Che cos’è la SEM?
Il marketing dei motori di ricerca spiegato in breve
Tiziana Troisi 03/12/2020 0
Come molti altri acronimi del marketing, SEM è una parola che ritroviamo spesso sul web. Nella maggior parte di casi si associa a quella di SEO, Search Engine Optimization. Perché questa correlazione?
Intanto perché entrambe le sigle si riferiscono all’ambito dei Search Engine, ritroviamo infatti le due prime lettere in comune. Si tratta cioè di due tecniche accomunate dal campo di azione: i motori di ricerca.
Mentre nel primo caso ci riferiamo alle operazioni di ottimizzazione di siti o testi per favorirne l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca, nel secondo parliamo di tecniche di marketing messe in campo a questo scopo.
Approfondiamo in questo articolo cosa è la SEM e soprattutto a quali tecniche fa riferimento.
Che cos’è la SEM
“Il search engine marketing (SEM) è l’insieme delle attività di web marketing svolte per aumentare la visibilità e la rintracciabilità di un sito web con l'uso dei motori di ricerca”. Definizione Wikipedia.
Con la SEM, insomma, si mettono in pratica diverse strategie di web marketing, come la differenziazione nei motori di ricerca, ma se ne valutano anche i ritorni grazie agli strumenti di web analysis.
Scuramente la SEM rientra nel grande contenitore del web marketing, ed anche essa ha lo scopo di intercettare i bisogni degli utenti attraverso le loro ricerche sui motori come Google.
Non hanno solo questo in comune ma anche alcuni aspetti tecnici ovvero obiettivi, piano di marketing e individuazione ed implementazione di azioni adeguate sui motori.
Obiettivi della SEM
Perché qualcuno, aziende, brand etc. dovrebbe ricorrere alla SEM? Intanto per farsi conoscere e poi soprattutto per vendere. Fare SEM significa anche fare ricorso agli strumenti di advertising messi a disposizione dai motori di ricerca come Google. Ne è un esempio la pubblicità PPC, il cliente paga l'annuncio solo quando un utente clicca sul link, a cui si collegano alcuni parametri:
- CPA: acronimo di Cost per action. È il costo medio di un annuncio pubblicitario quando viene effettuata un'azione specifica. Un dato che può aiutarvi a capire l'impatto economico della campagna di marketing dell’azienda.
- CPC (cost-per-click) ovvero il costo effettivo di ogni click in una campagna di marketing PPC. Capire quale è il CPC dell’annuncio può aiutare l’azienda a sapere quanto investire in un'offerta.
Quali sono però gli obiettivi della SEM? Potremmo riassumerli così:
- Lead generation
- Conversione
- Benchmarking online
- Online branding
- Brand monitoring
Analizziamoli uno ad uno brevemente.
SEM per lead generation
Generare lead significa ottenere un contatto da parte di utenti in linea con il target dell’azienda. In parole povere lo scopo della lead generation è quello di intercettare l’utente veramente qualificato e motivato all'acquisto. Come? A partire da quello che ricerca on line.
Saranno, infatti, i suoi interessi a permettere una profilazione dell’utente che sarà invitato a compiere un’azione come l’iscrizione al sito.
La conversione
L’obiettivo finale di tutte le aziende è quello di vendere beni o servizi. In termini di web marketing viene definito conversione. La SEM con obiettivo conversione è quella tipica degli e-commerce o dei comparatori di prezzo che hanno come call to action proprio la vendita. Per intenderci si tratta di tutti quegli annunci in cui compare il link/bottone “Acquista ora”.
Benchmarking online
In economia con il termine benchmarking si intende il metodo di confronto sistematico che permette alle aziende di confrontarsi con le migliori aziende dello stesso settore per apprendere da queste e migliorare.
Come si traduce tutto questo? In uno studio accurato dello scenario competitivo sui motori di ricerca: saturazione del canale, tipo di contenuti proposti etc.
Online branding
Il branding è l’attività atta a aumentare la notorietà della marca presidiando i risultati dei motori di ricerca. Questo non sempre ha a che vedere con la conversione, anzi quasi mai.
L’intento è, infatti, entrare nella mente dell’utente, nei suoi pensieri, nelle sue associazioni mentali ed anche di coinvolgerli nel sistema valoriale della marca.
Brand monitoring
Le grandi aziende mettono in campo periodicamente tecniche di SEM per verificare la propria reputation e la percezione del brand on line. Il brand monitoring, quindi, può essere definito come il monitoraggio periodico del sentiment intorno alla marca nei risultati dei motori di ricerca.
SEM in conclusione
In conclusione è necessario chiarire alcuni aspetti important:i SEO e SEM non viaggiano su due binari paralleli bensì si tratta di tecniche che si supportano vicendevolmente. Non solo, la SEA, il Serch Engine Advertising è parte integrante della SEM.
Approfondiremo nei prossimi post questi aspetti che fanno parte del gigantesco mondo del web marketing!
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Paola Palmieri 19/01/2021
Blue Monday: il giorno più “creativo” dell’anno
Tutto nasce da un’equazione di Cliff Arnall, all'epoca dei fatti tutore all'Università di Cardiff, secondo cui il terzo lunedì di gennaio - stando ad un'equazione matematica che prendeva in considerazione diverse variabili tra cui clima, debiti, calo della motivazione e necessità di darsi da fare - sarebbe il giorno più triste e malinconico dell'anno.
Ma se dietro quest'equazione ci fosse poco di scientifico e si nascondesse in realtà lo zampino del marketing? Beh, in effetti è proprio così. Andando a guardar bene è tutta un'altra storia e i fatti ancora oggi ce ne danno conferma.
La strategia che si cela dietro il Blue Monday
Il Blue Monday, infatti, nasce dall'idea di un gruppo di creativi di Sky Travel, canale tv specializzato in viaggi e pubblicità, i quali, per superare la fase di stallo dopo le vacanze di Natale, decisero di offrire ai propri clienti un incentivo a partire. Fecero leva appunto su questa sensazione di tristezza colpendo nel segno.
Da allora questa ricorrenza si ripete anno dopo anno complice la curiosità e la voglia di condividere il proprio stato d'animo. Facciamo il punto della situazione dando uno sguardo alle campagne che alcune aziende hanno realizzato proprio ieri in occasione del Blue Monday e siamo certi che vi faranno ritrovare il sorriso. Andiamo.
1. Nutella
Quale modo migliore che superare la tristezza abbandonandosi alla dolcezza? Lo sa bene Nutella, azienda tutta italiana, che ieri ha proposto una formula tutta sua per superare questo lunedì addolcendolo. Formula da ripetere se necessario.
2. Homepal
Homepal, una delle più quotate agenzie immobiliari online, invece propone un po' di colore per questo lunedì. In effetti suggerisce che di Blue monday nell'ultimo anno ne abbiamo affrontati (e superati) diversi e allora: perché non ritrovare il sorriso con una pennellata di giallo?
3. Skipper Zuegg
Un sorso di buonumore ce lo offre Skipper: zero coloranti, zero conservanti e tanto benessere in più! Avanti il prossimo.
4. Tempo
La più schietta, sincera e divertente tra le pubblicità appare quella messa a punto da Tempo la più nota marca di fazzolettini che si rammarica si tratti di un solo lunedì triste. Peccato!
5. Ikea
Ikea dal canto suo ci dà un taglio e la sua immagine vincente per il Blue Monday sono delle forbici, della serie TROJKA, per aprire le quali sarà necessario avere a portata di mano un altro paio di forbici. Più blue di così...
6. IBL Banca
IBL Banca su Instagram ci svela il segreto di questo lunedì: ma sta a te decidere quale punto di vista assumere. E' tutta una questione di prospettive in fondo :)
7. Zurich
Zurich ti conquista con una tenera immagine di gattini pronti a risollevare l'umore ma ricordano comunque la loro mission: proteggerti. Missione compiuta.
8. The Fork
The Fork lancia una sfida e propone un'immagine suggerendoci un piatto della felicità ma coinvolge allo stesso tempo gli utenti chiedendo la loro ricetta del buonumore. Qual è la tua?
9. Panasonic
La campagna Panasonic ti invita a vedere il lato positivo delle cose suggerendoti di dare una svolta ad alcune situazioni... in un clic.
10. Disney+
Disney+, infine, punta sulla scelta della nuance giusta da indossare in questo lunedì e ce n'è davvero per tutti i gusti.
Questi che abbiamo appena letto sono 10 esempi di grande creatività messi in atto dalle aziende per superare il lunedì più triste dell’anno. Non solo i brand sono scesi in campo ma anche musei e radio, divertiti a scovarne altri e, se ti va, facci sapere nei commenti quale secondo te ha lasciato di più il segno.
Non dimenticare di seguire i prossimi appuntamenti di Marketing e non solo per scoprire molto di più su questo mondo. Alla prossima!
Paola Palmieri 16/04/2021
Guida al Phygital marketing
La pandemia in quest’ultimo anno ha sconvolto e cambiato profondamente le nostre vite, anche e soprattutto sul fronte digitale. Abbiamo scoperto, infatti, che possiamo fare tutto online: dalle riunioni in ufficio a quelle di famiglia, ad acquisti di ogni genere passando per aperitivi e molto altro ancora. Ma manca qualcosa: la presenza fisica che con il phygital si prova a colmare. Come? Scoprilo con noi nel corso dell’articolo.
Cos’è il Phygital marketing
Partiamo dalla sua definizione e da com’è nato. In origine c’era il marketing multicanale poi divenuto omnicanale - con la possibilità di avere una grande ed unica customer experience su più dispositivi - in ultimo il Phygital marketing. Il bisogno di tornare ad una dimensione più umana è stato il motore che ha portato alla sua nascita: Physical (fisico) + digital (e) si uniscono e prende vita un’esperienza tutta nuova in cui il digitale è a supporto del reale.
Se, soprattutto in questi mesi, ti sei chiesto qual è il modo migliore di fare acquisti: online o in negozio, la risposta è tutti e due! Stando ad alcune indagini è emerso che 2 clienti su 10 ancora preferiscono effettuare acquisti di persona. La presenza conta, ecco perché impostare una buona strategia di Phygital marketing diventa fondamentale. L’importante è mettere sempre al centro il cliente e le sue esigenze. Scopriamo insieme come fare.
Come costruire una perfetta customer experience con il Phygital marketing
Sia a breve che a lungo termine gli obiettivi del Phygital marketing si devono concentrare sul costruire un’esperienza di acquisto unica che abbia tre caratteristiche chiave: immediatezza, interazione e immersione. Questo consente all’azienda di creare un legame con l’utente che genera fiducia e migliora l’esperienza di acquisto. Come farlo concretamente?
Con una campagna di promozione che preveda, ad esempio, coupon online da spendere in negozi fisici o più a lungo termine, portare il digital nella realtà con l’organizzazione di eventi, fiere o incontri vari.
Phygital marketing: i vantaggi e gli svantaggi
Uno dei principali vantaggi di ricorrere al Phygital marketing sta nell’unire due tipi di esperienze diverse - online e offline - e dare libertà di scelta al cliente. Offrire nuovi modi per poter fruire di un servizio rappresenta un valore aggiunto e il futuro.
Se guardiamo all’esperienza in generale non ci sono grandi svantaggi da enunciare. L’unico inconveniente è legato al fattore tempo. Per strutturare al meglio una campagna di Phygital marketing e regolare le tue attività c’è bisogno di tutto il tempo necessario per farlo e talvolta dell’aiuto di una figura competente.
Come integrare il Phygital marketing nel tuo business
Se sei una piccola o media impresa e vuoi investire nel Phygital marketing devi essere molto bravo a livello comunicativo e a usare la tecnologia giusta per offrire ai clienti la migliore esperienza d’acquisto. Per farlo hai a tua disposizione diversi strumenti utili:
• I social media: Facebook, Instagram, Twitter e altre piattaforme offrono delle vetrine digitali in cui vendere i prodotti e avere una buona visibilità.
• Google my Business: offre strumenti per promuovere la tua attività su Google aggiungendo indirizzo, orari, telefono e altre informazioni utili lasciando ai clienti la possibilità di aggiungere recensioni.
• Negozi pop-up o temporary store.
Alcuni esempi
Per copiare qualche idea e incrementare il tuo fatturato, dai uno sguardo a grosse aziende che soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra hanno fatto del Phygital marketing il loro punto di forza. Qualche esempio? Nike e Amazon Go con le loro app e negozi fisici pronti ad invogliare all’acquisto!
Se hai trovato interessante la lettura di quest’articolo e hai compreso le opportunità che il Phygital marketing offre, non perderti altre notizie sul mondo del marketing e non solo. Ti aspettiamo!
Paola Palmieri 25/05/2021
Marketing agroalimentare: la giusta strategia di comunicazione
Il mercato in generale e quello agroalimentare in particolare che indagheremo oggi più a fondo, complice un anno di grandi cambiamenti dovuti alla pandemia, si è trasformato. Come? Andando incontro a nuovi bisogni ed esigenze da parte del cliente. Le abitudini d’acquisto, infatti, sono profondamente cambiate e i clienti oltre a incrementare i loro acquisti on-line – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – cercano prodotti di qualità a km 0.
Oggi si ha più tempo per stare in casa, ai fornelli e assaporare i gusti della tradizione per questo è molto importante mettere a punto la strategia ideale per migliorare il tuo business, non restare indietro con i tempi e cogliere tutte le opportunità che il settore offre. Proviamo insieme a dare uno sguardo più da vicino al settore agroalimentare: di cosa si occupa nello specifico?
Cos’è il settore agroalimentare
Se in passato il settore agroalimentare era associato sostanzialmente a quello agricolo, con il tempo questo concetto si è ampliato notevolmente e in esso rientrano tutte le attività di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo che riguardano i prodotti alimentari, bevande incluse.
Quindi non solo agricoltura ma anche pesca, allevamento e industria alimentare. Il trend di quest’ultimo anno, come abbiamo anticipato, ha cambiato volto alle aziende ridefinendone i confini e trasferendole da un piano fisico e territoriale ad uno più ampio: il digitale. Numerosi gli e-commerce che sono spuntati e che gestiscono distribuzione e vendita non solo a livello locale ma anche nazionale e internazionale. Numeri alla mano vediamo quanto vale il settore.
I numeri degli e-commerce del settore
Se nel 2019 – prestando fede ad una ricerca del Politecnico di Milano - gli acquisti hanno sfiorato circa i 32 miliardi di euro e il settore agroalimentare valeva circa 2 miliardi di euro. Questo vuol dire che l’agroalimentare aveva una fetta piuttosto golosa della torta: circa il 5% dell’intera domanda dell’e-commerce.
Il fiore all’occhiello del Made in Italy sta proprio qui, ecco perché è necessario puntare in alto e investire in precise strategie di marketing. Quali? Vediamole insieme.
Perché investire nel marketing agroalimentare
Una comunicazione efficace è il segreto del successo, anche in questo settore dove il marketing è a fare la differenza. Bisogna saper promuovere il prodotto e sfruttare le giuste leve con una strategia ben pianificata che punta a conquistare il cuore del consumatore finale.
Di lui interessa il livello di soddisfazione e diversi gli strumenti di cui è possibile avvalersi: siti, blog, social network e chat. Come muoversi in questo campo? Con un’analisi attenta del settore, dei numeri e della concorrenza valorizzando l’unicità del tuo prodotto e presentandolo al giusto prezzo.
Come aumentare visibilità dei prodotti
Prima di partire con la pianificazione della tua strategia di marketing devi avere chiaro in mente alcuni elementi:
• il budget a disposizione
• la tipologia di prodotto che offri
• il consumatore a cui intendi rivolgerti.
La risposta del consumatore, e gli acquisti che ne derivano, sarà la bussola che ci indicherà se e come proseguire su questa strada. Cerca di attirarlo con il packaging perfetto: anche l’occhio vuole la sua parte e può esaltare la bellezza di un prodotto facendocelo preferire ad un altro.
Cerca di promuovere il prodotto con tutti gli strumenti che hai a disposizione e in questo il web fa davvero la differenza. Gli acquisti si fanno soprattutto con lo smartphone, snellisci il processo di acquisto e invoglia a concludere un ordine con foto accattivanti e raccontando storie che descrivano il prodotto, esaltandone i punti di forza.
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