Guerra e social: la Russia sbarra le porte alle app di Meta

Social e crisi Ucraina, le conseguenze del blocco della piattaforma di Zuckenberg

Tiziana Troisi 15/03/2022 0

Immagina di svegliarti una mattina e di non avere più la possibilità di accedere ai tuoi social preferiti: sarebbe un incubo vero? Eppure, è quello che è successo a milioni di utenti russi che si sono visti bloccare i loro account a tempo indeterminato.

Questa è solo una delle tante conseguenze del conflitto che negli ultimi giorni sta consumando le vite di milioni di cittadini europei. Una guerra crudele che attraverso i social si è fatta e si fa tutt’ora spazio servendoci da vicino immagini che nel 2022 non avremmo mai voluto vedere.

È forse proprio grazie a questa funzione di informazione e avvicinamento ad una verità non molto gradita, che i social di proprietà di Mark Zuckenberg, hanno visto sbarrarsi le porte digitali del Cremlino. Vladimyr Putin ha infatti vietato ai cittadini di utilizzare le piattaforme di proprietà Meta.

A salvarsi da questo blocco generale è solo Whatsapp che per il momento non è ritenuto pericoloso per l’integrità del Paese.

Secondo Putin Facebook e Instagram starebbero infatti attuando politiche troppo tolleranti e faziose che hanno permesso agli utenti di rivolgere liberamente insulti nei confronti del corpo militare e del governo russo.

Questo blocco ha di fatto vietato a milioni di utenti di accedere ai social network abitualmente utilizzati per tenersi in contatto con i propri familiari e amici. Il blocco più significativo dal punto di vista del marketing è sicuramente quello, recentissimo, di Instagram.

Senza poter utilizzare questo social, molte aziende con una fortissima copertura sul territorio si sono ritrovate infatti a perdere lead considerevoli.

Guerra e Russia: i dati di utilizzo dei social

In Russia sono 100 mila le persone che ogni giorno effettuano l’accesso ad internet utilizzando piattaforme diffuse in tutto il mondo, quali possono essere Google; Gmail o i social della famiglia Meta.

Si tratta di una perdita piuttosto importante ma non importantissima: approfondendo l’indagine sull’utilizzo dei social in Russia si scopre che la maggior parte dei cittadini preferisce utilizzare social media diversi rispetto a quelli più diffusi nella parte occidentale dell’Europa.

I social russofoni

In Russia infatti, esistono piattaforme proprietarie che non vengono utilizzate in altri Paesi. La piattaforma social più diffusa in Russia è VKontakte. Si tratta di una versione russofona di Facebook che è utilizzata per lo più nelle più grandi città della Federazione.

Pur trattandosi di un territorio vastissimo e di un bacino di utenza molto importante, quello della federazione russa risulta essere un pubblico complicato da studiare ed analizzare: si tratta di un fenomeno demografico particolare. La Russia non è mai stata un Paese omogeneo. Ci sono zone molto diverse tra di loro dal punto di vista culturale e linguistico.

C’è chi è rimasto legato alle tradizioni locali e chi, più istruito e più poliglotta, ha ceduto al fascino occidentale: se si analizzano i dati di navigazione social di  città come Mosca o San Pietroburgo ci si rende conto di un dato molto importante. Nelle città più occidentalizzate gli utenti conoscono bene la lingua inglese e preferiscono utilizzare Meta e piattaforme affini.

Se invece ci si sposta in zone più rurali, la popolazione preferisce utilizzare il russo anche per navigare in rete e predilige le piattaforme proprietarie della Federazione.

Come in tutti i Paesi del mondo, anche qui ci si divide quindi tra conservatori della tradizione e progressisti. Più semplicemente, quello che spinge gli utenti da una parte o dall’altra della barricata è una questione generazionale: i cittadini meno giovani magari non sono stati investiti dalla globalizzazione e preferiscono perciò non utilizzare le piattaforme diffuse in occidente.

Niente è come Instagram

Creare piattaforme proprietarie non ha salvato completamente i cittadini russi dal blocco dei social di questi giorni. Se per sostituire Facebook basterà utilizzare VKontakte, nessuno aveva finora  mai pensato di creare una piattaforma simile ad instagram.

Se è vero che la popolazione adulta tende ad utilizzare meno questo social, è anche vero che molti giovani si trovano tagliati fuori da un mondo per loro molto importante che diventa spesso una fonte importante di guadagno. ma

Blogger, influencer, content creator, ma anche gli stessi marketers si trovano improvvisamente senza lavoro.

Per non bloccare completamente una parte importantissima dell’economia del Paese, si è pensato subito di correre ai ripari creando una app made in Russia che abbia la stessa funzione del social del gruppo Meta. Si chiama Rossgram e sarà possibile utilizzarla da Aprile.

Blogger influencer e affini avranno accesso da subito all’app, in modo da non perdere di vista i loro contenuti adv. 

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Tiziana Troisi 30/01/2021

Real time marketing: la pubblicità che diverte

I frequentatori dei social lo sanno bene: ci sono volte in cui determinati brand riescono a catturare l’attenzione del pubblico in modo strepitoso. Basta un’immagine, una frase, un meme fatto bene per diventare famosi sui social.

Dietro quello che può sembrare semplice divertimento, c’è molto di più. Il real time marketing è una strategia di comunicazione basata sull’azione repentina, in tempo reale, appunto. 

Fare real time marketing significa conoscere i trend topic del momento ed essere capaci di costruirci sopra qualcosa di ironico che possa valorizzare il brand stesso.

Si può trattare di notizie di gossip, di cronaca o di politica. Va bene tutto, a patto che sia un avvenimento di forte impatto.

Ad aiutare molto i social media manager a corto di idee vincenti c’è sempre il calendario: nelle giornate internazionali fioccano i post a tema. La chiave di un real time marketing che funzioni sta tutta nell’affinità: oltre a cogliere al volo l’opportunità di un commento a caldo, è fondamentale che la notizia di cui si parla sia in un certo senso vicina ai valori comunicati dal brand e agli interessi del target di riferimento. Conoscere e farsi riconoscere, significa vincere.

Con una buona strategia di real time marketing si aumenta facilmente la brand awareness: tutti quelli che non ti conoscevano, condividono i tuoi post e ridono insieme a te.

Sono tanti i brand che hanno fatto real time marketing la loro fortuna. Vediamo qualche esempio.

Real time marketing tra morte e ironia: Taffo

Se parliamo di real-time marketing non possiamo non citare una delle operazioni più riuscite degli ultimi anni: Taffo Funeral Service. Pur trattandosi di una categoria merceologica non troppo felice, questo brand è diventato famosissimo.

La forza di Taffo è stata proprio quella di giocare con un argomento tabù come la morte, sdoganandolo. Se prima questo argomento era sempre trattato con una certa formalità e riverenza, Taffo ci ha insegnato a giocarci, ammettendolo come parte della vita.

Il real time marketing di Taffo prende in giro negazionisti e no vax, si mette in competizione coi i brand concorrenti scatenando veri e propri dissing.

Riccardo Pirrone, SMM di Taffo, riesce a far sorridere e a riflettere insieme. L’esempio più calzante è sicuramente il post pubblicato durante le feste natalizie: “Natale con chi vuoi, Pasqua chissà se puoi”.  Un’intelligente esortazione al rispetto delle regole anti- contagio.

Durex: quando il marketing è prevenzione

Come Taffo anche altre aziende hanno fatto di questo tipo di marketing la loro forza. Un esempio positivo è rappresentato sicuramente da Durex: anche in questo caso quello che aiuta a vincere è lo sdoganamento di un argomento tabù come il sesso. Durex fa ironia intelligente, che fa divertire, ma contemporaneamente educa i8 suoi followers alla prevenzione e al sesso sicuro.

Perché non parlare, con un po’ di ironia, di qualcosa di cosi naturale? Durex lo fa e ci riesce bene, agganciandosi spesso, in maniera irriverente all’utilizzo dei dispositivi di protezione. Ecco qualche esempio:

Unieuro: vita di un social media manager

Quante volte guardando un post di un brand vi siete chiesti cosa ci sia dietro? Il real time marketing di Unieuro ha cercato di dare una risposta a questa domanda. Niente di troppo serio, sia chiaro. Ci è stato mostrato, attraverso una sfilza di commenti ad un post, tutto quello che passa nella testa di chi crea contenuti sui social.

Tanti piccoli momenti verità capaci di fare breccia anche nel cuore di chi non conosceva bene il franchising. Ammettetelo: vi è venuta voglia di cercare la pagina di Unieuro per capire di cosa stiamo parlando?

Dietro questo desiderio si nasconde il successo di una buona campagna di real time marketing.

Unieuro vs Taffo: il social media dissing

Spesso, le migliori campagne di marketing sono quelle di tipo comparativo: valorizzare i propri punti di forza rispetto a quelli della concorrenza aiuta i clienti a fare una scelta consapevole.

Solitamente campagne di questo tipo erano affidate al mezzo televisivo. Ora, proprio come i migliori dissing tra rapper, la discussione si è spostata sui social.

Il botta e risposta tra Taffo e Unieuro è un esempio di queste pratiche ed è riuscito in pieno nel suo intento.

“Facile vendere una lavatrice, provate a vendere una lapide”

Stiamo ancora ridendo.

Continuate a seguire Maketing e non solo per scoprire i segreti del marketing, quello fatto bene.

 

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Tiziana Troisi 29/03/2021

Marketing e zona rossa. Ecco le idee vincenti

È inutile negarlo: la pandemia che stiamo attraversando ha cambiato il mondo. È ormai un anno che tutto si è fermato: commercio, movimenti di persone, viaggi, lavoro. Sembra che non accada mai nulla di troppo rilevante, nulla di cui tenere conto.

Le attività sono chiuse ormai da tantissimo tempo: ristoranti, palestre, pub, estetiste e parrucchieri. Tutti (o quasi) hanno dovuto salutare i propri clienti senza una data sicura in cui ritrovarsi.

Come mantenere vivo il rapporto tra un’attività e i suoi clienti? Con i social ovviamente. Le interazioni in rete sono, ad oggi, l’unica cosa che ci impedisce di impazzire mentre restiamo rinchiusi in casa. Stare sui social però, non basta.

Empatia, Positività, Ironia: le armi contro la pandemia

Per coltivare una relazione con i propri clienti e soprattutto per mantenerla salda, bisogna avere costantemente in mente tre parole magiche:

empatia: cercate di mettervi nei panni di chi vi legge, di carpire le sue emozioni e farle vostre. Dite al cliente quanto sia difficile per voi questo momento, quanto non vedete l’ora di ritrovarlo.

Positività: si, lo sappiamo che siete arrabbiati. Soprattutto per i possessori di un’attività commerciale, questo è un periodo difficilissimo. Trasmettere la propria negatività a chi cerca online il brand non è mai una scelta intelligente: cercate, dove possibile, di creare contenuti che trasmettano ai vostri clienti quel pizzico (ma anche di più) di positività di cui tutti avremmo bisogno.

Per esempio, nei vostri post cercate sempre di spostare il focus della conversazione sul momento in cui tutto tornerà alla normalità e potrete di nuovo accogliere i vostri clienti.

Ironia: se quel momento vi sembra ancora lontano, cercate di spostare la conversazione su altro­: post divertenti ed ironici che spostino la conversazione su un piano diverso e più sereno, che aiuti chi vi segue ad allontanare la mente da pensieri infelici. Dimenticate parole come lockdown, distanziamento sociale, covid 19. Sono parole già sentite troppo spesso al tg, e nessuno ha voglia di ritrovarle sui social. I vostri account aziendali devono diventare un porto sicuro, dove estraniarsi. Cercate sempre di mantenere lo stesso tone of voice, per rendervi riconoscibili. La strategia giusta è: esserci, come sempre, più di prima.

Per farvi capire ancora meglio cosa intendiamo, eccovi qualche consiglio, con esempi di best practices.

Food & Beverage: divertire con i tutorial

Partiamo dalla categoria forse più colpita da questa fortissima crisi economica: ristoranti, pizzerie e affini. È vero, c’è sempre la possibilità di fare asporto e delivery, ma sappiamo benissimo che non è mai la stessa cosa: spesso, il confezionamento di determinati prodotti ne pregiudica la qualità per il cliente finale.

Se il vostro delivery non vi sembra abbastanza, cercate di dare ai vostri clienti la soluzione alternativa: come? Potreste dare ai vostri affezionati clienti una ricetta da replicare a casa! Proprio come ha fatto Gino Sorbillo; l’artista della pizza napoletana, durante il primo lockdown ha girato un video in cui spiegava passo dopo passo la ricetta per la sua inimitabile pizza fritta.

Se invece non vi va di metterci la faccia e volete continuare a coccolare i vostri clienti anche a distanza, potreste pensare ad un omaggio: per esempio, potreste regalare un dolce ad ogni cliente che raggiunga un certo tetto di spesa. Fidatevi, i clienti vanno presi per la gola.

Piccolo consiglio: come abbiamo detto, l’importante è esserci. Anche più di prima. Se i continui cambi di zona e colore vi hanno messo in crisi ed avete deciso di chiudere per un po' di tempo la vostra attività, ditelo subito ai vostri clienti. Basterà un post social scritto con sincerità. Essere onesti paga sempre ed è sempre meglio di un telefono che squilla a vuoto. In un periodo come questo, una chiusura improvvisa può destabilizzare e la mancanza di comunicazione mina la fiducia.

 

Palestre e servizi alla persona: coccolarsi da lontano

Avete una palestra e da un anno siete costretti alla chiusura? Perché non creare dei piccoli tutorial che i vostri clienti possano seguire comodamente da casa? Restare in forma è importante, ma senza uno stimolo esterno è difficile. Siate incoraggianti e cercate di mostrare energia. Potreste anche provare a fare delle lezioni in diretta, connessione permettendo. Tornare ad avere un dialogo ricorderà ai vostri clienti perché vi hanno scelto e il vostro valore.

Se invece il vostro brand si occupa di servizi alla persona, la soluzione migliore è quella più creativa: potreste trasformare la vostra pagina social in uno shop su cui vendere i prodotti che utilizzate in negozio. In questo modo le vostre clienti potranno sentirsi coccolate, come in salone, anche a casa.

Come vedete, c’è sempre una soluzione! Se i nostri consigli vi hanno fatto sorridere, continuate a seguirci.  Trasformeremo i vostri social in una zona bianca, grazie al marketing.

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Gabriella Avallone 30/07/2021

Errori comuni nelle strategie social

Può capitare ai brand, alle aziende e alle persone di commettere ripetutamente azioni dannose per le loro comunicazioni tramite social. Tutto questo susseguirsi di errori rischia di compromettere la loro immagine e di farli rientrare in un circolo dannoso.

 Capiamo quindi cosa non va fatto sui social.

 

7 Errori Comuni nelle Strategie Social

 

1)    Postare Troppo

Postare troppi post e troppo spesso non aiuterà il nostro profilo a crescere ma darà la sensazione di non aver studiato contenuti di qualità;

 

2)    Adattare i contenuti a seconda della strategia social

Se vogliamo impegnarci in una strategia social è bene sapere che ognuno dei social è diverso dall’altro, bisogna pertanto cercare di adattare i contenuti alle caratteristiche della piattaforma in questione. Non è necessario pertanto ricondividere lo stesso post su tutte le piattaforme, perché a seconda di quale si decide di usare il contenuto va riadattato;

 

 

3)    Puntare esclusivamente alla vendita

Le persone odiano essere bombardate da pubblicità, non piace a nessuno. I social servono come vetrina di ciò di cui ci occupiamo, cosa offriamo ma servono anche a farci conoscere nel retroscena del brand. Parlare quindi della storia, della mission, di come si decide di impostare il lavoro e molto altro è un modo sano di far conoscere il brand senza dare l’impressione di elemosinare acquisti;

 

4)    Non essere unidirezionali

 I social servono proprio alla condivisione e all’interazione, non bisogna mai dimenticare questo passaggio. Se a differenza dei canali più tradizionali di comunicazione, dove la comunicazione era unidirezionale, qui abbiamo la possibilità di mantenere sempre attiva la conversazione con i nostri utenti. Una mossa strategica che ci farà notare sia come molto presenti, chiari e sinceri e che offrirà anche la possibilità di ottenere continui feedback sui nostri prodotti, fondamentale aspetto delle vendite;

 

 

5)    La mancata interazione

Come detto anche al punto 4 bisogna riuscire a sfruttare al meglio l’interazione tramite canali social, rispondendo ai commenti, messaggi privati, assistendo gli utenti in qualsiasi richiesta o dubbio. Questo aiuterà anche il profilo a crescere, si genereranno così più interazioni anche tramite le storie, attraverso domande e quiz;

 

6)    Importanza ai contenuti

Prima di pubblicare qualsiasi cosa andrebbe stilato un piano editoriale, con tutti i contenuti veicolati ed ottimizzati per ogni singola determinata piattaforma;

 

 

7)    Analizzare i dati ottenuti

     Questo aspetto viene spesso sottovalutato ma attraverso l’ausilio di un profilo aziendale, possiamo avere accesso a molti dati statistici relativi ai nostri post, quindi perché non sfruttarli? L’analisi andrebbe fatta periodicamente così da riuscire ad ottimizzare continuamente la strategia social.

 

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