I colori del marketing
Il colore è un aspetto fondamentale per la strategia di marketing
Gabriella Avallone 24/03/2021 0
Quando guardiamo un prodotto ci concentriamo principalmente sull’aspetto visivo. Il colore del prodotto può avere un’influenza maggiore rispetto a quello che si può comunemente pensare e a tal motivo nel marketing i colori scelti sono molto importanti.
Lo stimolo visivo è fondamentale perché ci spinge alla scelta. L’utilizzo di un determinato colore aiuta anche ad orientarsi nei negozi per il riconoscimento del brand, oltre che a guidarci per un’associazione sensoriale. I colori possono evocare diversi comportamenti d’acquisto. Ad esempio sarà capitato a molti di voi di notare i colori rosso, arancione, blu nei fast food. Questi colori sono infatti adatti agli acquisti d’impulso.
Dai packaging alle campagne pubblicitarie fino al colore dei font utilizzati, nessuno di questi è posto lì a caso. Ciascun colore ha delle caratteristiche che vengono riconosciute solitamente da tutti gli appartenenti ad una stessa cultura. Non sono universali perché si tratta per l’appunto di convenzioni sociali condivise da uno stesso gruppo di persone.
Vediamo ad esempio quali sono i principali colori nella società occidentale e come vengono suddivisi in base alle loro peculiarità:
Rosso
Il colore della passione, trasmette energia e urgenza. Usato per evocare la sensibilità erotica, indicato per gli acquisti d’impulso, i saldi e le promozioni. Si usa per promuovere giochi, automobili e articoli sportivi ad alta attività fisica. Molto utilizzato anche in ambito alimentare come nelle grandi catene di fast food e supermercati.
Arancione
È considerato un colore abbastanza aggressivo, ideale per attirare l’attenzione nelle call to action o per invitare all’acquisto di entrambi i sessi.
Giallo
È un colore legato all’ottimismo e alla spensieratezza giovanile. Si usa solitamente per i prodotti dei bambini, viene associato allo svago o per attirare l’attenzione dalle vetrine. Non si usa per i prodotti maschili prestigiosi perché gli uomini lo percepiscono come un colore “infantile”.
Verde
Associato da sempre alla natura e alla salute, si usa in pubblicità per prodotti medici, biologici, ecosostenibili e indubbiamente “green”. Usato per rilassare se chiaro, se scuro, invece è associato all’economia, al mondo finanziario e le operazioni bancarie.
Blu
Si usa per promuovere prodotti o servizi relativi alla pulizia, all’aria, al cielo, al mare e ai prodotti high-tech. Non si usa per promuovere gli alimenti perché ha il potere di togliere l’appetito. Il blu navy è associato al risparmio ed alla professionalità, infatti è molto utilizzato da banche, assicurazioni e grandi magazzini.
Viola
Viene utilizzato per calmare e rilassare, spesso infatti si usa per i beni di lusso, di design, prodotti anti età e centri di bellezza. Con il viola più chiaro si promuovono i prodotti e gli articoli dedicati ai teenagers, mentre il viola scuro si adatta al meglio a target più adulti.
Rosa
Romantico e molto femminile, viene usato per caratterizzare prodotti destinati ad un pubblico femminile. Legato al modo dell’abbigliamento, del beauty e accessori.
Marrone
Nella promozione di tessuti e negli arredi il marrone chiaro, rossiccio e beige creano un effetto rustico e naturale. Il marrone scuro fa pensare alla tradizione, al legno massiccio e al cuoio.
Bianco
È associato alla calma, semplicità e pulizia. Si usa per i prodotti igienici e per l’uso dei beni tecnologici ad alta definizione. Adatto alle organizzazioni caritatevoli, prodotti medici e sterilizzati ma anche ad alimenti a bassa percentuale di grassi e scarso apporto calorico.
Nero
Si usa per i beni di lusso. Rappresenta una tonalità imponente ed elegante, viene per questo utilizzato molto nel mondo del luxury. Dà la percezione della prospettiva e della profondità. Va ben studiato dal punto di vista grafico perché non sempre aiuta ad ottenere una buona leggibilità. Unito con il rosso e l’arancio crea combinazioni molto aggressive.
Il sesso dell’individuo spesso influenza la percezione dei colori. Questo è un aspetto da non sottovalutare in fase di targettizzazione. Le donne sembrano preferire il verde, il blu, il viola. Mentre al contrario sembrano detestare il marrone ed il grigio. Gli uomini amano il nero, il blu, il verde.
Quindi occhio al colore del tasto dedicato alla call to action!
Potrebbero interessarti anche...
Gabriella Avallone 22/05/2021
Dove c’è marketing c’è casa: la storia di IKEA
Se pensi all’arredo di casa è difficile non fare prima un giro da IKEA, una della più grandi realtà mondiali dell’arredamento. Il pensiero sorge spontaneo ed immediato perché oltre ad avere una vastissima scelta di arredi, Ikea è pratica. Puoi comprare il mobile che vuoi, montarlo tu stesso. Inoltre la scelta degli interni è vastissima, ha molti stili differenti e sicuramente anche il tuo. Per non parlare poi dei prezzi vantaggiosi rispetti ai suoi competitor.
Ma la maggior parte di questo successo non sono i prodotti IKEA bensì la strategia di comunicazione e marketing che c’è dietro.
Vediamo la storia di IKEA
Ikea nasce in Svezia nel 1945 ad Älmhult, grazie a Ingvar Kamprad, suo fondatore. La sigla è l’acronimo di Ingvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd, ovvero il nome e cognome del fondatore, più il nome della fattoria di famiglia (Elmtaryd) e persino del paese in cui egli è cresciuto (Agunnaryd).
La società ha sempre avuto un grande legame con il paese d’origine e lo mantiene ancora oggi attraverso i colori del blu e del giallo della bandiera svedese, nello stile e nella filosofia di vita: non sprecare nulla. È proprio grazie all’attenzione ai costi superflui, ai prezzi bassi e l’essere così accessibile che Ikea oggi è uno dei brand più conosciuti dell’interno pianeta.
La strategia marketing Ikea
A far classificare Ikea tra i Love Brand la strategia integrata che nel tempo ha saputo sfruttare tutti gli strumenti tradizionali di comunicazione sia online che offline.
Se Ikea non viene vista solo con un fornitore di arredi ed accessori ma come un vero e proprio fornitore di contenuti è la strategia di content marketing.
In primis è stata la prima tra le aziende a promuovere contenuti che rispecchiassero la mission aziendale, dai valori al design, i servizi ed i rapporti interni del team di lavoro. Life Improvement Store è infatti, da sempre, il motto aziendale.
Lo storytelling
Il catalogo di Ikea non è mai stato un raccoglitore di prodotti presenti in store ma bensì anche il modo tramite il quale il brand si raccontava ed entrava nelle case della gente. Lo storytelling è una delle ragioni di successo delle sue campagne.
Basti pensare che le copie stampate ogni anno sono oltre 200 milioni, diverse centinaia di pagine, in oltre 38 edizioni in almeno 17 lingue differenti. Tutto questo non fa del catalogo Ikea una semplice brochure ma bensì la storia di un brand a portata di mano.
Il Catalogo Ikea è stato considerato uno degli oggetti di comunicazione più potenti che ci sia mai stato, ancora oggi studiato per via del suo geniale modo di raccontare storie e momenti di vita di tutti i giorni. Un’invenzione che va ben oltre un semplice raccoglitore di prodotti e prezzi.
L’innovazione
Il brand è legato alla tradizione e alla voglia di raccontarsi ma si mette ogni anno in gioco per crescere in ambito di innovazione. Questo è alla vista di tutti attraverso il Catalogo Ikea ora interattivo, attraverso l’app IKEA Place che permette di provare gli arredamenti nelle stanze della propria casa in 3D sfruttando la tecnologia AI, intelligenza artificiale per la realtà aumentata.
Campagne Marketing
Tra le campagne più rinomate, il video lanciato nel 2015, in concomitanza con l’ultima invenzione Apple. Il video divenuto ben presto virale, mostrava la poesia dello sfogliare con le mani la carta del catalogo, sentendola tra le dita, una pubblicità in netto contrasto con gli eBook. Oppure milioni di pubblicità cartacee e cartelloni pubblicitari sempre con tono scherzosi e pungenti, come quella relativa allo sconto sulle culle per i nuovi nati.
Ambient Marketing ed il Guerilla Marketing
Uno dei mezzi più potenti sfruttati al meglio dalla multinazionale è l’ambient marketing. Le installazioni presenti sia all’interno dello store, che consente quindi di vivere determinati ambienti e anche fuori dallo shop.
Nella metro parigina di Medeleine fu arredata con mobili ed accessori brandizzati. Questo è successo anche in altri luoghi ovviamente, come alle fermate dei bus in centro città. Una strategia che trasforma un catalogo in qualcosa di fisico che si può provare e vedere. Ha di sicuro un impatto molto più forte rispetto ad un cartellone pubblicitario.
Social
“Ikea è casa e quotidianità” un ideale che risuona in ogni canale social che è appositamente studiato per promuovere questo messaggio al cliente. La strategia perseguita è quella di dedicare una pagina per ogni Paese, piuttosto che un’unica globale. Questa scelta offre una comunicazione diversificata a seconda della lingua, contenuti ed abitudini.
Originalità
Emblematico fu il caso in cui per sbaglio su Facebook ci fu un post Ikea di sei lettere casuali “hhsdjh” che divenne in pochi secondi uno dei contenuti più virali di sempre. Per sfruttare a proprio vantaggio l’occasione, Ikea ha coinvolto i suoi utenti ad utilizzare l’hashtag #hhsdjh per condividere riflessioni sul tema dell’errore e per promuovere un’edizione super iconica della shopper blu da regalare ai fan con su scritto proprio quelle lettere.
La campagna eclatante con l’aggiunta di “Ops” per sottolineare ancora una volta l’errore che si è saputo tramutare in un vantaggio inaspettato.
Seguici per altre curiosità nel mondo del marketing!
Tiziana Troisi 29/07/2021
Food Marketing: il cibo vive di emozioni
Lo sai benissimo anche tu: mangiare è un bisogno fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma non si tratta solo di questo: il rapporto tra essere umano e cibo è sempre stato qualcosa di più profondo che un semplice bisogno primario da soddisfare.
Pensaci un attimo: tutti i momenti più belli della nostra vita sono legati ad una tavola imbandita: matrimoni, feste di laurea, comunioni, ma anche la semplice domenica a pranzo dai nonni. Tutti momenti che restano nei ricordi: ricordi pieni di profumi, sapori ed emozioni indelebili.
Mangiare per stare bene
Già, perché è innegabile che il cibo sia legato alle emozioni e alle sensazioni: mangiare un buon piatto attiva i recettori della serotonina, che nel nostro cervello è l’ormone della felicità. Mangiare qualcosa di buono ci fa sentire felici e soddisfatti, anche se un po’ in colpa.
È proprio per questo che alcune persone si rifugiano nel cibo quando sono tristi e giù di morale, gestendo il loro rapporto con il cibo come se si trattasse di un vero e proprio confort.
Dillo: almeno una volta nella vita sei stata anche tu una giovane Bridget Jones che mangiava gelato in pigiama sul divano per dimenticare le delusioni d’amore.
Non solo cibo: mangiare con il cuore
Insomma, da qualunque lato la si voglia guardare il rapporto con il cibo non è mai stato e mai sarà un semplice rapporto utilitaristico: mangiamo per evocare ricordi ed emozioni, basta un semplice piatto di pasta asciutta presentato nel modo giusto per farci tornare indietro di anni e farci sentire piccoli ed indifesi.
Questo nuovo modo super emotivo di concepire il cibo ha cambiato in modo significativo la vita di chi decide di aprire un’attività di ristorazione: oggi un’attività che offre del cibo non deve solo cucinare.
Entrare in un nuovo locale, deve voler dire vivere un’esperienza enogastronomica unica nel suo genere. Un ristoratore emergente deve avere fin da subito chiara l’importanza di affidarsi ad un buon piano di food marketing, che renda fin da subito chiara la sua identità.
Food Marketing: consigli utili per raccontarti con i tuoi piatti
Che cos’è il food marketing? Per food marketing si intendono tutte le operazioni di marketing necessarie a creare un’identità forte e riconoscibile che aiuti il ristoratore ad essere seguito e riconosciuto.
In cosa consiste, di fatto, un buon piano di food marketing?
Creare un logo riconoscibile che rispecchi i propri valori: è inutile negarlo, anche l’occhio vuole la sua parte. Il logo, per una nuova attività, è fondamentale: bisogna fare il modo che il futuro cliente ci riconosca subito e al primo sguardo sappia cosa stiamo per offrirgli.
Per un effetto ancora più significativo, è importante riprodurre lo stesso stile grafico anche sul menù, utilizzando magari gli stessi colori del logo.
Avere un brand mantra: pensare ad una frase che riassuma quello che il locale deve significare per chi decide di visitarlo. Poche parole che restino in testa. Non sembra, ma funziona.
Curare bene i social con un piano editoriale definito: se frequenti i social , lo sai già benissimo. Il trend del food porn spopola ovunque: spesso si trovano nuovi locali da visitare proprio guardando le foto dei loro bellissimi piatti su instagram.
Ecco perché per le nuove attività avere una buona presenza online è fondamentale: serve a raccontare con le immagini quello che fai, serve per presentarti e raccontare il progetto. Serve a far capire agli altri che dietro il brand non c’è solo un imprenditore, ma anche e soprattutto una persona.
L’importanza della community e dello storytelling
Altrettanto importante è avere una solida community che riconosca la faccia che c’è dietro ad un brand e la veda come quella di un amico di famiglia, ti farà vincere. Sempre. Instaura un dialogo onesto con i tuoi followers, mostragli le materie prime, le ricette migliori. Coinvolgi nella tua idea di brand. Lo adoreranno.
Storytelling: oggi i clienti non vogliono solo un servizio, vogliono una storia. Una storia che sia fatta anche di fallimenti e di difficoltà, una storia reale. Se vuoi riuscire nella tua impresa dovrai raccontarti. Senza filtri, senza censure. Il posto che hai creato deve parlare di te, della tua città, di tutto quello a cui tieni.
La stessa cura dovrai metterla, ovviamente, anche nei piatti. Cerca di creare qualcosa di evocativo, che porti sulla bocca dei clienti qualcosa di nuovo, con il sapore e la cura dell’antico.
La tradizione funziona sempre.
Se sei appassionato di marketing e vuoi altri consigli per far funzionare la tua attività, segui il blog.
Tiziana Troisi 18/02/2022
Food Marketing: 5 storie di goloso successo
Ammettilo: cerchi sempre di mantenere la linea, di non mangiare troppe schifezze. Capita a volte che la voglia di cibo sia troppo forte, e allora l’unica soluzione è sbirciare il tuo account Instagram in cerca di foto che siano abbastanza #foodporn.
Già, perché se c’è una cosa che il social delle foto ha insegnato a fare è apprezzare le immagini di cibo buono e godereccio: foto di panini super imbottiti giungono dagli account dei pub della zona, pizze dalle accoppiate assai improbabili sembrano improvvisamente la cosa più buona che tu possa assaggiare.
La verità è che ormai a guidarci verso nuovi posti da provare non sono più le recensioni su siti specializzati quali possono essere Trip Advisor o The Fork. Oggi, per scegliere se andare o meno in un locale, si cerca il suo account social.
Se è vero che il senso principale collegato al cibo è il gusto, è anche vero che l’occhio vuole la sua parte. Un piatto presentato bene diventa decisamente più appetitoso.
L’emozione del buon cibo
Ecco perché fare food marketing se si ha un’attività di ristorazione o più semplicemente vuoi far diventare la tua passione per la cucina in qualcosa di più concreto, è fondamentale.
È importante riuscire, anche solo attraverso qualche immagine, a raccontare la storia che c’è dietro l’attività che stai promuovendo. Ai clienti, oggi, non basta più che il cibo sia buono e il logo accattivante: vogliono conoscerti, sapere chi sei, sapere che cosa ti ha portato fino a lì, vedere la passione che ci hai messo.
La chiave per fare un’operazione di food marketing che funzioni davvero non sono le foto, ma è la passione e la voglia che si dimostra. Chi decide di dedicarsi al food marketing deve prima di tutto avere qualcosa da raccontare e poi trovare il modo di raccontarsi al meglio.
Food Marketing: 5 storie di successo
Per farti capire meglio di cosa stiamo parlando, abbiamo deciso di raccontarti 5 storie di persone (o attività) che ce l’hanno fatta e attraverso il food marketing sono riuscite a raccontare una storia che ha conquistato tantissimi clienti.
Puok Burger: non è gourmet è puok
La prima storia che abbiamo deciso di raccontarvi è squisitamente campana, più precisamente viene da Napoli. Stiamo parlando di Puok, la paninoteca d’asporto creata da Egidio Cerrone. La storia di Egidio inizia qualche anno prima dell’apertura del locale quando, data la sua passione per il cibo, decide di raccontare le sue avventure culinarie in un blog.
Egidio gira la Campania alla ricerca di sapori sempre nuovi, ma allo stesso tempo casalinghi, che lo riportino all’atmosfera che respirava da bambino, quando le nonne, con pochissimi ingredienti tradizionali, realizzavano piatti strepitosi.
I suoi racconti sono pregni di storia e tradizione napoletana, con quel pizzico di nostalgia che tanto conquista le nuove generazioni. Queste stesse atmosfere si respirano oggi quando si sceglie di mangiare uno dei suoi panini.
Tradizione innovazione e aria di famiglia hanno fatto di Puok Burger una delle realtà più instagrammabili di Napoli.
La pizza di Porzio: s’adda sape fa
Un’ altra storia di Food Marketing fatto bene, sempre proveniente da Napoli, ci porta invece nel mondo della pizza. Stiamo parlando di Enrico Porzio, il pizzaiolo più famoso di Tik Tok. I suoi video in cui mostra il procedimento delle pizze realizzate con una “cottura lenta, docile, mai aggressiva “, sono un modo molto intelligente di avvicinarsi ai clienti e creare un legame con loro.
Come dice Enrico, il food marketing è come la pizza: s’addà sape fa (devi saperlo fare).
Domino’s Pizza
Ci spostiamo oltre oceano per raccontarti la grande storia di Domino’s Pizza: la catena di pizzerie di fama mondiale era molto conosciuta per la qualità del suo servizio di food delivery ma le opinioni rispetto alla qualità del cibo erano piuttosto basse. Il CEO decide di creare un documentario dove si mostrasse la realizzazione delle pizze e i prodotti utilizzati per le stesse. Il brand ha guadagnato, da allora, quasi il 10% in più.
Chobani
Per chi ama il dolce, il feed perfetto da guardare per rifarsi gli occhi è sicuramente quello di Chobani, yogurteria made in USA che ha fatto del colore e della creatività un vero e proprio marchio di fabbrica. Colori decisi, foto perfette. Questo account fa amare lo yogurt proprio a tutti.
Foodscovery
Un network di piccoli produttori che presentano prodotti naturali e genuini e danno anche la possibilità di acquistarli.
È foodscovery, un vero e proprio mercato online che focalizza la propria attenzione sui piccoli produttori trasformandoli in quello che sono davvero: eroi del food!
E tu, sei pronto a rifarti gli occhi (e la bocca) c’on il food marketing?