Social selling: tutto quello che devi sapere
Ovvero come ti aiuto a trovare i clienti
Paola Palmieri 23/04/2021 0
Di sicuro ne avrai sentito parlare e ti sarai imbattuto in discussioni che vedono protagonista il Social selling. Ma esattamente di cosa stiamo parlando? Cosa è e, soprattutto, cosa non è il Social selling. Qual è la differenza con il social marketing? Scopri tutto quel che c’è da sapere su questo mondo nel corso del nostro articolo. Inizia pure la lettura con la sua definizione.
Cos’è il Social selling
Se cerchiamo Social selling in rete diversi i risultati che ci verranno forniti ma facciamo ordine. Wikipedia suggerisce si tratti del modo in cui un’azienda utilizza i social media e quindi la rete di relazioni messa in piedi dal gruppo aziendale o da un professionista singolo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Linkedin, Twitter e Facebook sono alcuni degli strumenti a disposizione per raggiungere e convincere i potenziali clienti. Ma facciamo attenzione, il Social selling non è solo un tentativo di vendita ma è molto di più. A chiarirci le idee ci può aiutare tutto quello che Social selling non è. Vediamolo nel dettaglio.
Cosa non è il Social selling
Negli ultimi anni è certo che gli utenti iscritti alle diverse piattaforme social siano cresciuti in modo esponenziale così come sono cresciuti anche gli investimenti pubblicitari. Ma Social selling non è una vendita push sui social a caccia di clienti ma piuttosto un modo per tessere relazioni durature e convincenti. Potremmo più opportunamente avvicinare con una tecnica “pull” piuttosto.
Quindi dimentica per un momento le vendite outbound o le fastidiose spam da cestinare e costruisci la tua strategia come brand facendo emergere i tuoi punti di forza, approfondendo, proponendo argomenti interessanti ai tuoi clienti, rispondendo a domande e tessendo la tua relazione di fiducia, solo così accorcerai la distanza tra azienda e consumatore.
Differenza con il social marketing
Il Social selling, dunque, è orientato più alla vendita professionale che al marketing. Questo perché il selling ha come obiettivo quello di fidelizzare il potenziale cliente mantenendo una diretta relazione con essi, anche dopo che si è concluso il processo di vendita.
Le fasi principali del Social selling
Perché il Social selling funzioni è bene prestare attenzione ad alcuni passaggi fondamentali:
1. Conoscere il bene/servizio offerto: perché chi acquista oggi è bene informato su ciò che vuole e ciò che esattamente non vuole.
2. Conoscere il target a cui ci si rivolge.
3. Scegliere la piattaforma ideale: in base al prodotto e in base al pubblico.
4. Proporre contenuti utili.
Perché non sperimentarlo anche tu? Scopri come.
5 passi per iniziare
1. Crea un brand online: mantenendo un profilo chiaro ed esaustivo che metta in evidenza le tue competenze.
2. Fai ricerche: fare Social selling non deve limitarsi a cercare clienti sui social ma a conoscere ed approfondire l’ambito in cui si orienteranno le interazioni con i prospect (che si spera porteranno alla vendita).
3. Iscriviti a gruppi e prendi parte a discussioni online: ti aiuterà a cogliere diverse opportunità.
4. Sviluppa relazioni: aumentando il rapporto di fiducia creerai terreno fertile per la vendita.
5. Usa gli strumenti giusti: sfrutta le piattaforme ideali a lanciare il tuo business così che i social ti aiutino a monitorare la situazione.
Il Social selling - con i suoi pro e i suoi contro - rappresenta l’occasione perfetta per il tuo business B2B. Diventa un abile social seller cominciando a mettere in pratica tutti i consigli che ti abbiamo fornito fino ad ora. Non trascurare alcun elemento e lavora in linea con le logiche del funnel di vendita solo così potrai raggiungere i tuoi obiettivi: bene e in fretta. Trova, connetti e coltiva le relazioni giuste!
Se hai trovato interessante le informazioni che ti abbiamo fornito nel corso dell’articolo e ti va di approfondire altri ambiti o aspetti legati al marketing e non solo non esitare a scrivercelo nei commenti ma, soprattutto, non perderti i nostri prossimi appuntamenti. Ti aspettiamo!
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Tiziana Troisi 20/05/2021
Gadget: perché regalarli funziona
Da uno a dieci, voi quanto siete contenti di ricevere un regalo? Ricevere un oggetto gratis è sempre motivo di gratificazione e gioia. Se poi si tratta di oggetti utili è ancora meglio. Proprio partendo dall’idea di gratificazione del cliente, sempre più brand adottano l’idea dei gadget aziendali.
Spediti con un tot di spesa da un e-commerce oppure contenuti nelle famose mistery box a sorpresa, i gadget e gli omaggi ricordano la potenza del concetto di dono, che nel mondo del marketing si rivela un concetto fondamentale: ricevere un regalo, per il ricevente, equivale alla creazione di un legame: quel regalo si trasformerà in uno scambio pregno poi di reciproche aspettative.
Chi regala, infatti, lo fa quasi sempre aspettandosi qualcosa in cambio: alla prossima occasione, chi riceve non potrà di certo farsi trovare a mani vuote.
Anche con il marketing funziona in questo modo: se l’azienda regala un gadget non lo fa certo per generosità. Di fatto, l’utilizzo di gadget aziendali è parte integrante della programmazione di un piano marketing annuale: la voce gadget deve essere inserita nel marketing mix, per capire come e quando utilizzare i gadget scelti.
Gadget: perché regalarli funziona
Per quale motivo le aziende puntano così tanto sui gadget aziendali? Vediamolo insieme
Senso di appartenenza
Ammettiamo: in questi tempi di continua separazione e distanza sentirsi parte di qualcosa, di una comunità, è quello che tutti vorrebbero. Ed è questo che di fatto i gadget regalano a chi li riceve: l’appartenenza alla community del brand, e soprattutto la condivisione dei valori che quel brand vuole esprimere.
Loyalty
Se volete che i vostri clienti rimangano fedeli alla vostra azienda il più possibile, fategli dei regali. Una chiavetta un calendario, un portachiavi. Cercate un oggetto che possa essere utile e allo stesso tempo personalizzabile senza troppa invadenza. In questo modo, chi lo riceverà, lo utilizzerà con frequenza, e non si ricorderà così difficilmente di voi.
Coltivare i rapporti con i manager
Se pensavate ai gadget aziendali come qualcosa di disponibile solo per i clienti, vi sbagliate di grosso: spesso, per mantenere buoni rapporti con aziende partner e fornitori, i gadget si regalano anche ai manager. Nel caso di regali a partner o personale aziendale, i gadget cambiano drasticamente. Per i regali ad impiegati e manager il budget aumenta: si può trattare di agende annuali da regalare agli impiegati, del classico cesto di cibo da regalare durante le festività o addirittura di un viaggio gratis, finanziato dagli sponsor. Un lavoratore coccolato sarà di certo più stimolato a fare meglio.
Creare engagement durante le fiere
In tempi molto lontani, quando era ancora possibile organizzarle, le fiere erano i momenti migliori per entrare in contatto con nuovi partner e potenziali clienti. A farla da padrone in queste occasione erano, manco a dirlo, i gadget. Spesso, gli stand offrivano ad ogni visitatore un piccolo gadget, con il quale chiedevano magari di scattarsi una foto da postare poi sui social, utilizzando un certo hashtag: un modo furbo e divertente per creare engagement sui social.
I gadget, poi, possono essere un fortissimo strumento di brand awareness. Vi spieghiamo perché: immaginate di vedere tra le mani di un vostro amico una bellissima powerbank: la prima domanda che farete sarà: dove l’hai presa? In quel momento il vostro amico vi dirà sicuramente il nome del brand che gliel’ha regalata, e voi, incuriositi, cercherete info in rete.
La brand awareness è proprio questo: dare la possibilità a più persone possibile di riconoscere e conoscere il marchio.
Realizzare gadget: consigli utili per non sbagliare
Come abbiamo dimostrato in questo articolo, investire sui gadget è fondamentale per far crescere il vostro brand e il vostro pubblico. Allo stesso modo però, risulta fondamentale fare scelte intelligenti. Prima di creare i vostri gadget, eccovi qualche consiglio utile per non sbagliare:
Scegliete sempre prodotti in linea con il vostro brand: se vi occupate di tecnologia, per esempio, non potete certo regalare ai clienti uno specchietto da borsetta. Il gadget deve essere un oggetto utile che sappia parlare di voi. Perché non una (sempre utilissima) chiavetta usb?
Non mostrate troppo il logo: è vero, i prodotti che regalate devono sponsorizzarvi, ma non deve mai essere troppo chiaro: niente loghi grandissimi in bella vista. Bastano anche le scelte cromatiche a ricordare un’azienda.
Se volete altri consigli su come viziare clienti e collaboratori, seguite blog di Marketing e non solo.
Paola Palmieri 26/02/2021
Marketing omnichannel: cos’è e perché è importante
Un tipo di approccio al marketing e alle vendite è quello che viene definito omnichannel vale a dire un modo per avvicinarsi al cliente fornendogli un’esperienza fluida, continua e senza interruzione alcuna. Il cliente, infatti, può decidere di effettuare acquisti comodamente da casa sfruttando il canale online del tuo e-commerce (tramite cellulare, pc o altro dispositivo) o, al contrario, di farlo fisicamente recandosi presso il punto vendita prescelto.
L’omnicanalità è appunto questo: un’azione sinergica ed un’esperienza integrata. Vediamola più da vicino.
Marketing omnichannel: cos’è
Per un’azienda puntare su un tipo di marketing omnichannel si traduce spesso in una scelta vincente perché, come definizione vuole, “per il consumatore non esiste più una netta distinzione tra spazio fisico e spazio virtuale” e dunque la relazione con il brand può avvenire in ogni tempo e in ogni luogo.
Questo tipo di strategia risulta essere molto efficace quando reparto marketing, sales e customer service si fondono dando di sé un’immagine univoca. Quale la differenza con il marketing multicanale? Scopriamolo di seguito.
Differenza con il marketing multicanale
Mentre con il marketing omnichannel si parla di integrazione e sinergia tra i canali di comunicazione e quelli di vendita, con la multicanalità essi appaiono piuttosto slegati tra loro. O meglio, concretamente sia chi usa l’omnicanalità sia chi punta sulla multicanalità ha dei canali di comunicazione con i clienti vale a dire siti, social, blog ecc. solo che:
1. nel primo caso c’è una buona progettazione e tramite queste piattaforme si riesce a dialogare con il cliente in maniera fluida
2. nel secondo caso (vale a dire quello della multicanalità) il risultato non è di perfetta integrazione per cui il messaggio giunge incoerente ed inefficace.
Marketing omnichannel: il segreto del suo successo
Per buttar giù delle idee per un buon marketing omnichannel ci deve guidare sostanzialmente ciò che vuole il cliente. La customer experience è tutto ciò che conta per questo è bene progettare un’esperienza con delle offerte ad hoc.
Il consumatore, infatti, premia il brand qualora si senta al centro dell’attenzione e coccolato: largo ad offerte e a promozioni dedicate che conquisteranno il cuore dei clienti. Stando a delle indagini effettuate negli anni scorsi si evince come quasi il 50% dei clienti faccia acquisti di impulso sotto la spinta di un’esperienza cucita su misura per loro: gusti e preferenze.
Il segreto sta tutto in un lavoro sinergico tra i vari comparti all’interno dell’azienda, si parte da dati per offrire proposte coerenti ai propri clienti. Veniamo ai vantaggi.
Vantaggi del marketing omnichannel
Impostando una buona strategia di marketing di questo tipo, diversi sono i vantaggi di cui potrai godere. Vediamone alcuni:
• offerta personalizzata
• diminuzione dei costi
• aumento dei guadagni
• incremento della lealtà dei clienti.
Ma cosa vogliono al giorno d’oggi i consumatori che il marketing omnichannel riesce loro a dare? Scopriamolo insieme.
Cosa vogliono i consumatori
Stando a varie indagini del settore risulta che il consumatore prima di procedere all’acquisto ha bisogno di:
• sapere che c’è un punto di riferimento sempre cioè che possono contare su un addetto del servizio clienti
• ricevere assistenza in tempo reale
• ricavare tutte le informazioni di cui hanno bisogno senza le quali perdono di interesse
• un servizio impeccabile.
Il caso Sephora
Un caso su tutti di marketing omnichannel perfettamente riuscito è quello che vede la multinazionale delle profumerie francese mettere in campo strategie ad hoc rivolte ai clienti. Sephora, infatti, dà la possibilità ai propri clienti di vivere un’esperienza unica creando un account e immergendosi nel virtuale in beauty experience e sessioni di trucco che possono continuare poi in negozio.
Se hai trovato spunti interessanti nel corso della lettura del nostro articolo, programma anche tu la tua strategia omnichannel e continua a seguirci con i prossimi appuntamenti di marketing e non solo. Se hai dubbi, perplessità o pura curiosità contattaci pure, saremo felici di risponderti.
Paola Palmieri 12/04/2021
Brand awareness: cos’è e perché è importante
Prosegue il nostro viaggio nel mondo del marketing e non solo dedicato a chi vuole imporsi in questo settore o semplicemente vuole conoscerlo più da vicino. Proviamo insieme ad indagare un altro argomento importante ma spesso sottovalutato. Hai già sentito parlare di awareness? E il termine brand awareness - preso in prestito dagli inglesi - come può aiutare il tuo business? Proviamo a rispondere a queste e altre domande nel corso dell’articolo e a chiarirti un po’ le idee, passo dopo passo. Iniziamo dalla sua definizione.
Cos’è la brand awareness
Come è facile intuire il termine brand awareness ha a che fare con una marca: letteralmente “consapevolezza di un marchio”. La brand awareness sta a indicare il livello di notorietà raggiunto dal tuo brand presso un pubblico e per te diventa fondamentale lavorarci su per aumentare il numero di potenziali clienti e di conseguenza il fatturato. Questo è ancor più vero quando si parla di web marketing: rafforzare la tua presenza online diventa un obiettivo primario, non farlo un errore gravissimo.
Per spiegarlo meglio ci torna utile la piramide di Aaker: ne hai già sentito parlare? Vediamo insieme di cosa si tratta e come può aiutarci.
La piramide di Aaker
David Aaker ha pensato ad uno schema molto semplice per poter capire dove è il tuo business e dove lo vuoi portare. La piramide di Aaker detta anche piramide della notorietà di marca è un procedimento impiegato per raccogliere e classificare i dati di ricordo, legati a un marchio, rilevati tramite alcune indagini e ricerche di mercato.
La piramide è suddivisa idealmente in quattro livelli sulla base del grado di memorizzazione della marca da parte del consumatore. Si parte dal livello più basso in cui l’intervistato non cita la marca fino ad arrivare in vetta dove la marca è nota, passando per livelli intermedi di brand recognition in cui l’intervistato riconosce la marca solo se sollecitato e di brand recall in cui l’intervistato riferisce la marca in modo spontaneo.
Se per la tua azienda vuoi individuare il punto esatto all’interno della piramide di Aaker hai degli strumenti a tua disposizione. Vediamo quali.
Come misurare la brand awareness
Gli strumenti migliori per misurare la notorietà di un brand sono:
1. Google Analytics: ti indica il numero di visite, traffico, conversioni, ecc.
2. Insights di Facebook: con indicazioni precise sul traffico web della tua pagina.
Differenza tra brand awareness e brand reputation
Cerchiamo a questo punto di mettere in evidenza la differenza tra due concetti:
• brand awareness: livello di conoscenza del marchio
• brand reputation: livello di considerazione che il marchio ha da parte del pubblico e che puoi migliorare con alcuni interventi fino a diventare sinonimo di qualità, una garanzia insomma.
Come migliorare la brand awareness
Per migliorare la brand awareness della tua azienda scende in campo il marketing: realizza delle campagne ad hoc per far emergere il tuo brand. Se hai bisogno di qualche consiglio utile noi ti suggeriamo un lavoro molto attento e preciso legato alla SEO:
1. individua la keyword nel tuo ambito: contenuti di qualità legati alla parola chiave aumenteranno la visibilità del tuo brand.
2. segui un calendario editoriale stabilendo con precisione il quando e il come offrire i contenuti giusti ai tuoi utenti: consigli, interviste e guide.
Noterai come nel giro di qualche tempo la conoscenza del tuo brand tenderà a crescere e ti aiuterà ad aumentare il fatturato. Ecco perché la brand awareness non va mai sottovalutata e c’è chi ingaggia blogger e influencer proprio per aumentare la sua visibilità.
A te viene in mente qualche esempio pratico? Scrivicelo nei commenti e se hai altre curiosità legate al marketing, non esitare a farcelo sapere. Ti aspettiamo al prossimo appuntamento!