Come è cambiato Instagram
Ecco il nuovo algoritmo di Instagram, i parametri e le KPI per valutare il successo di un’azione sul social
Gabriella Avallone 29/10/2021 0
Che tu lo voglia o no i parametri e le KPI per valutare il successo di un’azione di social non sono più quelli di sempre.
Abbiamo visto già in precedenza come tende a cambiare l’algoritmo dei social, nello specifico questa volta analizzeremo come è cambiato l’algoritmo di Instagram.
Come è cambiato l’algoritmo di Instagram
È difficile non farci caso, il posizionamento su Instagram non segue più le regole di prima. È un palese cambiamento di cui non possiamo fare a meno che parlare.
Primo aspetto mutato rispetto al passato sono proprio i numeri. Se prima gli unici indicatori fondamentali del social erano proprio il numero di like e follower, ad oggi non è più così.
Sicuramente ciò non vuol dire che hanno perso totalmente la loro importanza ma non rappresentano l’unico aspetto a cui fare riferimento. Già qualche anno fa infatti era stata rimossa la possibilità di vedere l’esatto numero di like sotto i post. A tal scopo si è cercato di dare più importanza ai contenuti in questione che ai numeri, che ad oggi rappresentano solo una “vanity metrics”.
Dopo la decisione di Instagram di non voler più mostrare like agli utenti, lo stesso social fece un passo indietro per offrire la possibilità di far scegliere l’utente se vederli ancora o meno. Difatti attualmente sotto i post di alcuni profili si leggerà la voce “piace a… e ad altre persone” senza specificarne i numeri.
Una scelta presa anche per far fronte alla miriade di utenti che assetati di fama collegavano il profilo ad app e bot per procurarsi follower e like fake. Una pratica quasi bandita attraverso la nuova severa politica di Instagram che pare si accorga persino quando l’account è connesso alle App che offrono un semplice report sulla situazione dei propri seguaci.
Quali sono ad oggi le Key Performance da tenere in considerazione:
sicuramente, a differenza degli altri anni, il salvataggio di un post e la ricondivisione delle stories, che può avvenire anche con l’invio in Direct ed ha assunto valore nel tempo anche il numero di commenti.
Bisogna fissare bene a mente il concetto per il quale Instagram ha deciso di mutare, proprio per dare più spazio ai contenuti di valore. Sarà quindi uno studio della creazione di contenuti differenti a garantirci un engagement superiore. La crescita dell’audience di riferimento sarà quindi soltanto una conseguenza ma non l’obiettivo principale.
Naturalmente tra le tips che non dimentichiamo di aggiungere anche i tempi di pubblicazione. Non bisogna dimenticare la costanza e la presenza con questo social e i risultati sperati arriveranno!
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Tiziana Troisi 14/11/2021
Facebook è diventato Meta, cosa cambia?
Facebook cambia nome, oggi la rete di social network di Mark Zuckerberg ha preso il nome di Meta. Il futuro della società, ha assicurato il fondatore, è il “metaverso”: si andrà “oltre” i social.
Il metaverso, dunque, dovrebbe rappresentare un luogo virtuale accessibile a tutti di cui faranno parte Facebook, Instagram e Whatsapp e Oculus, azienda di produzione di visori per la realtà virtuale.
La linea di prodotti Oculus Quest diventerà la linea Meta Quest e l’app Oculus si chiamerà App Meta Quest e pare che sia proprio su questi prodotti che Zuckerberg voglia puntare.
L’involuzione di Facebook
Il social network nel tempo ha perso il suo splendore: l’età media degli utilizzatori si è alzata e viene sfruttato sempre di più per il B2B.
Ed è proprio la sua vocazione business ad aver snaturato la sua mission, quella di connettere le persone di permettere di incontrare vecchi amici di condividere immagini e ricordi.
Il mondo dei social si è evoluto in fretta e sembra che Facebook sia rimasto indietro, lo dimostra il successo di TikTok, che sta crescendo molto rapidamente.
I giovani preferiscono contenuti più immediati e più effimeri che Facebook non è riuscito a dare e, nel contempo, è stato travolto da problemi legati alla privacy, alle fake news e quant’altro.
Insomma, sembra che questa migrazione voglia essere un vero e proprio taglio con il passato.
Cos’è il Metaverso di cui parla Zuckerberg?
Il termine Metaverso è stato coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992) un libro di fantascienza cyberpunk.
L’autore definisce così una sorta di realtà condivisa tramite internet, dove a rappresentarci c’è un avatar. Stephenson descrive il Metaverso come un’immensa sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza dell’equatore da una strada percorribile anche su di una monorotaia con 256 stazioni, ognuna a 256 km di distanza.
Ma non è questa descrizione a motivare la scelta di Facebook, quanto le funzioni di questo spazio. Su questa sfera ogni persona può realizzare in 3D negozi, uffici, locali e il tutto è visitabile dagli utenti.
“Il metaverso sarà il successore di Internet mobile. Saremo in grado di sentirci presenti come se fossimo proprio lì con le persone – ha dichiarato il CEO di Facebook - non importa quanto siamo distanti. Saremo in grado di esprimerci in nuovi modi gioiosi e completamente immersivi”.
“Oggi siamo visti come una società di social media, ma nel nostro Dna siamo un’azienda che costruisce tecnologia per connettere le persone e il metaverso è la prossima frontiera proprio come lo era il social networking quando abbiamo iniziato”.
Meta di fatto ha anche annunciato un investimento per 150 milioni di dollari nell’apprendimento immersivo per allenare la prossima i content creator del futuro. L’investimento totale previsto è di oltre 10 miliardi di dollari all’anno.
Possibili prospettive future
Tra le prospettive future che questa fusione può presentare ci potrebbe essere anche una maggiore integrazione dei prodotti Oculus in ambito social, creando spazi virtuali in cui interagire, lavorare, giocare, imparare, comprare etc.
Insomma, si tratterebbe di rivedere tutti i diritti già offerti dalla rete Meta ma realizzati in un ambiente più reale.
“Privacy e sicurezza dovranno essere costruiti dal giorno uno - chiarisce Zuckerberg - Tutti quelli che costruiranno il metaverso dovranno essere concentrati su questa responsabilità fin dall’inizio. Questa è la lezione che ho imparato negli ultimi 5 anni: bisogna essere responsabili fin dall’inizio”.
Aspettiamoci quindi di “aprire” la nostra casa ad amici si materializzeranno davanti a noi ovunque o a colleghi con i quali lavorare fianco a fianco anche da casa oppure negozi in cui ci sembrerà di andare fisicamente.
"Oggi ci sono gli schermi, domani potrebbero essere gli ologrammi - ha continuato il Fondatore - La nostra mission rimane la stessa, connettere le persone”.
Gabriella Avallone 30/07/2021
Errori comuni nelle strategie social
Può capitare ai brand, alle aziende e alle persone di commettere ripetutamente azioni dannose per le loro comunicazioni tramite social. Tutto questo susseguirsi di errori rischia di compromettere la loro immagine e di farli rientrare in un circolo dannoso.
Capiamo quindi cosa non va fatto sui social.
7 Errori Comuni nelle Strategie Social
1) Postare Troppo
Postare troppi post e troppo spesso non aiuterà il nostro profilo a crescere ma darà la sensazione di non aver studiato contenuti di qualità;
2) Adattare i contenuti a seconda della strategia social
Se vogliamo impegnarci in una strategia social è bene sapere che ognuno dei social è diverso dall’altro, bisogna pertanto cercare di adattare i contenuti alle caratteristiche della piattaforma in questione. Non è necessario pertanto ricondividere lo stesso post su tutte le piattaforme, perché a seconda di quale si decide di usare il contenuto va riadattato;
3) Puntare esclusivamente alla vendita
Le persone odiano essere bombardate da pubblicità, non piace a nessuno. I social servono come vetrina di ciò di cui ci occupiamo, cosa offriamo ma servono anche a farci conoscere nel retroscena del brand. Parlare quindi della storia, della mission, di come si decide di impostare il lavoro e molto altro è un modo sano di far conoscere il brand senza dare l’impressione di elemosinare acquisti;
4) Non essere unidirezionali
I social servono proprio alla condivisione e all’interazione, non bisogna mai dimenticare questo passaggio. Se a differenza dei canali più tradizionali di comunicazione, dove la comunicazione era unidirezionale, qui abbiamo la possibilità di mantenere sempre attiva la conversazione con i nostri utenti. Una mossa strategica che ci farà notare sia come molto presenti, chiari e sinceri e che offrirà anche la possibilità di ottenere continui feedback sui nostri prodotti, fondamentale aspetto delle vendite;
5) La mancata interazione
Come detto anche al punto 4 bisogna riuscire a sfruttare al meglio l’interazione tramite canali social, rispondendo ai commenti, messaggi privati, assistendo gli utenti in qualsiasi richiesta o dubbio. Questo aiuterà anche il profilo a crescere, si genereranno così più interazioni anche tramite le storie, attraverso domande e quiz;
6) Importanza ai contenuti
Prima di pubblicare qualsiasi cosa andrebbe stilato un piano editoriale, con tutti i contenuti veicolati ed ottimizzati per ogni singola determinata piattaforma;
7) Analizzare i dati ottenuti
Questo aspetto viene spesso sottovalutato ma attraverso l’ausilio di un profilo aziendale, possiamo avere accesso a molti dati statistici relativi ai nostri post, quindi perché non sfruttarli? L’analisi andrebbe fatta periodicamente così da riuscire ad ottimizzare continuamente la strategia social.
Trovi che questo articolo sia stato utile? Per altre curiosità scrivici nei commenti.
Gabriella Avallone 17/03/2021
Guida sui Social: quali usare e perchè
Di social ne abbiamo spesso di nuovi, che vengono per categoria accomunati con i più tradizionali anche se spesso non hanno in comune proprio niente.
Immersi nella tecnologia dei nostri giorni non possiamo far altro che seguire il trend del momento, spostandoci da una stanza ad un’altra, da una live ad un’altra per ascoltare una persona in particolare o per vederne semplicemente dei video esilaranti, tutto in un semplice click. Tutto sommato c’è chi passa intere giornate a scrollare tra le home di social, anche differenti, senza scrutarne le reali potenzialità.
Usare i social come passatempo è un conto ma qualora si volesse fare business, come si dovrebbe agire?
Innanzitutto come qualsiasi mercato, va analizzato nel suo specifico senza lasciarsi intimorire dalla miriade di persone che lo navigano. Il bello dei social è che in realtà sono molto diversi tra di loro e più se ne creano e più è possibile avere a disposizione diversi strumenti per colpire nel segno. I social si stanno definendo in modo tale da ospitare target di persone differenti. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
Qualora tu intenda realizzare una campagna marketing o semplicemente fare personal branding, dovrai sapere quale social usare e perché.
Quale social usare e perchè
Facebook:
Non sarà sicuramente il social più cool del momento ma resta di fatto la piattaforma più grande mai avuta in termini di utenti attivi al mese che oggi sono più di 2 miliardi.
È un’app che hanno letteralmente tutti e se non la utilizzano in modo frequente quanto meno rappresenta un “documento digitale” che consente l’accesso anche ad altre applicazioni con il frequente avviso “accedi tramite Facebook”.
Più del 51% degli utenti ha meno di 45 anni.
È una delle più complete per varietà di contenuti, da video, dirette, post, foto e chat live.
Instagram:
Instagram è il must have dei nostri giorni, impossibile pensare ad una vita senza story, post e igtv. Forse perché appartiene a Facebook ma anche questo social registra ben un miliardo di utenti.
Ad utilizzarlo principalmente sono i Millennials, vale a dire che ben oltre il 70% di utenti sono persone che hanno tra i 24 ed i 40 anni.
Come in molti sapranno l’app si concentra sui contenuti visivi e poco testo, qualora si avesse molto da raccontare è possibile farlo attraverso le live e i lunghi video (igtv).
Linkedin:
Questo social era partito con tutte le buone intenzioni per diventare una piattaforma creata per agevolare gli utenti nella ricerca di lavoro. È diventato poi con il tempo un social media basato sul business e avrebbe spostato la ricerca del lavoro su altre app collegate al medesimo sistema.
Infatti ad utilizzarlo sono per lo più le attività stesse per fare B2B.
A dimostrarlo sono le medesime campagne marketing: il 92% di chi fa marketing su Linkedin, lo fa per promuovere prodotti creati per le stesse aziende e non per i consumatori.
Twitter:
Anche se capito da pochi, Twitter è considerata una delle migliori piattaforme social al mondo. Con i suoi 330 milioni di utenti o forse più, attivi da ogni parte del globo. Ad usarlo il 65% delle persone con meno di 40 anni. In Italia pare che ad usarlo siano per di più gli uomini che superano la percentuale femminile con circa il 61% in più.
Dopo l’estensione a 280 caratteri continua ad essere utilizzata per comunicazioni flash o frasi d’effetto, pare che solo il 6% della popolazione globale superi i 140 caratteri per tweet e che appena il 3% va oltre i 190 caratteri.
Tik Tok:
Il social cinese, sebbene tra i più recenti, vanta già oltre 800 Milioni di utenti. Ad adorarlo sono gli adolescenti ovvero la Generazione Z, per cui si intendono tutti coloro nati tra 1996 ed il 2010.
Il punto di forza di questo social sono i video con i diversi effetti sonori, filtri e chi più ne ha ne metta per realizzare video d’impatto per la durata massima di un minuto.
Pinterest:
Questa piattaforma di social media viene utilizzata di frequente grazie alla sua funzionalità da “motore di ricerca”. Sono in molti infatti ad utilizzare il social per trovare spunti, contenuti utili o stimoli creativi.
A quanto pare ha un pubblico più femminile che maschile, che vede uno scarso 13%.
A popolare il social 300 milioni di utenti.
Clubhouse:
Forse tra tutti è il social più recente in assoluto, nato dai fondatori di Pinterest, sta dilagando velocemente in tutta Europa. È basato esclusivamente sull’audio, non esiste una chat, non c’è la possibilità di salvare alcun messaggio. Si struttura in diverse stanze dove avvengono dei talk con dei moderatori e naturalmente gli speaker. Simile ad un podcast in versione live, tra l’altro l’ingresso su invito lo rende d’elite, ecco perché forse affascina molto anche il mondo degli influencer e delle celebrità. Ormai vicino ai 2 milioni di iscritti.