73 articoli nella categoria Inside marketing
Paola Palmieri 29/12/2020 0
5 idee di email marketing per Capodanno
Dal Black Friday in poi gli ultimi giorni dell’anno sono ricchi di spunti e di occasioni interessanti per omaggiare i clienti e generare conversioni. Chi ha un e-commerce lo sa bene il periodo natalizio è quello più proficuo in assoluto e affrontare i mesi autunnali con la giusta strategia rappresenta la formula vincente.
Si tratta di un periodo assolutamente coinvolgente: perché allora non beneficiare di quest’atmosfera e strutturare adeguatamente la tua efficace strategia di marketing? A come fare ci pensiamo noi di marketing e non solo: mettiti pure comodo e leggi di più.
Idee frizzanti per il tuo business
Se ti stai chiedendo quale sia il modo migliore per salutare l’anno che se ne va e dare il benvenuto al nuovo anno, ricco di buoni propositi e di nuove opportunità, parti proprio dai tuoi clienti che nel corso dell’anno ti hanno dimostrato la loro fiducia e premiali.
La maggior parte delle vendite è vero si è appena conclusa con il Natale ma, puoi sempre cavalcare quest’onda emotiva legata alle festività natalizie, per continuare a costruire il tuo business, passo dopo passo. Se hai un e-commerce il canale email diventa fondamentale per espandere i tuoi affari: servono però gli strumenti, le conoscenze e la sensibilità giusta per farlo.
La tua strategia non va improvvisata ma pensata e pianificata per tempo. Se ti va di ringraziare i tuoi clienti e offrire loro altri buoni motivi per seguirti nel nuovo anno siamo pronti a darti alcuni spunti davvero frizzanti: pronto a copiarli? Partiamo dalla prima idea.
1. Offri uno sconto
Sicuramente il modo più accattivante per conquistare nuovi clienti e tenersi stretti quelli fidelizzati è offrire loro una scontistica adeguata sui prodotti in vendita. Giocati questa carta con intelligenza e, per l’occasione, rendi lo sconto che offri il più originale possibile.
Che ne dici ad esempio in vista del nuovo anno di offrire uno sconto del 21% o di €20,21? Un modo simpatico ed intelligente per invogliare agli acquisti i tuoi clienti, in vista della Befana o dei saldi che si avvicinano, le occasioni non mancano!
2. Scegli l’immagine giusta
Per invogliare i clienti ad aprire la mail e a non cestinarla il nostro suggerimento è quello di curare molto l’oggetto e non essere mai banale: confondersi nella mischia non è affatto la strada giusta da percorrere. Cerca di agganciare l’attenzione di chi legge, ottenuta la quale, prova a stupire con l’immagine giusta: ma quale?
Scegliere quella che più rappresenta il tuo business è un passo importante da cui dipende assieme alle poche righe che l’accompagnano il successo della tua campagna. Fa che resti impressa nella mente.
3. Crea un’e-card personalizzata
Se in occasione delle feste non hai pensato di creare ed inviare curiosi bigliettini d’auguri, l’ultimo giorno dell’anno rappresenta l’occasione perfetta. Stile semplice ma efficace: questo tipo di email è molto facile da realizzare e ti conquisterà in un attimo.
Non dimenticare di inserire un bottone per la call to action però.
4. Punta sulla vendita promozionale
Creare una vendita promozionale in occasione del 1° gennaio può essere un modo interessante per catturare l’attenzione dei tuoi clienti che avranno solo poche ore a disposizione per:
• sfruttare uno sconto
• usufruire della spedizione gratis
• ricevere omaggi, ecc.
5. Proponi articoli più venduti nello scorso anno
Per concludere, invoglia a fare shopping proponendo una carrellata degli articoli più venduti nel corso dell'anno passato. I prodotti diverranno i veri protagonisti di questa email: scegli un layout semplice in cui saranno le immagini a parlare.
Se il nostro breve articolo ti è stato d’aiuto, non esitare a chiedere ulteriori suggerimenti nei commenti e continua a seguire il nostro blog di marketing e non solo. Cin cin!
Paola Palmieri 18/12/2020 0
I colori nel marketing: il potere della comunicazione
Se hai sempre pensato che i colori scelti dai brand fossero casuali, con la lettura del nostro articolo ti ricrederai. Dietro ciascun colore, infatti, si cela un significato ben preciso e la psicologia è pronta a spiegarcelo. Ogni colore rimanda delle sensazioni al nostro cervello e il fatto di usarne uno piuttosto che un altro cambia la percezione da parte dell’utente.
Diviene fondamentale quindi affidarsi ad un colore per la nostra strategia di marketing e questo per varie ragioni. Vediamole insieme.
La giusta strategia dei colori
Il colore ci aiuta ad ottenere dei risultati piuttosto che altri e questo lo possiamo verificare noi stessi nella realtà quotidiana. Per dare un alert, ad esempio, che colore ti viene in mente? Hai mai visto uno stop verde? È proprio con i colori che si gioca l’efficacia della tua comunicazione, vediamo perché.
1. Se stai creando una tua identità di brand
2. Se l’obiettivo è far compiere un’azione all’utente
3. Se vuoi veicolare, infine, un preciso messaggio.
Quando si parla di brand l'obiettivo è quello di essere chiaramente riconoscibili e i ricercatori, a tal proposito, hanno condotto uno studio intitolato “Impatto dei colori nel marketing” scoprendo che, il 90% dell’opinione che ci facciamo di un brand, deriva proprio dal colore che lo definisce.
È importante scegliere un colore che esalti la qualità del tuo brand avendo ben chiaro in mente sia le sensazioni che le persone associano a quel colore sia il contesto di mercato in cui ci si muove. Questo anche e soprattutto per un discorso di coerenza.
Le caratteristiche dei colori nel marketing
Cerchiamo di capire insieme quale può essere il colore adatto al tuo brand attraverso delle linee guida.
Il rosso: è il colore della passione, dell’amore ma anche del pericolo. Un colore deciso che richiama a sensazioni contrastanti spesso scelto per le call to action o per mettere in evidenza alcuni elementi. Nato per distinguersi.
Il blu: dalla gradazione più profonda e scura fino a quella più chiara e delicata dell’azzurro rappresenta la calma e la fiducia, uno dei colori più amati e di frequente scelto dalle aziende che trattano di tecnologia. Vedi Intel, Ibm, Samsung ma anche profili professionali come Linkedin e non solo.
Il giallo: ricorda il sole, lo splendore della luce e proprio per questo trasmette ottimismo, energia e dinamicità.
Il verde: colore della natura questo è chiaro ma spesso usato in ufficio o nei luoghi di lavoro in generale perché stimola la concentrazione. I brand che solitamente preferiscono questo colore sono eco-friendly.
L’arancione: è un colore molto positivo ma meno aggressivo del rosso. Richiama l’attenzione e stimola l’entusiasmo e la positività. Molto usato per esaltare elementi grafici e per rivolgersi ai giovani.
Il nero: colore elegante e serioso esprime concretezza e qualità. Usato principalmente dai brand di lusso come Chanel, Louis Vuitton ma anche Zara, adidas, ecc.
Marketing multicolore
Se pensi a Google o eBay, infine, noterai subito che non puntano solo su un colore ma su un mix di essi. Sempre più brand ultimamente fanno una scelta multicolor per il loro visual e questo per un discorso di informalità e di apertura portando avanti un discorso etico oltre che estetico.
Se stai strutturando il tuo brand ricorda che il colore perfetto non esiste ma ci si può avvicinare ad esso con la scelta di due o massimo tre colori. Come usarli?
1. sfondo
2. struttura del sito
3. elementi di accento.
I colori sono importanti, usali con intelligenza. E il tuo business di che colore è? Raccontacelo nei commenti e se ti va continua a seguirci per altre informazioni legate al marketing e non solo.
Tiziana Troisi 17/12/2020 0
Pull or Push?
Questo è l’antico dilemma che ci troviamo innanzi ad una porta. Per entrare o uscire, devo spingere o tirare?
Lo stesso principio possiamo applicarlo al marketing. Esistono infatti due tipi di strategie completamente opposte: il marketing push e il marketing pull.
Possiamo definire la strategia push alla stregua del marketing tradizionale. Si tratta di un’azione unidirezionale in cui l’azienda spinge il prodotto verso il cliente.
il pull marketing, per contro, è più orientata al cliente con il quale si instaura una relazione reciproca di scambio. I social media marketing e il content marketing ne sono un esmepio.
Outbound marketing
La differenza tra i due modus di vendita si basa anche sulla organizzazione del percorso di acquisto. Nel caso dell’outbound marketing (o push) la promozione del prodotto/servizio avviene per tramite di rivenditori e commerciali.
L’obiettivo è accorciare le distanze tra promozione ed acquisto. Lo si può fare attraverso modalità diverse. Partiamo dalle promozioni fieristiche, al packaging accattivante passando per le promozioni, i coupon e gli sconti.
Il marketing tradizionale è spesso sinonimo di marketing push. La comunicazione unidirezionale che la caratterizza favorisce i risultati immediati.
Il messaggio di vendita è particolarmente aggressivo allo scopo di creare una domanda immediata da parte dei clienti.
Content marketing e inbound marketing
Il pull marketing è orientato alla costruzione di una relazione. Lo scopo è quello di creare una comunità introno al marchio caratterizzata da un certo grado di fidelizzazione.
Seppure questo richieda più tempo, il risultato ottenuto è nettamente più duraturo. Conosciuto anche come inbound marketing, questa strategia si inserisce laddove il suo target è già presente e svolge le sue relazioni, come i social network.
Il content marketing è un altro tipo di strategia pull che utilizza il contenuto come calamita per il cliente. Si fornisce a lui la risposta ai suoi quesiti, si offre intrattenimento e, solo successivamente, verrà esplicitata l’azione di vendita.
In maniera dissimulata infatti si inserirà la CTA, ovvero l’invito all’acquisto o alla prova di un prodotto/servizio.
Come mettere in campo una strategia di pull marketing? Innanzitutto attraverso il posizionamento che è basato proprio sulle ricerche del cliente.
Poi con il content marketing, pensiamo al blogging o ai video, i podcast o gli ebook. Per ultimo, ma non per importanza, attraverso il social media marketing.
Sicuramente questo tipo di approccio trova il suo humus nel web marketing e in tutto il mondo di internet.
Push or pull? Una cosa non esclude l’altra
Non è necessario scegliere, se è questo quello che ti stai chiedendo. Le due strategie possono andare di pari passo.
Non è necessario rinunciare a partecipare alle fiere oppure licenziare il proprio commerciale. Il marketing mix sei tu a deciderlo.
Sicuramente conviene testare vari canali per capire quale sia il più proficuo. Sicuramente, le pubblicità televisiva ha ancora il suo valore ma questo non deve precludere dall’avere il ricorso ad una adeguata comunicazione sui social.
Se la tua azienda è una strat up il push ti permetterà di farti conoscere in maniera più immediata. Raggiungerai così un pubblico più vasto per cui si tratta, sicuramente di una buona strada per la tua brand awareness.
Purtuttavia il contatto instaurato deve consolidarsi nel tempo e può farlo solo attraverso tecniche di pull marketing che colgano gli interessi dell’utente e lo coinvolgano quotidianamente.
Studio del target, approfondita conoscenza del mercato di riferimento, fantasia e creatività sono alla base di un ottimo marketing mix. Riuscirai così ad interfacciarti con il tuo buyer persona e non solo per vendergli qualcosa!
Paola Palmieri 11/12/2020 0
Guerrilla marketing: cos’è e perché usarlo
Tra le definizioni che più rappresentano questa tipologia di marketing vi è quella che lo considera “un insieme di modi non convenzionali per raggiungere obiettivi tradizionali”. In che modo e perché lo affronteremo nel corso del nostro articolo ma prima ci interessa bene capire cos’è.
Cos’è il Guerrilla marketing
L’uso del termine guerrilla sembra venir fuori dal gergo militare: la guerriglia, appunto che, stando alla definizione di Wikipedia, altro non è che “una forma di conflitto armato in cui una delle due fazioni combattenti preferisce ad un esercito regolare formazioni autonome che trovano appoggio nella popolazione locale destabilizzando il nemico”.
Come il Guerrilla marketing, dal canto suo, destabilizzi il mercato è presto detto: con azioni fuori da qualsiasi schema di marketing ma con in mano una strategia vincente. Ideale per grandi imprese ma anche per piccoli business: opzione migliore per vincere la competizione e guadagnarsi l’attenzione del cliente. Stiamo parlando di una chiara strategia pubblicitaria ma facciamo un piccolo passo indietro.
Guerrilla marketing: un po’ di storia
Il termine nasce negli anni 80, precisamente nel 1984, coniato da Jay Conrad Levinson che, nel suo libro Guerrilla Advertising, ne presenta le principali caratteristiche. Come si presentava il mercato allora? Erano gli anni in cui cominciava ad affacciarsi per la prima volta la pubblicità come la conosciamo oggi e che è entrata nel nostro immaginario collettivo: un target, una campagna e un buon investimento. Chi non disponeva di grosse somme, però, come avrebbe fatto ad emergere?
Con il Guerrilla marketing appunto! Una fine strategia in 7 punti: scopriamoli insieme:
• Individuare il target
• Stabilire il budget
• Individuare nicchia di mercato
• Spiegare i goal marketing cioè cosa voglio che faccia il cliente
• Come raggiungere gli obiettivi
• Definire gli strumenti di marketing più adeguati
• Nella “non convenzionalità” non perdere mai di vista l’identità del proprio business.
Bisognerà aspettare gli anni duemila per vederlo affacciarsi sulla scena italiana con un gruppo di creativi pronti all’azione.
Principali caratteristiche
L’idea di base è trovare sempre il modo di stupire nel promuovere il brand. Le caratteristiche principali sono:
• L’unicità
• L’essere ancorato alla realtà locale
• Il successo a prima vista
• L’effetto sorpresa.
Perché dovresti usare il Guerrilla marketing
Diverse in realtà sono le ragioni per cui inserirlo nella tua strategia:
1. Budget bassi: puoi ottenere grandi risultati anche con un budget ridotto.
2. Con mosse astute puoi battere i tuoi competitor (non importa quanto grandi siano).
3. La viralità della campagna
4. Diventare memorabile.
Ma come impostare una campagna del genere? Diverse le strategie che puoi mettere in campo contro il nemico, vediamone alcune:
1. Graffiti: la street art più efficace e coinvolgente
2. La tua vetrina: se hai un negozio fisico usa tutta la creatività possibile
3. Stickers: basso costo e stupefacenti
4. Flashmob: con performance dal vivo
5. Wait marketing: alla fermata del bus o alla metro
6. Passaparola
7. Altre tipologie più connesse al mondo offline che online.
A questo punto hai in mano tutte le informazioni utili per impostare una tua campagna ma manca un ultimo tassello: qualche esempio concreto. Inseriamolo.
Campagne di Guerrilla marketing di successo: alcuni esempi
Una della Guerrilla marketing più sconvolgenti e di maggior successo di tutti i tempi è stata quella sviluppata da Red Bull nel 2012. Il paracadutista Baumgartner è salito nella Stratosfera e si è lanciato per 128.100 piedi. 8 milioni gli spettatori incollati al video.
Altri esempi anche nel sociale per sensibilizzare su temi quali la SLA: chi non ricorda la sfida del secchiello ghiacciato?
E tu hai visto qualche campagna di Guerrilla marketing che ti ha colpito particolarmente? Scrivicelo nei commenti e continua a seguire il nostro blog per essere aggiornato sempre sul mondo del marketing e non solo.
Tiziana Troisi 03/12/2020 0
Che cos’è la SEM?
Come molti altri acronimi del marketing, SEM è una parola che ritroviamo spesso sul web. Nella maggior parte di casi si associa a quella di SEO, Search Engine Optimization. Perché questa correlazione?
Intanto perché entrambe le sigle si riferiscono all’ambito dei Search Engine, ritroviamo infatti le due prime lettere in comune. Si tratta cioè di due tecniche accomunate dal campo di azione: i motori di ricerca.
Mentre nel primo caso ci riferiamo alle operazioni di ottimizzazione di siti o testi per favorirne l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca, nel secondo parliamo di tecniche di marketing messe in campo a questo scopo.
Approfondiamo in questo articolo cosa è la SEM e soprattutto a quali tecniche fa riferimento.
Che cos’è la SEM
“Il search engine marketing (SEM) è l’insieme delle attività di web marketing svolte per aumentare la visibilità e la rintracciabilità di un sito web con l'uso dei motori di ricerca”. Definizione Wikipedia.
Con la SEM, insomma, si mettono in pratica diverse strategie di web marketing, come la differenziazione nei motori di ricerca, ma se ne valutano anche i ritorni grazie agli strumenti di web analysis.
Scuramente la SEM rientra nel grande contenitore del web marketing, ed anche essa ha lo scopo di intercettare i bisogni degli utenti attraverso le loro ricerche sui motori come Google.
Non hanno solo questo in comune ma anche alcuni aspetti tecnici ovvero obiettivi, piano di marketing e individuazione ed implementazione di azioni adeguate sui motori.
Obiettivi della SEM
Perché qualcuno, aziende, brand etc. dovrebbe ricorrere alla SEM? Intanto per farsi conoscere e poi soprattutto per vendere. Fare SEM significa anche fare ricorso agli strumenti di advertising messi a disposizione dai motori di ricerca come Google. Ne è un esempio la pubblicità PPC, il cliente paga l'annuncio solo quando un utente clicca sul link, a cui si collegano alcuni parametri:
- CPA: acronimo di Cost per action. È il costo medio di un annuncio pubblicitario quando viene effettuata un'azione specifica. Un dato che può aiutarvi a capire l'impatto economico della campagna di marketing dell’azienda.
- CPC (cost-per-click) ovvero il costo effettivo di ogni click in una campagna di marketing PPC. Capire quale è il CPC dell’annuncio può aiutare l’azienda a sapere quanto investire in un'offerta.
Quali sono però gli obiettivi della SEM? Potremmo riassumerli così:
- Lead generation
- Conversione
- Benchmarking online
- Online branding
- Brand monitoring
Analizziamoli uno ad uno brevemente.
SEM per lead generation
Generare lead significa ottenere un contatto da parte di utenti in linea con il target dell’azienda. In parole povere lo scopo della lead generation è quello di intercettare l’utente veramente qualificato e motivato all'acquisto. Come? A partire da quello che ricerca on line.
Saranno, infatti, i suoi interessi a permettere una profilazione dell’utente che sarà invitato a compiere un’azione come l’iscrizione al sito.
La conversione
L’obiettivo finale di tutte le aziende è quello di vendere beni o servizi. In termini di web marketing viene definito conversione. La SEM con obiettivo conversione è quella tipica degli e-commerce o dei comparatori di prezzo che hanno come call to action proprio la vendita. Per intenderci si tratta di tutti quegli annunci in cui compare il link/bottone “Acquista ora”.
Benchmarking online
In economia con il termine benchmarking si intende il metodo di confronto sistematico che permette alle aziende di confrontarsi con le migliori aziende dello stesso settore per apprendere da queste e migliorare.
Come si traduce tutto questo? In uno studio accurato dello scenario competitivo sui motori di ricerca: saturazione del canale, tipo di contenuti proposti etc.
Online branding
Il branding è l’attività atta a aumentare la notorietà della marca presidiando i risultati dei motori di ricerca. Questo non sempre ha a che vedere con la conversione, anzi quasi mai.
L’intento è, infatti, entrare nella mente dell’utente, nei suoi pensieri, nelle sue associazioni mentali ed anche di coinvolgerli nel sistema valoriale della marca.
Brand monitoring
Le grandi aziende mettono in campo periodicamente tecniche di SEM per verificare la propria reputation e la percezione del brand on line. Il brand monitoring, quindi, può essere definito come il monitoraggio periodico del sentiment intorno alla marca nei risultati dei motori di ricerca.
SEM in conclusione
In conclusione è necessario chiarire alcuni aspetti important:i SEO e SEM non viaggiano su due binari paralleli bensì si tratta di tecniche che si supportano vicendevolmente. Non solo, la SEA, il Serch Engine Advertising è parte integrante della SEM.
Approfondiremo nei prossimi post questi aspetti che fanno parte del gigantesco mondo del web marketing!