35 articoli nella categoria Novità dal web

Paola Palmieri 19/03/2021 0

Clubhouse marketing: caratteristiche e opportunità

Durante la quarantena quante volte ti è venuta voglia di condividere idee e progetti con amici vicini o lontani, anche migliaia di chilometri? Di far quattro chiacchierare in tranquillità e dar vita a qualcosa di nuovo e stimolante? È proprio da qui che nasce l’idea di Clubhouse. Scopri con noi di Marketing e non solo cos’è, a cosa serve e perché piace tanto. Tu lo stai già usando?

Clubhouse: progetto di successo

Ultimamente non si sente parlar d’altro, è nato un nuovo social network ricco di opportunità ed è subito febbre da Clubhouse. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano: punto di forza? La tua voce e nulla più. Infatti, a differenza degli altri e ben più noti social network che si basano su testo e immagini, Clubhouse in un mondo in cui la fretta la fa da padrona e la necessità di condividere velocemente contenuti detta legge scommette sui contenuti vocali

Clubhouse: numeri da capogiro

Da aprile 2020 – data in cui ha debuttato - a oggi, quasi due milioni i download effettuati e tanta strada ancora da percorrere. Scopriamone insieme le caratteristiche principali. 

Da dove nasce l’idea di Clubhouse

Clubhouse nasce dall’idea di un ex dipendente Google e di un imprenditore della Silicon Valley che ci hanno visto lungo: con 1500 iscritti è stata da subito valutata 100 milioni di dollari e la sua valutazione è destinata a crescere, ricevendo anche ulteriori finanziamenti. Questo, a sottolineare il trend in crescita per chi scommette sulla tecnologia

Cos’è Clubhouse e come funziona

Clubhouse è una piattaforma social esclusiva che si basa su contenuti audio. Esclusiva perché:

1. Ha la possibilità di utilizzarlo solo chi ha dispositivi Apple (iPhone, iPad…)

2. Non è libera ma si accede dietro invito.

Scarichi l’app, crei il tuo account personale e puoi prender parte ad una stanza di conversazione solo se qualcuno che conosci è già dentro: un amico, un collega, un professionista che segui e così via. Una volta lì puoi dare il tuo contributo o semplicemente ascoltare argomenti a te più vicini. 

Interessante la possibilità di creare una rete di ascolto e di confronto, raccontare storie e sviluppare progetti e idee con persone sparse in giro per il mondo. A supervisionare il corretto svolgimento della chat un moderatore: il nuovo influencer

Clubhouse: regole e potenzialità

Una caratteristica importante è che "quello che viene detto su Clubhouse, rimane su Clubhouse". Non è infatti possibile scaricare o condividere le conversazioni e i file audio. Questo per proteggere anche la privacy di chi prende parte a queste stanze. In più si osservano regole di gentilezza, cortesia e massimo rispetto. 

Qual è l’uso che ne può fare un buon marketer? Più di uno, in effetti, il marketing audio è l’ultima frontiera del content marketing e Twitter per primo ne ha compreso le potenzialità, lanciando a giugno 2020 una funzione per twittare con la voce o altro audio. Di seguito solo alcuni dei modi per utilizzare Clubhouse:

1. Fucina di nuove idee e progetti

2. Ottimo strumento per workshop o gruppi di discussione in eventi più grandi

3. Raccoglie interviste o citazioni

4. Crea marchio personale

5. Espande la tua rete.

I vantaggi di Clubhouse

L’aspetto più interessante è che associa alla potenzialità di un social network la forza di un podcast con una capacità tutta nuova. Quella di tenere viva l’attenzione con interventi costanti e sempre diversi. Tieni d’occhio Clubhouse già molti i brand chiusi in questa stanza: il futuro è già qui.

E tu lo conoscevi già? Diversi i nomi famosi che si son lasciati tentare da Oprah Winfrey a Ashton Kutcher e via dicendo. Essi non fanno altro che aggiungere fascino al nuovo social e donargli valore aggiunto: è infatti diventato una sorta di status symbol e noi non potevamo non parlarne.

Se sei curioso di scoprire altri argomenti di Marketing e non solo segui i prossimi appuntamenti: ti aspettiamo!

 

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Tiziana Troisi 18/02/2021 0

Bonus pubblicità 2021

 

La crisi sanitaria e commerciale ha messo in ginocchio molti settori. Uno di questi, anche se non lo avremmo mai pensato è sicuramente quello pubblicitario.      In un momento in cui nelle città tutto era silenzioso e serrato, la pubblicità televisiva non ha portato il risultato sperato.

Molte aziende hanno provato a rialzarsi sfruttando il potenziale pubblicitario dei social network e in generale di internet. È li che le interazioni si sono spostate in massa durante il lockdown.

Proprio analizzando questo forte cambiamento nel mondo pubblicitario, il Governo ha deciso di emanare un Bonus Pubblicitario per il 2020, che è stato confermato anche per il 2021

Vediamolo nel dettaglio.

Bonus Pubblicitario: come funziona

Il bonus pubblicitario 2021 ha come obbiettivo principale l’incentivo all’utilizzo di tecniche di digital marketing.

Si tratta di un credito d’imposta ( un anticipo delle spese da sostenere nel corso dell’anno) pari al 50% degli investimenti in programma.

Possono accedervi aziende e professionisti che abbiano intenzione di investire in pubblicità su giornali cartacei o online. A differenza del 2020, sono esclusi dal provvedimento i fondi investiti in spazi televisivi.

Un modo per spingere le aziende ad abbandonare i vecchi canali?

Il bonus pubblicitario 2021 copre una spesa massima di 50 milioni l’anno. Si può presentare domanda di adesione fino al 31 Marzo 2021.

A muoversi per incentivare l’utilizzo dei canali digitali non è stato solo il governo. Nel corso dell’anno precedente molti colossi della comunicazione digitale hanno stanziato fondi per sostenere la pubblicità in rete.

Fondi Facebook Ads

Facebook, per esempio, per il 2020 ha creato un fondo di Sostegno per le PMI: 100 milioni di dollari da distribuire in 30 Paesi. I fondi sono stati accreditati alle aziende aderenti all’iniziativa che si sono dimostrate meritevoli. Questi crediti, spendibili in Facebook Ads, sono scaduti il 31 Dicembre 2020
Non si hanno ancora informazioni su un eventuale rinnovo dell’iniziativa anche per il 2021.
Per rimanere aggiornati consultate la sezione domande frequenti di Facebook.

Tik Tok Advertising

Ammettiamolo: quando Tik Tik si è diffuso in maniera capillare sui cellulari di giovani e meno giovani, non ci avreste scommesso per nulla. E invece no: i piccoli video di 15 o 60 secondi si sono rivelati un canale fortissimo per una pubblicità che non fosse troppo invasiva ma colpisse nel segno.

Anche Tik Tok, nel pieno della pandemia ha deciso di aiutare le piccole medie imprese: è stato istituito un fondo che restituisse l’equivalente della cifra investita in pubblicità. Piccolo ma non trascurabile dettaglio: potevano accedere al fondo solo le aziende con almeno 100 mila clienti.

L’istituzione di questo fondo è stata solo l’ultimo tassello della trasformazione del social cinese in un importante nodo del social media marketing: poco prima era stata lanciata la piattaforma Tik Tok ads Manager, per aiutare le aziende a gestire tutto in maniera più intuitiva

Non è stato ancora confermato il rinnovo del fondo pubblicitario per il nuovo anno, ma visto il successo, siamo fiduciosi.

Google Ads

Dopo aver appreso di queste iniziative, sorge spontanea una domanda: come promuovere online le aziende che per una scelta interna non utilizzano i social?

Ci sono brand il cui target sono persone che non hanno molto appeal con i social o non utilizzano uno smartphone. Persone meno giovani magari, il cui utilizzo di internet si limita alle ricerche sul web.

Tranquilli, a loro ci ha pensato Google: il famosissimo motore di ricerca ha ricaricato gratis i conti degli account delle aziende già attive su Google Ads, la piattaforma di Google dedicata alla pubblicità.

340 milioni di dollari distribuiti sugli account Google Ads di tutto il mondo. Sembrava uno scherzo, ma era tutto vero. I crediti si sono poi azzerati il 31 Dicembre 2020.

A parte il Bonus governativo, già confermato, tutte le altre iniziative descritte sono ancora in forse. Si sarà trattato di un evento sporadico? Certo è che incentivi di questo tipo, se ripetuti, potrebbero rendere più facile la strada verso la digitalizzazione delle piccole medie imprese. Nel nostro Paese sono ancora pochissime le aziende in grado di comprendere e sfruttare il potenziale della rete.

Per restare aggiornati sul mondo della pubblicità digitale e tanto altro, seguite le nostre pagine.

 

 

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Tiziana Troisi 04/02/2021 0

Telegram: 3 consigli per il marketing

Lo sanno tutti: ormai la messaggistica istantanea è parte integrante della nostra vita. I messaggi sono un modo per sentirsi più vicini e comunicare, in modo informale ma anche in ambiti professionale.

L’evoluzione tecnologica ha permesso di fare delle applicazioni di messaggistica usi diversi e sempre nuovi rispetto a quello che era il loro scopo originale: non solo messaggi ma video e sticker un piccolo cloud dove salvare documenti e foto.

Potevano, i grandi brand, non imparare a sfruttare l’enorme potenziale di questi nuovi mezzi? Certo che no!

Telegram: nascita e diffusione

In particolare, l’app di messaggistica istantanea che più si presta all’utilizzo nel campo del marketing è Telegram.

Nata nel 2013 dai creatori del social network russo Vk, Telegram oggi conta quasi 500 milioni di utenti attivi e quasi 5.000 iscrizioni al giorno. Una platea grandissima e particolarmente succulenta per chi cerca di ampliare il proprio pubblico.

Telegram: il target

Parlando di pubblico, sorge spontanea una domanda: chi utilizza Telegram?

Trattandosi di una piattaforma molto diffusa, vale la pena soffermarsi un attimo ad analizzare qual è il pubblico che più la utilizza.

Come ogni app di messaggistica, Telegram è molto utilizzata dai millenials. Date alcune particolari funzioni, Telegram è utilizzata anche da un pubblico più adulto.

La particolarità di quest’app non riguarda propriamente il target raggiungibile. Su telegram, attraverso la creazione di gruppi e canali tematici, si riescono a creare tante piccole nicchie di pubblico interessate ad un determinato argomento.

Se volete un pubblico selezionato e fedele, sapete dove cercarlo.

Tre consigli per il marketing su Telegram

Ora veniamo al sodo: come detto, Telegram si presta benissimo ad essere utilizzato come mezzo per campagne di marketing innovative, personalizzate e coinvolgenti.

Ecco quali sono le 3 funzioni più interessanti di Telegram e come utilizzarle:

  • Bot: Si, telegram offre la possibilità di creare e utilizzare sistemi di chat automatizzate che possono aiutare moltissimo: per esempio, creando un bot che faccia al posto vostro le domande che vorreste fare ai vostri follower, potreste somministrare loro un sondaggio di opinione in pochi minuti. Per chi punta alla lead generation, niente paura: attraverso un bot è possibile anche compilare form e scaricare documenti
  • Gruppi: se il vostro obbiettivo è la brand awareness, creare dei gruppi di discussione su una tematica vicina al vostro prodotto, potrebbe essere una buona soluzionePer esempio, un brand di cosmetici potrebbe creare un gruppo dove si parli di beauty e proporre, indirettamente i propri prodotti. A differenza di altre app di messagistica, su Telegram non viene mostrato il numero di telefono. Dopo l’installazione, basta un nickname per rendersi rintracciabili. Anche i clienti più attenti alla loro sicurezza non avranno timore di aderire. Creare una community solida è fondamentale.
  • Canali: se l’idea di dover gestire un gruppo vi spaventa e sembra troppo impegnativo in termini di tempo, tranquilli. Oltre ai gruppi, Telegram ha pensato a creare un sistema che aiutasse anche chi è abituato a una comunicazione un tantino più formale. Vediamolo nel dettaglio.

I canali Telegram

Se la vostra comunicazione si svolge per lo più secondo la logica del one to many, quello che vi serve è un canale su TelegramUn canale funziona proprio come un gruppo tranne che per un piccolo particolare: a poter interagire e condividere contenuti è solo il proprietario. Gli iscritti fanno da pubblico silente. Viste le sue caratteristiche, un canale può essere perfetto per la condivisione di newsletter e aggiornamenti vari. Ma non solo: sui canali è possibile condividere sondaggi a risposta multipla.

Si può quindi sondare le opinioni del vostro pubblico o cercare di capire qual è l’orario più congeniale alla pubblicazione dei contenuti.

Questo tipo di utilizzo si presta, come detto, ad una comunicazione istituzionale. Giornali come Repubblica hanno fatto di questo metodo una risorsa per la creazione di un’informazione precisa ma non invasiva.

Se preferite un approccio più amichevole, c’è sempre la possibilità di lasciare che gli iscritti commentino i vostri post.

Ormai lo avete capito: Telegram non  è solo un’app per inviare messaggi. Anzi, può essere molto di più.

Se cercate altri consigli sul mondo del marketing digitale, continuate a seguirci sui social.  

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Tiziana Troisi 23/01/2021 0

Twitch: fare marketing con il gaming

Se siete appassionati di videogiochi ricorderete sicuramente la bellezza dei pomeriggi trascorsi con gli amici impugnando joystick. Ogni gioco, anche il più banale, poteva diventare oggetto di un torneo all’ultimo sangue.

Oggi, anche il mondo dei videogiochi è sbarcato online. La piattaforma più famosa tra i gamers è sicuramente Twitch. Se non la conoscete, ecco qualche info in più.

Un po’ di storia

Nato da una sezione della tv streaming Justin nel lontano 2007 Twitch mostra da subito un fortissimo potenziale attrattivo. I visitatori di Justin.tv sono stregati da quel canale streaming interamente dedicato al gaming. Cosi tanto, da convincere i suoi fondatori a farlo diventare una piattaforma indipendente.

Nel 2011 Twitch tv sbarca sul web e dopo appena due anni batte il record di 45 milioni di utenti attivi. Un micromondo talmente potente da attrarre anche i colossi del mercato. È il 2014 quando Amazon decide di acquistare Twitch per appena mille milioni.

Qual è la forza di questa piattaforma e perché attira cosi tanto?

Twitch: ecco come funziona il colosso del gaming online

Veniamo al sodo: come funziona twitch? Su questa piattaforma di live streaming è possibile trasmettere video in diretta: c’è chi commenta i propri programmi preferiti, chi si dedica ad un semplice live chatting e chi lo utilizza da semplice osservatore.

Il traino maggiore di questa piattaforma è sicuramente rappresentato dal gaming: streamer professionisti, appassionati e casual gamers possono trasmettere in diretta partite e tornei o aiutare, attraverso in gameplay guidato, i colleghi giocatori a superare un punto particolarmente impegnativo.

Grazie a Twitch ogni gioco può diventare interattivo: sotto ogni video è possibile lasciare dei commenti che lo streamer legge in diretta e ai quali chiunque può rispondere.
 

Twitch: il paradiso dei millenial

Chi è il pubblico di Twitch? Secondo le stime della stessa piattaforma, la maggior parte degli utenti attivi è rappresentata dai millenials. Ragazzi giovani e meno giovani nati tra gli anni 80 e metà degli anni novanta. Quelli che si sono ritrovati catapultati in rete ma anche quelli che con la rete ci sono nati e prediligono le interazioni online. Sono proprio i millenials, con i loro botta e risposta, a rendere la comunity cosi viva.

Twitch e la tribal comunity

Proprio nel botta e risposta sta la forza di questa piattaforma: avere la possibilità di dialogare senza alcun tramite con il proprio streamer preferito abbatte definitivamente la distanza reverenziale tra fan e artista. Anzi, spesso per gioco, sono i follower a decidere cosa deve fare lo streamer in diretta.

Chi guarda video su twitch non è solo uno spettatore. I followers sono e si sentono parte di una comunity fortissima, quasi tribale. Chi segue uno streamer lo fa con passione, costanza e fiducia.  Chi vuole può anche contribuire alla vita di un canale abbonandosi tramite una sottoscrizione.  Una piccola cifra che aiuta gli streamer a realizzare migliori contenuti.

Fare marketing in game

Una comunity cosi solida non poteva non attrarre i grandi brand. Chi conosce bene il marketing sa che la fidelizzazione è alla base della riuscita di una buona campagna. Uno  streamer con tanti follower equivale a tanti nuovi utenti unici raggiunti.

Cosi, gli streamer sono diventati il tramite per nuove importantissime campagne di sponsorizzazione. Basta che loro mostrino un prodotto durante una live o avviino uno spot di pochi secondi  per assicurarsi la giusta reach.

Ninja: lo streamer da miliardi di dollari

Se c’è una storia che più di tutte può aiutare a capire quale sia la portata pubblicitaria del mondo del gaming è sicuramente quella di Ninja, al secolo Richard Blevis.

La sua carriera comincia con il successo nei team competitivi di Halo 3. Il gioco che lo ha consacrato è sicuramente Fortnite. Grazie a questo famosissimo sparatutto, oggi Ninja è il videogiocatore under trenta tra i più famosi del mondo

I suoi sedici milioni e mezzo di followers hanno spinto i più grandi brand a sceglierlo come ambassador. Non solo videogame: a scegliere Ninja sono soprattutto sponsor non endemici che poco centrano con questo mondo.

Redbull, Uber e il più recente Adidas, hanno scelto il giovane come principale fonte pubblicitaria, alcuni stipulando addirittura contratti di esclusiva.

Scelte ragionate, segno che investire nel mondo videoludico sia la cosa migliore da fare.  Oggi, chi gioca (tanto) conta.

 

 Se volete essere sempre aggiornati sulle ultime tendenze del marketing continuate a seguire le nostre pagine social.   

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Paola Palmieri 22/01/2021 0

Il marketing e le sue regole: il successo di Unieuro

Chi fa marketing lo sa bene, ci sono delle regole da studiare e rispettare ma qualche volta anche da infrangere per emergere. Spesso vince chi è pragmatico, chi decide di buttarsi nella mischia e rischiare, puntare tutto su un progetto nuovo ed originale. Chi, in poche parole, decide e ha il coraggio di rompere il flusso della pubblicità tradizionale e vince contrariamente a tutto e a tutti.

Diverse le armi a disposizione per combattere ma bisogna affilarle bene: c’è chi cura nei minimi particolari la campagna (dall’immagine al copy), chi usa l’ironia prendendo in giro i competitor o addirittura scommette su di essi per far emergere il proprio valore intrinseco. 

Campagna Unieuro: i punti di forza

Unieuro ha deciso così di rompere gli schemi svestendo i panni di una seriosa campagna aziendale che grida a sconti e promozioni incredibili. Tutto nasce dalla promozione di una lavatrice LG scontata al 54%, non ci sarebbe altro da aggiungere o forse poco altro come il più classico degli affrettati! o un'offerta che parla da sè e invece. 

Il post

Se clicchi su altro le parole diventano protagoniste, usando uno slang comune e molte di più di quelle solitamente concesse al web, riescono a convincere e divertire. Se te lo fossi perso leggiamo insieme il post, scritto direttamente dal social media manager dell'azienda:

Oh, grazie che hai premuto ‘altro’. Davvero. Che poi altro che ‘altro’. Qui c’è tutto. Sì fra, sono io, il social media manager di Unieuro. Niente, ‘ste settimane non ci sono stato perché mi hanno mandato a un corso per imparare a fare i social fichi. Sì, dopo quella storia dell’offerta che si commenta da sola mi hanno detto che ne avevo bisogno, che mi vedevano un po’ provato e storie. Praticamente a ‘sto corso mi hanno spiegato come ci si comporta, come si fanno i post, come si commenta. Eh, sui commenti si sono soffermati parecchio.

Mi hanno fatto vedere le pagine giuste, i post fatti come si deve. Ho imparato molto, credo. In generale è stato carino. Magari a volte un po’ cringe, soprattutto quando mi dicevano ‘devi essere sintetico nei testi’ e io invece ero tipo ‘ma zio, sintetico cosa? Ma ti rendi conto il trauma che fino all’altro ieri la gente giocava con le figurine e ora deve scegliere quale lavatrice comprare? Un attimo sei lì convinto che i vestiti si lavino e stirino magicamente da soli e un attimo dopo stai confrontando prezzi e funzioni tra modelli in offerta. Finisce che tra un po’ ci ritroviamo alle riunioni di condominio a votare per non far giocare i ragazzini a pallone in cortile e tu mi dici sintetico?’ A parte che ‘sta lavatrice è una bomba e fa il suo anche col sintetico (markettata), ma questo è un altro discorso.

Vabbè, tornando a noi, che stavo dicendo? Ah, sì. Mi è servito di brutto quel corso, te lo consiglio. Metti che domani devi gestire la pagina di un brand di magliette fighissime che fa un tuo amico (che tra l’altro questa lavatrice laverebbe da paura; sì lo so, altra markettata), o metti che mi licenziano e cercano un altro social media coso… non si sa mai. Vabbè, stasera che mangi?. Si conclude così il post sulla pagina della ben nota catena di elettronica, scatenando una valanga di commenti. 

Conclusioni

A suon di “fra” e “oh” ci ha fatto capire come fare marketing è molto di più. E dietro il social media manager di Unieuro c’è un’azienda francese la BCube fatta di uomini e donne al passo coi tempi.

Una strategia che si è distinta tra migliaia di messaggi sulle bacheche social e che, a distanza di giorni, ancora fa discutere.

Tu cosa ne pensi?  Faccelo sapere nei commenti e continua a seguire i prossimi appuntamenti di marketing e non solo per saperne di più su altre campagne marketing di successo. Al prossimo appuntamento!

 

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