Professione Marketing: quali sono i ruoli più ricercati
Il team dietro le campagne di comunicazione
Tiziana Troisi 10/06/2021 0
È un vero e proprio colpo di fulmine: quando vedi uno spot fatto bene te ne innamori subito e vorresti entrarci dentro, capire chi lo ha fatto, come è stato pensato, come è stato u. La stessa cosa ti capita con i post sui social: segui tantissimi brand, anche quelli di solito non compri, per capire quali saranno le prossime mosse sui social.
Ecco, i social: quelli ti piacciono tantissimo, ci passeresti ore intere. Guardi i contenuti degli altri per prendere ispirazione, ma vorresti creare qualcosa di tuo per esprimere finalmente a pieno la tua creatività.
Se ti ritrovi almeno un po’ in questa descrizione, abbiamo una notizia per te: dovresti lavorare nel marketing. È quello il luogo dove tutto si trasforma, dove le idee diventano finalmente realtà (se sono buone)
Marketing: viaggio tra numeri ed emozioni
Il marketing è una disciplina molto particolare per tantissimi motivi:
è in continuo mutamento: non basta studiare una volta la teoria per sentirsi preparati. Soprattutto con l’avvento dei social, le meccaniche del marketing possono cambiare da un momento all’altro, basta un aggiornamento a cambiare tutto.
è più umanistico di quanto tu possa pensare: è vero, il marketing online è fatto di metriche e dati, per lo più. Ma non bisogna dimenticare una cosa: il marketing fatto bene si basa soprattutto sulle emozioni. In una buona campagna non deve mancare mai quel lato emotional che conquisti subito l’attenzione del cliente.
Se vuoi davvero fare marketing, dovrai capire come funziona la mente umana e come suscitare in chi guarda le campagne pubblicitarie determinate emozioni. Ci sono colori che suscitano emozioni positive, altri invece che fanno sentire a disagio. E la stessa cosa vale per i font.
Insomma a questo punto dovresti aver capito che in questa disciplina nulla è come sembra. Se sei ancora più convinto di voler lavorare nel marketing, c’è solo una cosa che ti resta da fare: capire come funziona dall’interno.
Lavorare nel marketing: ecco le figure più ricercate
Cercando un po’ in rete hai trovato annunci di lavoro che non hanno fatto altro che confonderti le idee. Cercano una sola persona che debba ricoprire mille ruoli contemporaneamente. Te lo diciamo subito: non fidarti. Il marketing è, come abbiamo detto, un campo multidisciplinare che richiede un continuo lavoro di squadra tra varie figure. Non sai quali sono? Tranquillo, siamo qui apposta.
Ecco quali sono le figure più richieste nel campo del marketing (riferendoci principalmente al marketing digitale):
Sales e key account manager: due figure legate per lo più al marketing tradizionale, si occupano rispettivamente di gestire e monitorare le vendite e gestire i rapporti con i potenziali clienti
Brand/ product manager: è quello che ha in mano la cosa più importante in ogni campagna: il prodotto e il brand. Decide quale deve essere il volto di un’azienda all’esterno. È lui a decidere cosa vedranno i clienti.
E- commerce manager: una figura decisamente nuova, soprattutto nel nostro Paese, che con la pandemia ha visto la sua diffusione capillare. Le vendite online sono diventate l’unico modo per mandare avanti determinate attività. Ecco perché si è sentito il bisogno di una figura che aiutasse i meno esperti a gestire il proprio e-commerce: carico prodotti, descrizione dei prodotti stessi e gestione degli ordini online.
Digital strategist: se ti piacciono davvero i social, questo è il ruolo giusto per te. Informatissimo sulle ultime tendenze in ambito digitale, il digital strategist decide e coordina l’identità del brand in rete. Decide il tono di voce del brand, decide come gestire la presenza del brand sui social.
Copywriter: è il mago delle parole. Aiuta a descrivere alla perfezione un brand senza mai essere banale, catturando l’attenzione del cliente. Se ti piace scrivere e suscitare emozioni, è il ruolo che fa per te.
Web content manager: Ti sveliamo un segreto: oggi, se un brand non esiste sui social, non esiste. Ecco perché è necessario che ci sia qualcuno che gestisca i contenuti da postare sui social che parlano del brand e del prodotto. Se ti è sempre piaciuto raccontare storie, potrebbe essere il ruolo giusto
Seo Specialist: per far si che un sito venga visualizzato durante una ricerca su google, bisogna battere il suo algoritmo. Come fare? Lo sa solo lui, il seo specialist. Se hai una mente più strategica che fantasiosa, è il ruolo giusto.
Per altri consigli, continua a seguire il blog!
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Gabriella Avallone 10/02/2021
Consigli pratici per un buon Copywriting
Si parla spesso in generale delle tecniche per un buon copywriting ma pochi spiegano realmente come farlo.
Ormai bisogna far sempre più attenzione ai contenuti testuali. È grazie alle parole chiave, ai titoli H1, H2, H3 e alla grammatica se il post in questione viene indicizzato o meno su Google. Ormai Google è molto più intelligente di quanto crediamo, riesce a capire il senso organico e grammaticale dei testi e naturalmente si accorge se si tratta di un testo copiato o inedito. Perciò occhio!
Ecco sette consigli su come attuare le tecniche per un buon copywriting:
Scrivere cancellando:
Per gli annunci online, campagne pubblicitarie d’impatto e post sui social è necessario scrivere il meno possibile. Quindi a meno che tu non stia componendo il testo per un magazine online o un blog, prova ad immaginare di ottenere una ricompensa ogni qualvolta elimini una parola dal tuo titolo, senza naturalmente alterarne il significato.
Esempio sbagliato: “ X ti permette di lavorare in modo più collaborativo ed efficiente per ottenere sempre più risultati”
Esempio corretto: “Con X i gruppi collaborano meglio e ottengono di più”.
Scrivere cosa può fare il prodotto per loro:
Molti si concentrano sulla descrizione del prodotto ma non sul perché qualcuno dovrebbe acquistarlo. Ci si dovrebbe concentrare maggiormente su cosa quel prodotto può fare per loro.
Esempio sbagliato: “X è il primo riproduttore musicale portatile al mondo”
Esempio corretto: “Più di 1000 canzoni nella tua tasca”
Evitare la forma passiva:
Utilizzare una voce passiva non ha lo stesso impatto di una voce attiva. È solitamente indiretta e per niente incisiva. Bisogna il più possibile rivolgersi al consumatore stesso.
Esempio sbagliato: “Una persona X dovrebbe fare in modo da mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato”
Esempio giusto: “Mantieni uno stile di vita sano!”
Essere sé stessi:
Facile a dirsi ma difficile a farsi. Facci caso però, i migliori brand sono quelli che fanno di tutto per sembrare “veri”. Pertanto è consigliato evitare il linguaggio formale ed abbattere ogni tipo di barriera con l’interlocutore, in modo da essere diretti ed autentici.
Esempio sbagliato: “In seguito alle restrizioni che stiamo affrontando, l’azienda si trova costretta a dover…”
Esempio corretto: “Ciao…, ti scrivo per comunicarti che l’attuale situazione prevede…”
Crea conflitto:
In particolar modo nei mercati con un’alta concorrenza, si potrebbe rischiare di utilizzare una comunicazione banale, pertanto è bene ricordare che il conflitto crea interesse!
Esempio sbagliato: “L’assicurazione costruita per te” oppure “l’assicurazione che farà al caso tuo”
Esempio corretto: “Dimentica tutto ciò che sai sulle assicurazioni”
Evitare i titoli statici:
Le affermazioni conservale per un testo ma non per i titoli d’impatto. Un buon titolo dovrebbe spingere ad informarsi e leggere oltre, quindi è molto importante. Potrebbe aiutarti scrivere un titolo dinamico, con una domanda ad esempio, per incuriosire ancora di più chi sta leggendo.
Esempio sbagliato: “X per la tua azienda”
Esempio corretto: “Conosci le potenzialità dei tuoi prodotti?”
Ricorda la prima riga di testo:
Se le persone, oltre il titolo, andranno oltre la prima riga di testo, allora puoi dirti soddisfatto del tuo lavoro. È un aspetto fondamentale della scrittura online, per cui conviene non dilungarsi, essere incisivi e incuriosire il lettore.
Esempio sbagliato: “Ci concentriamo sempre sui X e spesso dimentichiamo che non diamo valore a questo aspetto…”
Esempio corretto: “X ha 50 opportunità differenti. Non dimentichiamolo!”
Per scoprire altre tecniche e strategie, seguici! Se desideri che venga trattato un argomento in particolare comunicacelo in dm o nei commenti, saremo felici di esserti d'aiuto.
Paola Palmieri 05/02/2021
Nutella: ricetta per una strategia perfetta
Da Carosello a oggi ne è passato di tempo e, negli anni, la comunicazione di Nutella si è rafforzata sempre più. Se oggi si festeggia il Nutella world day un motivo ci sarà, per capirlo facciamo insieme un passo indietro: iniziamo con un po’ di storia.
L’origine
Parli di crema spalmabile alle nocciole e ti viene in mente lei: la Nutella. Ma come nasce? Essa prende vita da un’idea di Pietro Ferrero mente imprenditoriale che, dopo la Seconda guerra mondiale, per sopperire alla scarsità di cacao si inventò questa ricetta tutta nuova: zucchero, nocciole e pochissimo cacao. Da allora fu subito un successo e, se la ricetta è rimasta immutata negli anni, la comunicazione no. Si è evoluta ed ha saputo sfruttare al meglio ogni canale a sua disposizione, fino ai giorni nostri. Indaghiamola più da vicino.
Il packaging
Il segreto è racchiuso tutto nel vasetto diventato ormai icona: in origine, e parliamo del 1964, aveva una forma più o meno squadrata qualche anno più tardi ha assunto la forma che conosciamo noi tutti oggi. Tondeggiante, rigorosamente in vetro, con tappo in plastica bianco, etichetta con marchio in evidenza e possibilità di riciclarlo in mille modi. Molti quelli entrati nelle case degli italiani e negli ultimi anni si è avvicinata ancor di più ai clienti offrendo loro la possibilità di personalizzarli ed è la svolta.
Le tappe principali
• È il 2013 e l’azienda lancia la campagna “Nutella sei tu” con la possibilità di vedere il proprio nome stampato sul vasetto.
• 2014: è la volta delle frasi motivazionali.
• 2015: espressioni dialettali compaiono in etichetta, facendoci compiere un bellissimo viaggio lungo lo stivale attraverso le espressioni più tipiche dal “daje” allo “jamme jà”.
• 2016: arriva la lampada con luci a led e connettore USB
• 2017: la limited edition e la possibilità di ricevere uno speaker bluetooth a forma di vasetto
• 2018: la partnership con Alessi regala un orologio da collezionare
• Nel 2019 Nutella sfrutta il barattolo per veicolare messaggi importanti: “anche se siamo tutti diversi, c’è sempre qualcosa che unisce”. Ogni vasetto ha un solo gemello ed è caccia a quello uguale al tuo. E qui c’entra lo zampino di internet.
Le pubblicità
La comunicazione di Nutella ha contribuito alla costruzione di una brand image grazie alla pubblicità sia cartacea che audiovisiva. Al centro di queste campagne c’è sempre un fattore emozionale, punta sul senso di famiglia (il target) e fa leva su sentimenti genuini. È così che prendono forma i primi slogan.
Da “L’esperienza delle mamme è sempre Nutella” agli anni Ottanta con “Energia per fare e pensare” fino allo slogan con cui tutt’oggi identifichiamo la crema spalmabile “Che mondo sarebbe senza Nutella?”. In ciascuna delle pubblicità stampate o andate in onda negli anni si è poi sottolineato sempre la qualità del prodotto e così la sua unicità: il vero segreto del suo successo.
I social
Così veniamo ai giorni nostri, Nutella è sempre stata al passo con i tempi e lo ha dimostrato ancor di più aprendo un proprio canale Youtube dove trasmette “Storie di colazione”. Qui si crea un legame speciale con i consumatori che diventano essi stessi protagonisti delle strategie di marketing e comunicazione dell’azienda. Che ne dici di dare uno sguardo alla sezione apposita dedicata ai fan sul sito?
La scelta poi di affidarsi a testimonial di successo come nel 2017 con Luca Argentero completa il quadro e ne sottolinea la scelta vincente in linea con tutte le altre. Oggi continua a mietere successi lanciando #challenge interessanti e non temendo competitor alcuno: abbiamo ancora molto da imparare da lei.
Se la storia di questo brand ti ha appassionato non perderti i prossimi appuntamenti di marketing e non solo.
Gabriella Avallone 02/09/2020
Come si crea un Business Plan
Iniziamo col dire che questo particolare documento è fondamentale per intraprendere un progetto. È utile se si vuole illustrare l’iniziativa per intero, mostrandone pregi, difetti e strategie di vendita per riuscire a riscuotere, laddove fosse possibile anche dei finanziamenti.
Il business plan è un documento analitico che ha diverse finalità:
- Illustrare la strategia: mostrare tutti i passi di come si intende procedere, tenendo ben presente la mission e gli obiettivi che si intendono raggiungere a breve e medio termine, cercando di puntare a mete sempre più ambiziose.
- Identificare punti di forza e debolezza: attraverso un’analisi di mercato chiamata SWOT ANALYSIS è possibile individuare quelli che sono i punti di critici del progetto e quali invece le sue potenzialità così da riuscire a sfondare in quel segmento di mercato.
- Budget: stilare un dettagliato piano che comprenda anche tutti i costi di creazione e mantenimento del progetto, ovviamente reali ed attinenti a seconda di quello che necessita la realizzazione dello stesso.
- Reperire finanziamenti: lo scopo di illustrare l’intero piano potrebbe essere quello di reperire finanziamenti per il progetto, che naturalmente potranno essere di vario tipo come prestiti, mutui o finanziamenti a fondo perduto (senza un business e plan che si rispetti sarebbe impossibile pensare di chiederli).
- Trovare sponsor e partner: il business plan potrà aiutarci a trovare partner attinenti al nostro settore con possibili joint venture, clienti, fornitori e distributori interessati al progetto in questione.
- Il business plan è decisamente un documento necessario per la gestione e lo sviluppo di tutte le imprese è fondamentale per una buona redazione del piano che tenga conto di tutti gli aspetti necessari per la sua realizzazione.
Altro aspetto particolare di questo documento è che non è statico ma si modifica nel tempo. Segue infatti l’impresa stessa nella fase di start up, sviluppo e maturità.
Le parti fondamentali del business plan:
- Executive Summer che indicherà le parti principali e le più rilevanti del piano. Si espone in poche pagine ed in modo chiaro e conciso.
- Grafica di qualità: bisogna attirare per ottenere consensi positivi. Attirare non vuol dire essere troppo appariscente, si rischia altrimenti di essere controproducenti e deviare l’attenzione dei nostri spettatori. Un layout chiaro e pulito potrebbe essere la mossa vincente, la prima impressione è quella che conta, non dimentichiamolo!
- Definizione degli obiettivi, mission, fattori critici e di successo.
- Analisi di mercato: con l’analisi SWOT indicare punti di forza e debolezze. Inclusi i i successi già raggiunti e quelli a cui si vuole puntare.
- Descrizione e illustrazione del prodotto/servizio/impresa in questione, incluse le caratteristiche fisiche, le finalità, i punti attrattivi e le possibili evoluzioni.
- Distribuzione, tempi e listino prezzi.
- Concessioni e permessi legali per metterlo in atto rapportandolo alla concorrenza e comprendendone vantaggi competitivi per attirare il cliente.
- Target: scegliere la categoria di persona alla quale è indirizzato il progetto.
- Finanze: l’attuale portafoglio clienti, costi e margini di profitto.
- Indicare la catena del valore offerto: modelli di produzione, somministrazione ecc.
- Prodotti/servizi futuri: indicare se sono in programma innovazioni in quali tempi previsti
- Strategie di marketing e comunicazione per la promozione del prodotto/servizio in questione, seguendo le leve del Marketing Mix.
- La struttura del management interno.
- Analizzare le funzioni aziendali: produzione, approvvigionamento, marketing, vendita, ricerca e sviluppo.
- Piano operativo, assistenza post-vendita, fattori di influenza esterni.
Se sei interessato ad approfondire uno o più di questi argomenti, lascia un commento! Cercheremo di rispondere a qualsiasi tuo dubbio o perplessità.