Come indicizzare il tuo sito su Google

Se hai creato il tuo primo sito e non sai come farlo uscire tra i primi risultati di ricerca, ecco a te una breve guida per migliorarlo subito!

Gabriella Avallone 20/04/2021 0

Ci sono naturalmente diversi metodi per indicizzare un sito su Google, tutto sta però nel consentire a Google Bot di scansionare quanto più velocemente possibile le tue pagine.

 

Innanzitutto conviene fare una distinzione tra Indicizzazione e posizionamento:

 

L’Indicizzazione: indica che il sito web è presente nelle pagine scansionate da Google.

Il Posizionamento: è quando il sito web è posizionato nelle SERP dei motori di ricerca per determinate parole chiave che compare quando una di queste verrà ricercata dall’utente.

 

Ecco come si indicizza un sito:

 

La prima cosa da fare per capire se il sito è scansionato correttamente è: inserire nella barra di ricerca “site:ilnomedeltuosito.com/it” e verificare quante pagine sono state indicizzate.

Se dopo aver inserito il comando la ricerca non trova nessun risultato, avrai avuto la prova che il sito non viene scansionato correttamente da Google.

 

Avere un sito web non indicizzato può essere un problema in termini di visibilità e quindi anche di fatturato. Spesso le cause per cui il sito non appare sono dimenticanze del web master o del programmatore ma ad ogni modo sono semplici da risolvere.

 

Le principali 3 cause che non fanno indicizzare un sito web:

 

-       Se è stato inserito all’interno del sito un Robot.txp che non consente la scansione e l’accesso al sito da parte di Google Bot;

-       Se sono presenti una o più pagine con tag “no index, follow” e “nofollow”;

-       Se sono presenti dei blocchi sul CMS che non consentono la scansione del sito da parte del motore di ricerca, come di alberatura del sito.

 

Esistono infatti dei problemi del CMS che possono le rallentare tempistiche della scansione da parte di Google, come quelli legati al trust del sito o cause dette “fisiologiche” quindi strutturali ma non per questo devono essere considerati errori.

 

Soluzioni per indicizzare le pagine:

 

-       Controllare che Robot.txp non blocchi la scansione degli spider, nello specifico quello di Google Bot;

-       Creare una Sitemap.xml con l’elenco di tutte le pagine portanti del sito registrandoti su Google Search Console. Con determinati CMS è possibile scaricare dei semplici plugin che ti aiuteranno nella creazione della sitemap in una sezione dedicata.

-       Grazie a Google Search Console è anche possibile far visualizzare le pagine al motore di ricerca. Questo capita quando ci sono difficoltà di scansione o se si vuole visionare la pagina in questione come farebbe Google. Quindi basterà riportare l’URL delle pagine in portali e forum di settore in modo che quel link venga scansionato più velocemente da Google.

 

Tutto questo naturalmente riguarda l’aspetto tecnico da tenere sotto controllo in caso di mancata indicizzazione. Se vuoi verificare il posizionamento invece e saperne di più su altri tipi di consigli, scrivici nei commenti!

Potrebbero interessarti anche...

Tiziana Troisi 08/03/2022

Ricerche di mercato: quanto contano in un buon piano marketing

Sappiamo bene che il nuovo assetto del mondo del commercio ha cambiato il modo di concepire e di fare marketing. Se prima una campagna di marketing era impostata in modo molto più perentorio e quasi unilaterale dai grandi brand, oggi qualcosa è cambiato. Oggi prima di cercare di parlare di sé stessi e imporre la propria visione delle cose, i grandi brand cercano di conoscere i loro consumatori e potenziali tali.

Un brand davvero vincente deve interrogarsi su chi sia il suo pubblico, quali siano le sue abitudini, i suoi comportamenti e i suoi gusti.

Rispondere a queste domande non è mai semplice, ma azzeccare le risposte giuste è di fondamentale importanza: saranno proprio le risposte a quelle domande a decretare la riuscita della campagna. Come si può conoscere il proprio potenziale cliente?

Nel modo più semplice e metodico del mondo: attraverso i sondaggi di opinione e le ricerche di mercato. A primo impatto affidarsi ancora alla statistica può sembrare anacronistico, ma non è assolutamente cosi. È solo con le ricerche che si può migliorare. Ed è tenendo in considerazione tutti i differenti punti di vista che si riesce a fare centro.

Le ricerche di mercato sono quindi importantissime in ogni fase della realizzazione di un buon piano marketing. Attraverso questo tipo di indagini l’azienda può avere le idee più chiare su come realizzare e diffondere le campagne, i social giusti da utilizzare, i modi giusti di comunicare, e tanto altro ancora.

Ricerche di mercato: a cosa servono davvero

Se quello che abbiamo detto non ti ha ancora chiarito le idee sull’importanza della ricerca nel marketing, cercheremo di spiegarti i motivi per cui fare ricerche di mercato è importantissimo se si vuole fare una campagna di marketing che funzioni davvero.

Vediamo insieme quali sono i momenti in cui è importante avvalersi di una buona ricerca di mercato:

  • Per il targeting: immagina di dover lanciare un prodotto in un mercato che non conosci, come puoi capire chi hai davanti? Come sempre, con le ricerche di mercato. Con una semplice batteria di domande di tipo anagrafico, si può capire l’età media del tuo pubblico. Un sondaggio po' essere fatto in tanti modi, anche attraverso un form da riempire online. Indagare sul target è utile per capire come strutturare le campagne, il linguaggio giusto per catturare il pubblico e le giuste modalità di creazione e distribuzione.
  • Per studiare la concorrenza: con le giuste indagini, una ricerca di mercato fatta bene, può aiutare a capire meglio l’ambiente con cui si ha a che fare. Puoi capire se sul mercato ci sono aziende che vendono lo stesso tipo di prodotto e se e quanto sono amate dal pubblico. Una buona analisi dell’ambiente esterno può essere utile a capire quali siano i punti di mercato vuoti da poter riempire. Realizzare un prodotto che risponda ad un bisogno in modo nuovo è la chiave per vincere contro la concorrenza.

Fare ricerca di mercato non è uno strumento utile solo nei momenti iniziali della realizzazione di una campagna di marketing. È importante, invece, continuare a fare indagini anche durante la realizzazione della campagna stessa.

Analisi post vendita

Sono molte le aziende che realizzano dei piccoli focus group per capire quanto quella campagna stia funzionando o anche, più semplicemente, se riesce a suscitare le emozioni giuste e centrare l’obbiettivo.  Chiedere semplicemente al pubblico se gradisce il lavoro che hai fatto può essere una buona soluzione per valutare il sentiment che il pubblico nutre verso il tuo prodotto.

Fare questo tipo di sondaggi a lavori ancora in corso potrebbe essere utile per correggere il tiro e cambiare un po’ il modo di comunicare aziendale.

Ancora più importante, dal punto di vista del marketing, è rendersi conto di quale sia la reazione al proprio prodotto dopo l’utilizzo. La forza vera di un brand si misura, infatti, nella capacità assistere i propri clienti anche dopo l’acquisto.

Valutare la costumer satisfaction attraverso la ricerca  di mercato post vendita può sembrare inutile, ma è un momento fondamentale del marketing journey che permette di capire al meglio punti di forza e soprattutto i punti di debolezza di un brand.

Come hai potuto capire, fare ricerche è importantissimo per chi vuole essere vincente. E tu, hai mai fatto una vera ricerca di mercato? Raccontacelo!

Leggi tutto

Tiziana Troisi 23/03/2022

Chi sono i content creator e cosa fanno

Nell’ultimo periodo sui social si sente tanto parlare di content creator. Ma sappiamo cosa vuol dire? Il content creator, letteralmente creatore di contenuti, è una persona che su commissione di uno o più brand realizza i contenuti adatti per sponsorizzare al meglio quell’azienda.

Prima di andare avanti nell’analisi di questa figura professionale, vale la pena fare una premessa utile a capire il contesto social in cui ci si muove oggi. Chi vuole fare pubblicità al proprio brand attraverso la rete deve tenere conto del diverso assetto della pubblicità attraverso i social.

Se una volta, infatti, il contenuto centrale che doveva emergere da una pubblicità era l’azienda, oggi non è più così. Oggi la parte centrale di ogni contenuto pubblicitario è appunto, il contenuto. Non conta più di tanto il prodotto che viene pubblicizzato attraverso di esso, ma il messaggio che il contenuto intende tramettere.

Il lavoro del content creator di fatto non è pubblicizzare un prodotto, ma creare un legame con la community del brand per cui opera. Il fine ultimo del marketing sui social è infatti cambiato nel tempo e con esso gli attori in gioco. L’importante non sono (solo) le vendite, ma anche le interazioni.

La mission del content creator diviene allora quella di creare contenuti che incuriosiscano il target di riferimento e tengano viva e continua la relazione tra il pubblico e il brand.

Content creator o influencer? Le differenze

Come hai avuto modo di intuire il content creator non è, come molti non addetti ai lavori sono portati a pensare, un sinonimo di influencer

Ora ti spiego perché: l’influencer di solito è un personaggio esterno al brand che viene ingaggiato per realizzare contenuti che pubblicizzino, anche in maniera indiretta, uno specifico prodotto. La sua figura fa da ponte tra il brand e un pubblico che altrimenti per il brand sarebbe difficile da raggiungere. E il suo punto di forza sono i follower.

Il content creator, invece, di solito fa di più che creare semplicemente dei contenuti da declinare sui vari social. Oltre alla passione per i social e alla creatività, chi si vuole occupare di content creation deve avere delle conoscenze che riguardano la parte strategica del marketing. Vediamo da vicino di cosa si occupa.

Cosa fa il content creator

Prima di pubblicare un contenuto il content creator:

  • Analizza e seleziona il target di riferimento: in un lavoro congiunto con i responsabili marketing di un brand, il content creator cerca di capire e fare suoi i desideri del target che deve conquistare.
  • Definisce il calendario editoriale: sempre in concerto con il team marketing, il content creator realizza un calendario con cui fissa la data di pubblicazione dei contenuti da realizzare e le piattaforme dove pubblicarli.
  • Cura lo storytelling: come abbiamo detto, i contenuti realizzati non sono un semplice adv, ma contenuti che riescano a catturare l’attenzione del pubblico attraverso un racconto preciso. Che si tratti di un qualcosa di comico o di un registro diverso lo si decide insieme. La cosa importante è creare uno storytelling che rispecchi il tono di voce del brand e allo stesso tempo rientri nei gusti del proprio pubblico.

È quindi chiaro che il ruolo del content creator è molto vicino a quello di un tecnico della comunicazione. Formazione continua e voglia di mettersi in gioco le armi vincenti per puntare al successo dei suoi contenuti.

L’importanza della pianificazione è un punto importantissimo per chiunque operi nel mondo della comunicazione e del marketing: anche quando non sembra, nulla è lasciato al caso. Ma non solo. 

Content creator: parola d’ordine originalità

Atro punto importante che ci aiuta a differenziare il ruolo di un influencer da quello di un content creator è sicuramente l’originalità. Mentre un influencer si limita magari a mostrare un prodotto nelle proprie stories per invogliare i suoi follower ad acquistarlo, un content creator riesce ad inserire un prodotto in modo omogeneo in contenuti originali e creativi.

Ogni content creator ha un suo linguaggio, una sua modalità di comunicazione e un suo stile. Tanti piccoli particolari che ti fanno capire subito di chi è il contenuto che stai guardando. Nei video creati da un content creator il prodotto fa solo da sfondo ad un contenuto che avrebbe vita propria a prescindere.

Per realizzare una campagna che sia giusta per il brand, è importante selezionare un content creator che abbia uno stile adattivo, e in qualche modo affine al prodotto che si decide di promuovere.

E tu lavori come content creator o vorresti diventarlo? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!

Leggi tutto

Gabriella Avallone 07/04/2021

I trend di mercato per un'azienda sostenibile

Essere sostenibili sta diventando un trend positivo per le aziende. Tra i tanti fattori che influenzano i cambiamenti dei consumi, sicuramente la pandemia da Covid è una di quelle, perché a portato a scoprire nuove esigenze. In particolar modo sono stati evidenziati trend destinati a modificare il mercato globale come:

 

-       La ricerca di prodotti salutari per il proprio benessere;

-       Empowerment collettivo, ovvero una richiesta di equità in termini di diritti, comunità e cultura;

-       Sostenibilità: sempre più persone hanno una maggiore consapevolezza dei danni recati all’ambiente, dagli spazi in cui vivono al posto di lavoro. Inoltre si cerca sempre di più una maggiore trasparenza dei marchi e dei processi di lavorazione e fruizione di alcune aziende e multinazionali.

 

Il processo di sostenibilità all’interno delle imprese è piuttosto impegnativo, questo percorso infatti una volta intrapreso andrà ad abbracciare ogni area della filiera produttiva. Dall’attenzione alle emissioni dannose per l’ambiente, alle scelte delle materie utilizzate, ai prodotti finali e macchinari fino ai trasporti.

 

La sostenibilità rappresenta il megatrend del momento. Anche se si pensa al settore del food o alla spesa quotidiana, che tende ad orientarsi verso una richiesta di prodotti sempre più freschi, magari a kilometro zero e biologici.

 

Vediamo quali sono gli aspetti fondamentali per diventare sostenibili:

 

Autenticità

Il percorso di sostenibilità e la comunicazione ad esso relativa, devono trovare reale riscontro nell’azienda. La sostenibilità si realizza con i fatti poi con una comunicazione. L’azienda deve puntare alla fruibilità dei messaggi del processo evolutivo destinati sia al target di riferimento che agli stakeholders e non a costruire qualcosa di artificioso attraverso pubblicità e sponsorizzate.

 

Pertanto altro aspetto fondamentale di questo processo è la trasparenza, la comunicazione della sostenibilità non può correre il rischio di perdere di credibilità ed autorevolezza. Un segreto è non nascondere gli aspetti dove si è ancora un po’ lacunosi e per i quali esiste un work in progress, se tutto avviene in modo trasparente, non vi saranno problemi. Non bisogna dimenticare che un business a impatto zero non esiste.

 

Informazioni

L’accesso alle informazioni è un aspetto che non va mai sottovalutato, in particolar modo i dati relativi alla comunicazione della sostenibilità aziendale devono poter essere dimostrabili e messi al servizio dei clienti, che in tal modo potranno sentirsi liberi di approfondire i temi relativi al processo aziendale. Ed anche in questo caso non bisogna aver paura di essere criticati, la sincerità ripaga sempre.

 

Continuità

La comunicazione della sostenibilità taglia trasversalmente tutta l’azienda e coinvolge molti parametri. Per essere credibile, l’azienda dovrà comunicare a tutti gli ambiti di rispettare gli standard di eccellenza imposti. Questo processo è sicuramente il più lungo e richiede un impegno costante, un monitoraggio quotidiano e la voglia incessante di innovazione.

 

Concretezza

I clienti ormai sono più attenti, inutile credere che un packaging di colore verde possa immediatamente far capire al consumatore che si stia trattando di un prodotto che rispetta l’ambiente. È necessario che l’azienda abbia un suo storico, si faccia conoscere, non solo attraverso la confezione o la pubblicità accattivante ma tramite numeri reali.

 

Questo si ricollega anche all’autorevolezza che l’azienda acquisisce nel tempo tramite una comunicazione mirata che punti a far conoscere i reali andamenti dei processi produttivi in modo chiaro e misurabile. Questa è la garanzia più importante che si può ottenere.

 

Coerenza

La coerenza dei messaggi pubblicitari è sicuramente un aspetto da non sottovalutare, oltre al punto di vista estetico, per comunicare il proprio impegno verso l’ambiente, bisogna pensare in modo non convenzionale, quindi ad esempio evitando l’uso di carta e plastica. Puntando piuttosto al riciclo, al rispetto delle materie prime e alla fiducia del consumatore.

 

Leggi tutto

Lascia un commento

Cerca...