Idee marketing per il tuo e-commerce a Natale
Ecco qualche idea Marketing per il tuo e-commerce a Natale 2021
Gabriella Avallone 20/12/2021 0
Arriva il Natale, gli addobbi, le luci, i regali, insieme a quella magica atmosfera c’è ancora una pandemia che gira. Ragion per cui è importante anche per quest’anno puntare sulle vendite online. Un brand che riesce a sfruttare questo momento particolare a suo vantaggio, potrebbe riscontrarne grandi benefici.
Bisogna cavalcare l’onda ora che più che mai gli acquisti online sono entrati a far parte delle nostre vite. Giusto qualche statistica, come la ricerca di Sendcloud relativa all’anno 2020/2021, ha riportato dati impressionanti sugli acquisti online degli italiani durante la pandemia, ne avrebbero acquistati infatti 2,9 in più. Se vuoi saperne di più sugli Interessi di acquisto e novità sulle vendite online in Europa durante la pandemia, clicca quì.
Basti pensare che solo nel primo trimestre del 2021 il commercio digitale globale è cresciuto del 58% in tutti i paesi. In questa classifica però l’Italia si posiziona al quarto posto dopo Canada, Paesi Bassi e Regno Unito registrando un aumento del 78% di acquisti online.
È arrivato il momento di mettere a punto una strategia vincente per la settimana prima di Natale. Si tenga presente che non tutti gli ordini necessitano di spedizione, il 56% degli italiani preferisce infatti acquistare online e ritirare in negozio per abbattere i tempi ma anche per una questione di sostenibilità, alla quale gli italiani risultano sensibili.
Strategia di Marketing per il Natale 2021
Allora ecco i consigli per impressionare gli utenti ed agire secondo una corretta strategia di marketing per il Natale 2021:
In tempo reale:
online non significa solo digitale ma anche in tempo reale, bisogna essere sempre aggiornato su ciò che accade, al passo con i tempi, l’esatto contrario di qualcosa di vecchio e obsoleto. Essere una realtà online richiede dinamicità e flessibilità, anche per quanto riguarda affrontare problemi esterni al brand e all’azienda come in questo caso la pandemia. Mostrarsi vicino al tema, sensibili alle problematiche dimostra di essere realmente presenti. La pubblicità diventa così più accattivante, ironica e capace di includere elementi reali e soprattutto odierni con originalità dando vita a campagne di Real Marketing Natalizio.
Storytelling:
lasciati raccontare, conoscere, scoprire da chi vuole saperne di più. Non avere scheletri nell’armadio con i tuoi clienti. Mostrare le difficoltà che hai subito quest’anno ti aiuterà a generare empatia. Racconta loro la tua storia. Ad esempio molti italiani si sono mostrati vicini a tutti coloro i quali hanno pensato seriamente di non riuscire a portare avanti un’attività di artigianato, una piccola impresa a conduzione familiare, un business home-made. I piccoli distributori a Km0 o coloro i quali cercano nonostante le difficoltà di portare avanti il Made in Italy generano solidarietà verso diversi utenti che scelgono proprio queste realtà al contrario dei colossi come Amazon per cercare di sostenerli.
A Natale si può fare e dare di più:
per accrescere l’atmosfera natalizia, potresti pensare di includere un piccolo regalo o un biglietto di auguri per coloro che acquistano presso il tuo shop in questo periodo. Puoi scegliere di farlo a tutti indistintamente, di differenzialo a seconda del tipo di target o di donarlo solo ai clienti più fedeli. Solitamente non è mai nulla di eccessivamente oneroso, basta il pensiero in questo caso a sorprendere chi ha acquistato. Questa piccola attenzione è molto importante, genera speranza in un periodo così complicato, aiuta a farsi apprezzare dai compratori, aumenta la fiducia del brand. Più banalmente per questo periodo puoi pensare di modificare il packaging rendendolo il più natalizio possibile.
Consigli per gli acquisti:
ti sarà capitato di notare su molti e-commerce delle sezioni di shopping dedicate unicamente ai “Regali per lei” o “Regali per lui”. Come un personal shopper, in quelle sezioni, gli e-commerce consigliano cosa acquistare per le feste in base al proprio budget, sesso, stile di ogni persona. Questo può aiutare lo shop a mettere in risalto alcuni prodotti, anche praticando l’upselling, ovvero consigliando ai clienti prodotti simili a quello che ha intenzione di acquistare ma spesso migliore (quindi anche più costoso).
Ti sono stati d’aiuto i nostri consigli? Faccelo sapere nei commenti.
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Tiziana Troisi 25/09/2020
Piano di comunicazione, la bussola del tuo marketing
Abbiamo definito bussola il piano di comunicazione poiché questa è proprio la sua funzione. Per orientarsi nel marketing serve una guida all’interno della quale pianificare tutte le operazioni. Quali canali attivare, come, quando con quali contenuti? A definire tutto questo ci pensa un documento programmatico, il piano di comunicazione.
Vediamo cos’è nel dettaglio.
Cosa definire prima del Paino di Comunicazione
Prima di poter definire il Piano con il cliente, è indispensabile che il brand abbia alcuni punti fermi ben definiti.
· Mission
· Vision
· Target ideale
· Mezzi e budget a disposizione
Particolarmente importante è il passaggio in cui vengono individuate le buyer personas.
A chi si rivolge il brand? Un piano di comunicazione efficace deve essere in grado di individuare con precisione i potenziali clienti per un’azienda.
La buyer persona è la rappresentazione di un acquirente-tipo di un certo prodotto. Tale rappresentazione serve per comprendere il cliente tipo nelle sue caratteristiche personali, oltre che socio-demografiche, per anticiparne i comportamenti e le scelte a beneficio della user experience e user satisfaction.
Arrivare ad individuare i destinatari del messaggio è fondamentale per capire come proporlo. Lo scopo è segmentare sempre di più e definire accuratamente gruppi di utenti sulla base di caratteristiche comuni, fornendogli ciò che vogliono o che cercano con contenuti ad hoc.
Che cos’è un piano di comunicazione
Un Piano di Comunicazione è il punto di partenza per la promozione on e off line di qualsiasi azienda. Porre in essere azioni pubblicitarie senza una guida predefinita e obiettivi prefissati, è come trovarsi in mezzo al mare o in un deserto senza strumenti per orientarsi.
Il piano di comunicazione è composto di 3 fasi:
1. L’analisi. Punto di partenza del Piano l’analisi è una fase importante e delicata in quanto da essa dipenderanno strategia e azioni. Si studia:
· Il mercato di riferimento
· Il target
· I clienti
· I competitors
· Il brand
· L’immagine coordinata
· Il sito e lo storico della comunicazione
· La reputazione on line
· Il posizionamento
2. La strategia. Una strategia di comunicazione serve a definire l’obiettivo delle azioni che andranno svolte in base ad una tempistica precisa e attuabile. Non solo, oltre l’obiettivo andrà individuata la strada attraverso la quale vogliamo arrivarci.
3. Le azioni. L’Ultima fase di un Piano di Comunicazione è la definizione di tutte le azioni ovvero l’operatività vera e propria.
Nel dettaglio, individua le categorie di destinatari del messaggio, il messaggio da trasferire al pubblico, i mezzi di comunicazione da utilizzare per veicolare il messaggio. La programmazione delle attività di comunicazione, il budget per l’attuazione delle iniziative e il monitoraggio delle attività sono anch’esse del Piano.
La scelta dei canali digitali in un piano di comunicazione
La scelta dei canali è un passaggio importante è necessario nella definizione della strategia di marketing per un piano digitale.
È lunga la lista della possibilità di scelta che dipende dall’incrocio tra le caratteristiche peculiari di ciascun canale e gli obiettivi generali di progetto.
Si tratta, infatti, di strumenti funzionali al raggiungimento degli obiettivi fissati.
I canali digitali nell’ambito del web marketing si possono suddividere in 3 macro canali:
· Posseduti: sito web, blog, applicazioni mobili, pagina Facebook, Instagram, Linkedin, ecc;
· Acquistati: Pubblicità su Google e sui social network dove si decide di essere presenti
· Guadagnati (attivati dalla community): canali di comunicazione in cui l’azienda è presente tramite citazioni, recensioni, conversazioni degli utenti, dibattiti, ecc.
Un buon piano digitale deve trovare l’equilibrio tra questi 3 canali.
È il momento del content marketing
Ultima è la fase concreta e realizzativa del Piano relativa al content marketing.
Le attività di content hanno lo scopo di elaborare contenuti efficaci e di qualità che serviranno a promuovere un prodotto/servizio oppure, a spingere gli utenti a rispondere ad una determinata call to action.
Un piano di comunicazione fissa le linee guida che dovranno essere adeguate ai mezzi di comunicazione utilizzati. Sarà dunque il SEO copywriter, a produrre materialmente contenuti efficaci, capaci di colpire la buyer persona e a raggiungere gli obiettivi selezionati. Se vuoi saperne di più sul content marketing leggi l’articolo sul tema e scopri perché il contenuto è così importante da essere definito il Re del marketing digitale!
Paola Palmieri 11/12/2020
Guerrilla marketing: cos’è e perché usarlo
Tra le definizioni che più rappresentano questa tipologia di marketing vi è quella che lo considera “un insieme di modi non convenzionali per raggiungere obiettivi tradizionali”. In che modo e perché lo affronteremo nel corso del nostro articolo ma prima ci interessa bene capire cos’è.
Cos’è il Guerrilla marketing
L’uso del termine guerrilla sembra venir fuori dal gergo militare: la guerriglia, appunto che, stando alla definizione di Wikipedia, altro non è che “una forma di conflitto armato in cui una delle due fazioni combattenti preferisce ad un esercito regolare formazioni autonome che trovano appoggio nella popolazione locale destabilizzando il nemico”.
Come il Guerrilla marketing, dal canto suo, destabilizzi il mercato è presto detto: con azioni fuori da qualsiasi schema di marketing ma con in mano una strategia vincente. Ideale per grandi imprese ma anche per piccoli business: opzione migliore per vincere la competizione e guadagnarsi l’attenzione del cliente. Stiamo parlando di una chiara strategia pubblicitaria ma facciamo un piccolo passo indietro.
Guerrilla marketing: un po’ di storia
Il termine nasce negli anni 80, precisamente nel 1984, coniato da Jay Conrad Levinson che, nel suo libro Guerrilla Advertising, ne presenta le principali caratteristiche. Come si presentava il mercato allora? Erano gli anni in cui cominciava ad affacciarsi per la prima volta la pubblicità come la conosciamo oggi e che è entrata nel nostro immaginario collettivo: un target, una campagna e un buon investimento. Chi non disponeva di grosse somme, però, come avrebbe fatto ad emergere?
Con il Guerrilla marketing appunto! Una fine strategia in 7 punti: scopriamoli insieme:
• Individuare il target
• Stabilire il budget
• Individuare nicchia di mercato
• Spiegare i goal marketing cioè cosa voglio che faccia il cliente
• Come raggiungere gli obiettivi
• Definire gli strumenti di marketing più adeguati
• Nella “non convenzionalità” non perdere mai di vista l’identità del proprio business.
Bisognerà aspettare gli anni duemila per vederlo affacciarsi sulla scena italiana con un gruppo di creativi pronti all’azione.
Principali caratteristiche
L’idea di base è trovare sempre il modo di stupire nel promuovere il brand. Le caratteristiche principali sono:
• L’unicità
• L’essere ancorato alla realtà locale
• Il successo a prima vista
• L’effetto sorpresa.
Perché dovresti usare il Guerrilla marketing
Diverse in realtà sono le ragioni per cui inserirlo nella tua strategia:
1. Budget bassi: puoi ottenere grandi risultati anche con un budget ridotto.
2. Con mosse astute puoi battere i tuoi competitor (non importa quanto grandi siano).
3. La viralità della campagna
4. Diventare memorabile.
Ma come impostare una campagna del genere? Diverse le strategie che puoi mettere in campo contro il nemico, vediamone alcune:
1. Graffiti: la street art più efficace e coinvolgente
2. La tua vetrina: se hai un negozio fisico usa tutta la creatività possibile
3. Stickers: basso costo e stupefacenti
4. Flashmob: con performance dal vivo
5. Wait marketing: alla fermata del bus o alla metro
6. Passaparola
7. Altre tipologie più connesse al mondo offline che online.
A questo punto hai in mano tutte le informazioni utili per impostare una tua campagna ma manca un ultimo tassello: qualche esempio concreto. Inseriamolo.
Campagne di Guerrilla marketing di successo: alcuni esempi
Una della Guerrilla marketing più sconvolgenti e di maggior successo di tutti i tempi è stata quella sviluppata da Red Bull nel 2012. Il paracadutista Baumgartner è salito nella Stratosfera e si è lanciato per 128.100 piedi. 8 milioni gli spettatori incollati al video.
Altri esempi anche nel sociale per sensibilizzare su temi quali la SLA: chi non ricorda la sfida del secchiello ghiacciato?
E tu hai visto qualche campagna di Guerrilla marketing che ti ha colpito particolarmente? Scrivicelo nei commenti e continua a seguire il nostro blog per essere aggiornato sempre sul mondo del marketing e non solo.
Tiziana Troisi 18/02/2022
Food Marketing: 5 storie di goloso successo
Ammettilo: cerchi sempre di mantenere la linea, di non mangiare troppe schifezze. Capita a volte che la voglia di cibo sia troppo forte, e allora l’unica soluzione è sbirciare il tuo account Instagram in cerca di foto che siano abbastanza #foodporn.
Già, perché se c’è una cosa che il social delle foto ha insegnato a fare è apprezzare le immagini di cibo buono e godereccio: foto di panini super imbottiti giungono dagli account dei pub della zona, pizze dalle accoppiate assai improbabili sembrano improvvisamente la cosa più buona che tu possa assaggiare.
La verità è che ormai a guidarci verso nuovi posti da provare non sono più le recensioni su siti specializzati quali possono essere Trip Advisor o The Fork. Oggi, per scegliere se andare o meno in un locale, si cerca il suo account social.
Se è vero che il senso principale collegato al cibo è il gusto, è anche vero che l’occhio vuole la sua parte. Un piatto presentato bene diventa decisamente più appetitoso.
L’emozione del buon cibo
Ecco perché fare food marketing se si ha un’attività di ristorazione o più semplicemente vuoi far diventare la tua passione per la cucina in qualcosa di più concreto, è fondamentale.
È importante riuscire, anche solo attraverso qualche immagine, a raccontare la storia che c’è dietro l’attività che stai promuovendo. Ai clienti, oggi, non basta più che il cibo sia buono e il logo accattivante: vogliono conoscerti, sapere chi sei, sapere che cosa ti ha portato fino a lì, vedere la passione che ci hai messo.
La chiave per fare un’operazione di food marketing che funzioni davvero non sono le foto, ma è la passione e la voglia che si dimostra. Chi decide di dedicarsi al food marketing deve prima di tutto avere qualcosa da raccontare e poi trovare il modo di raccontarsi al meglio.
Food Marketing: 5 storie di successo
Per farti capire meglio di cosa stiamo parlando, abbiamo deciso di raccontarti 5 storie di persone (o attività) che ce l’hanno fatta e attraverso il food marketing sono riuscite a raccontare una storia che ha conquistato tantissimi clienti.
Puok Burger: non è gourmet è puok
La prima storia che abbiamo deciso di raccontarvi è squisitamente campana, più precisamente viene da Napoli. Stiamo parlando di Puok, la paninoteca d’asporto creata da Egidio Cerrone. La storia di Egidio inizia qualche anno prima dell’apertura del locale quando, data la sua passione per il cibo, decide di raccontare le sue avventure culinarie in un blog.
Egidio gira la Campania alla ricerca di sapori sempre nuovi, ma allo stesso tempo casalinghi, che lo riportino all’atmosfera che respirava da bambino, quando le nonne, con pochissimi ingredienti tradizionali, realizzavano piatti strepitosi.
I suoi racconti sono pregni di storia e tradizione napoletana, con quel pizzico di nostalgia che tanto conquista le nuove generazioni. Queste stesse atmosfere si respirano oggi quando si sceglie di mangiare uno dei suoi panini.
Tradizione innovazione e aria di famiglia hanno fatto di Puok Burger una delle realtà più instagrammabili di Napoli.
La pizza di Porzio: s’adda sape fa
Un’ altra storia di Food Marketing fatto bene, sempre proveniente da Napoli, ci porta invece nel mondo della pizza. Stiamo parlando di Enrico Porzio, il pizzaiolo più famoso di Tik Tok. I suoi video in cui mostra il procedimento delle pizze realizzate con una “cottura lenta, docile, mai aggressiva “, sono un modo molto intelligente di avvicinarsi ai clienti e creare un legame con loro.
Come dice Enrico, il food marketing è come la pizza: s’addà sape fa (devi saperlo fare).
Domino’s Pizza
Ci spostiamo oltre oceano per raccontarti la grande storia di Domino’s Pizza: la catena di pizzerie di fama mondiale era molto conosciuta per la qualità del suo servizio di food delivery ma le opinioni rispetto alla qualità del cibo erano piuttosto basse. Il CEO decide di creare un documentario dove si mostrasse la realizzazione delle pizze e i prodotti utilizzati per le stesse. Il brand ha guadagnato, da allora, quasi il 10% in più.
Chobani
Per chi ama il dolce, il feed perfetto da guardare per rifarsi gli occhi è sicuramente quello di Chobani, yogurteria made in USA che ha fatto del colore e della creatività un vero e proprio marchio di fabbrica. Colori decisi, foto perfette. Questo account fa amare lo yogurt proprio a tutti.
Foodscovery
Un network di piccoli produttori che presentano prodotti naturali e genuini e danno anche la possibilità di acquistarli.
È foodscovery, un vero e proprio mercato online che focalizza la propria attenzione sui piccoli produttori trasformandoli in quello che sono davvero: eroi del food!
E tu, sei pronto a rifarti gli occhi (e la bocca) c’on il food marketing?