Co-marketing natalizio: modi vincenti di fare rete
A Natale regala ai tuoi clienti qualcosa in più!
Tiziana Troisi 10/12/2021 0
Finalmente è arrivato il periodo più bello dell’anno: luci per strada, abbuffate di buon cibo, vetrine addobbate di rosso, regali da scartare, amici a cui fare gli auguri.
Il Natale è la festa perfetta da passare con le persone che ami di più: costruire dei ricordi di ogni anno è importantissimo per ritrovare lo spirito vero di queste festività. C’è però un tasto dolente, quello che un po’ tutti viviamo durante le feste: è la domanda più difficile dell’anno dopo “Cosa facciamo a Capodanno?” e cioè: cosa regalare ai nostri cari per Natale?
In soccorso di chi parte con zero idee ogni anno, ci sono le offerte speciali pensate per le festività, che le aziende mettono in pratica proprio per agevolare gli acquisti dei ritardatari dell’ultimo minuto.
Per le aziende, in realtà, le festività natalizie sono un’occasione importantissima per raggiungere nuovi clienti e farsi conoscere da quella fetta di pubblico che non ha ancora raggiunto.
Cos’è il co-marketing
La cosa migliore da fare, soprattutto se si possiede un brand ancora piccolo e non molto affermato, è accordarsi con brand più grandi per realizzare campagne di co-marketing che abbiano come obbiettivo la brand awareness.
Il co-marketing natalizio è particolarmente vincente: due brand si associano per offrire al cliente più possibilità di scelta, oltre all’opportunità di conoscere nuovi brand. Fare co-marketing vuol dire affidarsi ad altri brand per crescere, facendo in modo che a trarre vantaggio dall’esperienza siano entrambi i brand.
La cosa più importante da fare, quando si decide di attivare una campagna di co- marketing natalizio, è scegliere bene il brand con cui collaborare: deve essere parte di un settore merceologico piuttosto affine a quello del brand di partenza, altrimenti sarà difficile trovare un’idea adatta all’unione di due brand: se per esempio il tuo brand si occupa di cibo, di certo non puoi associarlo ad un brand che vende pigiami, giusto?
Ora che ti è più chiaro come funziona il co-marketing e perché il Natale è il momento migliore per iniziare nuove alleanze, abbiamo pensato di darti qualche idea di per un’operazione di co-marketing che possa essere perfetta per le feste.
Co-Marketing natalizio: ecco qualche idea
Vediamo insieme qualche valido modo di fare rete fornendo un servizio gradito al cliente.
Cesti di Natale
Se ti occupi di cibo, una buona idea potrebbe essere realizzare dei cesti di Natale in cui inserire tanti assaggi di tutti i tuoi prodotti. In questo modo potresti accordarti con altre aziende che trattano prodotti affini (per esempio vini e liquori) per offrire ai tuoi clienti la possibilità di una degustazione completa.
Calendari dell’avvento
Una volta il calendario dell’avvento era fatto solo di cioccolatini: dal primo dicembre, un cioccolatino al giorno fino alla Vigilia di Natale per rendere l’attesa più dolce. Oggi i brand si sono resi conto che realizzare un calendario dell’avvento contenente tutti i lori migliori prodotti può portare diversi vantaggi, il più importante è senza dubbio l’aumento considerevole della brand awareness: chi conosce poco un determinato brand, nel momento in cui trova un prodotto in un calendario, lo prova e se ne innamora, sarà più portato ad acquistare di nuovo quel prodotto.
Scegli quindi un brand che realizzi calendari dell’avvento in tema con il tuo prodotto e chiedi di ospitarti in una casellina; non te ne pentirai.
Edizioni limitate
Succede spesso nel mondo del marketing, più spesso di quanto tu possa pensare: a volte due grandi brand si accordano per creare delle edizioni limitate a tema Natalizio. Succede spesso nel settore dolciario ed in quello dell’abbigliamento, ma anche in altri settori.
Pensa per esempio a Pandora che insieme a Disney ha realizzato tantissimi charmes in edizione limitata rilasciate proprio nel periodo natalizio.
Ecco, questa potrebbe essere una scelta vincente: accordarsi con un brand più grandi del tuo per realizzare edizioni a tema natalizio. Non importa quale sia il tuo settore merceologico che tratti. La cosa più importante è realizzare un prodotto che possa creare il giusto hype in modo da far conoscere e riconoscere al meglio il tuo brand.
Sembra assurdo ma è cosi: la mente umana tende a volere in maniera più forte quello che sa di non poter avere. Ricordi l’hype per i biscotti alla nutella? Ecco, il principio è lo stesso: vince chi si fa desiderare. Soprattutto a Natale.
E tu, hai deciso come farti conoscere? Raccontacelo
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Tiziana Troisi 17/12/2020
Pull or Push?
Questo è l’antico dilemma che ci troviamo innanzi ad una porta. Per entrare o uscire, devo spingere o tirare?
Lo stesso principio possiamo applicarlo al marketing. Esistono infatti due tipi di strategie completamente opposte: il marketing push e il marketing pull.
Possiamo definire la strategia push alla stregua del marketing tradizionale. Si tratta di un’azione unidirezionale in cui l’azienda spinge il prodotto verso il cliente.
il pull marketing, per contro, è più orientata al cliente con il quale si instaura una relazione reciproca di scambio. I social media marketing e il content marketing ne sono un esmepio.
Outbound marketing
La differenza tra i due modus di vendita si basa anche sulla organizzazione del percorso di acquisto. Nel caso dell’outbound marketing (o push) la promozione del prodotto/servizio avviene per tramite di rivenditori e commerciali.
L’obiettivo è accorciare le distanze tra promozione ed acquisto. Lo si può fare attraverso modalità diverse. Partiamo dalle promozioni fieristiche, al packaging accattivante passando per le promozioni, i coupon e gli sconti.
Il marketing tradizionale è spesso sinonimo di marketing push. La comunicazione unidirezionale che la caratterizza favorisce i risultati immediati.
Il messaggio di vendita è particolarmente aggressivo allo scopo di creare una domanda immediata da parte dei clienti.
Content marketing e inbound marketing
Il pull marketing è orientato alla costruzione di una relazione. Lo scopo è quello di creare una comunità introno al marchio caratterizzata da un certo grado di fidelizzazione.
Seppure questo richieda più tempo, il risultato ottenuto è nettamente più duraturo. Conosciuto anche come inbound marketing, questa strategia si inserisce laddove il suo target è già presente e svolge le sue relazioni, come i social network.
Il content marketing è un altro tipo di strategia pull che utilizza il contenuto come calamita per il cliente. Si fornisce a lui la risposta ai suoi quesiti, si offre intrattenimento e, solo successivamente, verrà esplicitata l’azione di vendita.
In maniera dissimulata infatti si inserirà la CTA, ovvero l’invito all’acquisto o alla prova di un prodotto/servizio.
Come mettere in campo una strategia di pull marketing? Innanzitutto attraverso il posizionamento che è basato proprio sulle ricerche del cliente.
Poi con il content marketing, pensiamo al blogging o ai video, i podcast o gli ebook. Per ultimo, ma non per importanza, attraverso il social media marketing.
Sicuramente questo tipo di approccio trova il suo humus nel web marketing e in tutto il mondo di internet.
Push or pull? Una cosa non esclude l’altra
Non è necessario scegliere, se è questo quello che ti stai chiedendo. Le due strategie possono andare di pari passo.
Non è necessario rinunciare a partecipare alle fiere oppure licenziare il proprio commerciale. Il marketing mix sei tu a deciderlo.
Sicuramente conviene testare vari canali per capire quale sia il più proficuo. Sicuramente, le pubblicità televisiva ha ancora il suo valore ma questo non deve precludere dall’avere il ricorso ad una adeguata comunicazione sui social.
Se la tua azienda è una strat up il push ti permetterà di farti conoscere in maniera più immediata. Raggiungerai così un pubblico più vasto per cui si tratta, sicuramente di una buona strada per la tua brand awareness.
Purtuttavia il contatto instaurato deve consolidarsi nel tempo e può farlo solo attraverso tecniche di pull marketing che colgano gli interessi dell’utente e lo coinvolgano quotidianamente.
Studio del target, approfondita conoscenza del mercato di riferimento, fantasia e creatività sono alla base di un ottimo marketing mix. Riuscirai così ad interfacciarti con il tuo buyer persona e non solo per vendergli qualcosa!
Gabriella Avallone 11/01/2021
Come definire una strategia per l’impresa online: il piano operativo
Perché è importante avere una strategia?
Siccome un’azienda ha degli obiettivi di business da perseguire, non può permettersi di intraprendere il percorso operativo come un’avventura. La sua presenza online, ad esempio, deve necessariamente essere pianificata nei minimi dettagli.
La strategia
Partiamo col chiarire che cos’è una strategia online.
È l’insieme di scelte e linee guida in cui ci si chiede:
- Che ruolo ha il marketing online per il raggiungimento degli obiettivi di business;
- In quali mercati geografici vuole essere presente l’impresa;
- Quali tipologie di clienti vuole raggiungere.
I vantaggi
Continuiamo per capire quali sono i vantaggi del marketing online. Sicuramente un’azienda che decide di investire nel digitale avrà opportunità quali:
- Integrare e supportare il marketing dell’azienda con attività di comunicazione online;
- Essere più competitiva sfruttando il digitale per il raggiungimento degli obiettivi di business;
- Allinearsi a quelle che sono le scelte di altre aziende e persone.
Gli obiettivi
Quali sono allora gli obiettivi da tener conto per pianificare la strategia d’impresa online
Tra i numerosi obiettivi, come già citati nei precedenti articoli a riguardo, come:
raccogliere informazioni online; farsi conoscere; valorizzare il proprio brand; fare education; generare lead; accrescere le vendite e offrire un’esperienza d’acquisto quanto più soddisfacente possibile.
A tutti questi si aggiunge l’obiettivo di Aumentare la Brand Awareness, ovvero porsi un obiettivo in termini numerici di raggiungimento. Un esempio per misurare questo aspetto potrebbe essere “lo raggiungo se questo mese almeno 25, tra siti, post, blog, citazioni ecc, citano il mio brand.
Le Persone
Per stilare un piano operativo che si rispetti c’è bisogno di identificare le persone a cui è diretto il nostro business, la nostra strategia o il nostro messaggio. Nel precedente articolo “Chi è il Buyer Persona e perchè è così importante" , viene spiegato a chi ci si riferisce utilizzando questa accezione, si tratta naturalmente di creare l’identikit del cliente tipo e in questo link vedrai come si realizza.
I Competitor
Ogni strategia viene studiata sulla base di indagini di mercato. Deve tener conto dello scenario di mercato in cui si sta muovendo e dei concorrenti e le loro strategie.
Dello scenario esterno vanno analizzati i fattori di opportunità e di rischio per l’azienda, oltre ai punti di forza e di debolezza. In modo tale che niente possa rallentare un domani il proprio business.
Per quanto riguarda i competitor, bisogna capire se sono diretti o indiretti e quali sono i più “forti”. Vanno analizzate le strategie che usano online ed offline.
Il piano operativo
È il documento che racchiude il programma in cui vengono indicate le scelte e le azioni che definiscono la strategia. Il piano quindi indicherà in primo luogo la descrizione dell’impresa, con la strategia che intende seguire e gli obiettivi che vuole raggiungere. Attraverso quali azioni, come campagne che verranno attivate durante l’anno.
Una volta indicate le campagne si procede ad indicare gli strumenti di marketing online che si vogliono impiegare come: campagne di advertising su Facebook o Instagram; SEO (Search Engine Optimization); mail marketing.
Altro strumento fondamentale è il calendario in cui saranno appuntate e ricordate le diverse attività. I KPI (Key Performance Indicators) misureranno le singole attività.
Per completare il piano operativo saranno indicate, all’interno del documento, anche le persone interne o esterne all’impresa che ne saranno responsabili, con la rispettiva divisione dei compiti.
Ultimo ma non ultimo il budget che si intende dedicare alle diverse iniziative.
Se un piano operativo sarà buono, sicuramente il suo programma sarà chiaro, ambizioso ma realizzabile. Visivamente sarà arricchito da grafici e tabelle, inseriti in una presentazione lineare. È preferibile che vi siano commenti ed osservazioni e che il documento tenga effettivamente conto delle possibilità di realizzazione da parte dell’impresa in questione.
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Tiziana Troisi 14/05/2021
Marketing operativo: cos’è e come è cambiato nel tempo
Sicuramente ti sarai chiesto, almeno una volta, cosa c’è dietro tutte quelle pubblicità e quei post social che ti fanno sempre morire dal ridere. Si, è vero, il marketing è un lavoro divertente, per certi versi, ma quello che il cliente finale vede è soltanto la punta dell’iceberg.
Ti spiego meglio: dietro i post divertenti sui social e le pubblicità con le canzoncine che restano in testa in modo inesorabile, ci sono decisioni tattiche e strategiche molto complicate da prendere, che influenzano in modo decisivo la riuscita o il fallimento di una campagna di marketing.
Le fasi di una campagna di marketing
Ogni campagna di marketing è fatta di due fasi precise:
Fase strategica: teorizza tutti gli aspetti di una campagna di marketing: quali bisogni soddisfa il prodotto, quali sono i potenziali clienti, cosa li appassiona, cosa amano fare. Nella fase strategica si cerca di delineare in linea teorica le caratteristiche di un determinato prodotto e dei potenziali acquirenti.
Fase operativa: è la parte più divertente e più difficile di un piano marketing e riguarda la messa in pratica di quanto teorizzato nella fase strategica. Vediamo insieme in maniera più approfondita in cosa consiste il marketing operativo.
Marketing operativo: le leve del marketing pre- web
Come abbiamo già detto, rientra nel marketing operativo la fase in cui si mette in pratica quanto teorizzato nella fase strategica. Il marketing, però, è una disciplina abbastanza mutevole nel tempo che varia al variare dei luoghi e dei modi in cui le conversazioni riguardo i prodotti e le esperienze di acquisto si spostano.
Va da sé che anche le strategie di marketing operativo cambiano con il mutare del tempo e delle tecnologie. Quando ancora la rete non esisteva o non veniva utilizzata per strategie di marketing, la fase operativa era guidata dalle famose 4 P, le leve decisionali del marketing operativo, che sono:
Product: il tipo di prodotto da commercializzare, quali bisogni soddisfa, qual è il suo packaging e quali sono i prodotti concorrenti.
Place: dove vendere il prodotto, come distribuirlo, quali accordi stringere con la Gdo, se mettere in atto accordi di partnership per la distribuzione
Price: è forse la decisione più importante da prendere in fase operativa. A decidere il prezzo di un prodotto sono tante variabili, più di quante possiate pensare. Eccone alcune:
- costo e reperibilità della materia prima utilizzata per la realizzazione del prodotto stesso
- costi di distribuzione per finanziare gli accordi distributivi a cui abbiamo accennato poco sopra
- costo del lavoro dei dipendenti che, di fatto, aiutano l’azienda nella realizzazione del prodotto da vendere.
Questi costi sono ovviamente da recuperare attraverso il prezzo di vendita del prodotto, ma solo in parte. Quando si prendono decisioni di questo tipo bisogna ricordare quella che forse è la regola più importante del mondo del marketing: essere competitivi.
Promotion: lei, quella che vedi in tv. La pubblicità. Dove farla? Come farla? A chi parlare? Che linguaggio utilizzare? Sono proprio queste le domande che si pone chi realizza la promozione di un prodotto.
Leve e marketing digitale: quanto conta la conversazione
Il web, come dicevamo, ha decisamente cambiato le carte in tavola. Tutto il discorso sui prodotti e sugli acquisti si è di fatto spostato in rete. Niente più distribuzione, niente più vendite al dettaglio. Ci sono infatti prodotti che vengono venduti solo online. Anche i modi e i tempi di fare pubblicità sono cambiati. Insomma, le leve del marketing operativo sono decisamente diverse rispetto a quelle di qualche anno fa.
Analizziamole insieme:
- Co- creation: a differenza del passato, oggi, il cliente finale partecipa attivamente alla realizzazione del prodotto. Attraverso sondaggi, commenti e risposte, l’azienda sa già cosa il cliente vuole.
- Currency: la moneta cambia, si può acquistare anche a distanza.
- Comunity: è la forza più grande del marketing digitale. Creare una comunity sui social che sia interessata al prodotto che si intende lanciare. È importante servirsi anche di influencer e persone la cui opinione può plasmare o influenzare quella dei pubblici della rete. Oggi, sono le persone a fare la pubblicità.
- Conversation: fare in modo che in rete si parli del prodotto. Di fatto, chi compra online la prima cosa che fa è cercare opinioni riguardo al prodotto. Cercare quindi, di scatenare un dibattito che investa i canali che si è scelto. Coinvolgere più persone possibili. Un prodotto chiacchierato è un prodotto venduto.
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