che ha coinvolto in breve tempo tutti i settori. Ti sarà capitato più volte di imbatterti nella formula più classica: “Se ti è piaciuto questo, potrebbe interessarti anche…”. Raccomandazioni e consigli basati sul Deep Learning che aiuta a determinare cosa è più probabile che l’utente stia cercando.

 

L’intelligenza artificiale ha investito diverse aree del marketing. Vediamo quali ed in che modo:

  • Marketing Research;
  • Marketing Strategy;
  • Marketing Action.

 

Ricerca:

Nel primo ambito elencato, quello del Marketing Research, l’AI ha caratterizzato l’impatto nelle attività di Visual. La relazione tra consumatori e brand si basa su una serie di reazioni che possono essere positive o negative. Grazie alle tecnologie legate al mondo dell’Intelligenza artificiale risulta sempre più facile riuscire ad identificare le sfumature nel “Sentiment” dei consumatori, aiutando così il brand a comprendere le emozioni dell’utente su ampia scala ed in tempo reale.

Per questo è possibile che hai sentito parlare di Sentiment Analysis, di Emotion AI o anche di Visual Listening. Quest’ultima tecnologia ad esempio consente di valutare al meglio come vendono percepiti i contesti visivi ed aiuta a migliorare questa percezione.

 

Strategia:

L’AI ha rapidamente portato ad evolversi anche nel mondo nell’area del Marketing strategico grazie al processo di segmentazione dei consumatori. L’Intelligenza artificiale infatti è in grado di identificare gruppi dinamici di individui omogenei, con l’obiettivo di focalizzarsi su di uno specifico target. Quest’analisi avviene in modo mirato, attraverso un mix di canali digitali e touchpoint.

Ad esempio credo che ormai sia noto a tutti che vengono utilizzati degli strumenti durante il monitoraggio delle performance nelle campagne di marketing per valutare quanto effettivamente ci sia stato un ritorno sull’investimento (ROI). A tal proposito si utilizza il modello del Marketing Effectiveness (MEM) in grado di intercettare ed elaborare alti volumi di dati con crescite esponenziali.

 

Azione:

Per quanto riguarda invece la sfera dell’azione, abbiamo già visto come per coinvolgere i clienti in modo attivo vengano utilizzati dei Chatbot o degli Assistenti Virtuali. Questo aspetto verrà sempre più migliorato perché consente di offrire esperienze personalizzate su ampia scala. I consigli che possono offrire tramite Machine Learning e Natural Language Processing, saranno nel tempo sempre più mirati, garantendo un’interazione perfetta tra brand e consumatore in modo del tutto automatico.

 

L’AI nel prossimo futuro sarà sicuramente un aiuto in più anche per quanto riguarda le previsioni. Oltre alla gestione dei dati per creare una migliore esperienza per i consumatori, si riuscirà con il tempo ad ottenere anche specifiche analisi per prevenire e puntare quindi sul vantaggio competitivo.

 

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Gabriella Avallone 25/11/2021 0

Data Driver Marketing: che cos’è

Gli acquirenti sono diventati sempre più selettivi e scettici verso i messaggi pubblicitari che leggono durante la loro navigazione. Ad oggi non è più sufficiente provare a capire cosa potrebbe piacere ma è necessario capire e analizzare questi dati per riuscire ad ottenere un ritorno economico dell’investimento pubblicitario.

Che cos'è il Data Driver Marketing

Raccogliere dati non è difficile. Su molti Social, come Instagram ad esempio, è già possibile accedere a diverse informazioni quali:

  • Quante persone hanno visualizzato il video
  • Quante persone hanno cliccato il pulsante “Call to Action”
  • Dove vivono e che lingua parlano le persone che hanno visualizzato il video
  • Quali dispositivi hanno usato per guardare il video
  • A che ora del giorno il video ha ottenuto il maggior numero di visualizzazioni e click-through

 

Per avere accesso sempre ad un’organizzazione di questo tipo esistono i data driver.

Il Data Driver è un approccio che permette alle imprese di ottimizzare la comunicazione del proprio brand, basandosi sulle informazioni e dati degli acquirenti.

Infatti gli addetti a questa operazione, i marketer data-driver, utilizzano tutti i dati dei clienti per prevedere i loro comportamenti futuri.

Perchè è fondamentale per l'azienda

Capire questo aspetto sarà fondamentale per l’azienda per più motivi:

 

  • Avere un vantaggio competitivo: consentendoti di acquisire nuovi clienti;
  • Incrementare il più possibile il ritorno dell’investimento (ROI);
  • Creare una misura più adatta ai clienti in portafoglio, garantendo un’esperienza personalizzata;
  • Segmentare il proprio target in aree ben definite

 

Questo approccio si distanzia dal Marketing tradizionale che cercava di anticipare le esigenze dei clienti, perché grazie ai data driver marketing si ha la possibilità di connettersi al mondo dei compratori al momento giusto e con l’offerta perfetta.

 

Come analizzare i dati

Quasi tutti i dati sono importanti ma esistono diversi modi di essere catalogati. Sicuramente vanno recensiti i clienti, tale operazione offrirà la possibilità di avere informazioni personali degli utenti (Hard Data). Altro aspetto che va segnalato è il comportamento del consumatore (Soft Data), definiti in questo modo perché sono in continuo cambiamento.

 

L’uso di questi dati non è importante solo per chi ha un’attività aziendale ma anche per il cliente stesso, proprio perché può accorciare i tempi di ricerca e vivere un’esperienza di acquisto più personalizzata che mai. Vediamo il tipico esempio di Facebook o Google che hanno avuto successo sfruttando i dati degli utenti, proprio perché li hanno ceduti ad aziende che erano intenzionate a fare pubblicità sulle loro piattaforme.

 

Ricapitolando quindi, per chi è i data-driver marketing? Sicuramente per ogni impresa che desidera conoscere meglio il proprio target, offrendo una esperienza di acquisto personalizzata, adottando una strategia di marketing efficace. Tramite Social, sito E-commerce e Saas (Software-as-a-Service).

 

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Tiziana Troisi 14/11/2021 0

Facebook è diventato Meta, cosa cambia?

Facebook cambia nome, oggi la rete di social network di Mark Zuckerberg ha preso il nome di Meta. Il futuro della società, ha assicurato il fondatore, è il “metaverso”: si andrà “oltre” i social.

Il metaverso, dunque, dovrebbe rappresentare un luogo virtuale accessibile a tutti di cui faranno parte Facebook, Instagram e Whatsapp e Oculus, azienda di produzione di visori per la realtà virtuale.

La linea di prodotti Oculus Quest diventerà la linea Meta Quest e l’app Oculus si chiamerà App Meta Quest e pare che sia proprio su questi prodotti che Zuckerberg voglia puntare.

L’involuzione di Facebook

Il social network nel tempo ha perso il suo splendore: l’età media degli utilizzatori si è alzata e viene sfruttato sempre di più per il B2B.

Ed è proprio la sua vocazione business ad aver snaturato la sua mission, quella di connettere le persone di permettere di incontrare vecchi amici di condividere immagini e ricordi.

Il mondo dei social si è evoluto in fretta e sembra che Facebook sia rimasto indietro, lo dimostra il successo di TikTok, che sta crescendo molto rapidamente.

I giovani preferiscono contenuti più immediati e più effimeri che Facebook non è riuscito a dare e, nel contempo, è stato travolto da problemi legati alla privacy, alle fake news e quant’altro.

Insomma, sembra che questa migrazione voglia essere un vero e proprio taglio con il passato.

Cos’è il Metaverso di cui parla Zuckerberg?

Il termine Metaverso è stato coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992) un libro di fantascienza cyberpunk.

L’autore definisce così una sorta di realtà condivisa tramite internet, dove a rappresentarci c’è un avatar. Stephenson descrive il Metaverso come un’immensa sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza dell’equatore da una strada percorribile anche su di una monorotaia con 256 stazioni, ognuna a 256 km di distanza.

Ma non è questa descrizione a motivare la scelta di Facebook, quanto le funzioni di questo spazio.  Su questa sfera ogni persona può realizzare in 3D negozi, uffici, locali e il tutto è visitabile dagli utenti.

 “Il metaverso sarà il successore di Internet mobile. Saremo in grado di sentirci presenti come se fossimo proprio lì con le persone – ha dichiarato il CEO di Facebook - non importa quanto siamo distanti. Saremo in grado di esprimerci in nuovi modi gioiosi e completamente immersivi”.

“Oggi siamo visti come una società di social media, ma nel nostro Dna siamo un’azienda che costruisce tecnologia per connettere le persone e il metaverso è la prossima frontiera proprio come lo era il social networking quando abbiamo iniziato”.

Meta di fatto ha anche annunciato un investimento per 150 milioni di dollari nell’apprendimento immersivo per allenare la prossima i content creator del futuro. L’investimento totale previsto è di oltre 10 miliardi di dollari all’anno.

Possibili prospettive future

Tra le prospettive future che questa fusione può presentare ci potrebbe essere anche una maggiore integrazione dei prodotti Oculus in ambito social, creando spazi virtuali in cui interagire, lavorare, giocare, imparare, comprare etc.

Insomma, si tratterebbe di rivedere tutti i diritti già offerti dalla rete Meta ma realizzati in un ambiente più reale.

 “Privacy e sicurezza dovranno essere costruiti dal giorno uno - chiarisce Zuckerberg - Tutti quelli che costruiranno il metaverso dovranno essere concentrati su questa responsabilità fin dall’inizio. Questa è la lezione che ho imparato negli ultimi 5 anni: bisogna essere responsabili fin dall’inizio”.

Aspettiamoci quindi di “aprire” la nostra casa ad amici si materializzeranno davanti a noi ovunque o a colleghi con i quali lavorare fianco a fianco anche da casa oppure negozi in cui ci sembrerà di andare fisicamente.

"Oggi ci sono gli schermi, domani potrebbero essere gli ologrammi - ha continuato il Fondatore - La nostra mission rimane la stessa, connettere le persone”.

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