Video marketing, una strategia vincente
I video contano!
Tiziana Troisi 24/06/2021 0
Le storie spopolano sul web, i video di Youtube sono sempre più seguiti. I fenomeni come gli instagrammer e gli Youtuber sono ormai diffusissimi!
Il video marketing è, quindi, il vero trend vincente del momento. Si tratta di un contenuto ricco di elementi:
· immagini
· audio
· testo
· musica
E riesce quindi a fornire un’esperienza più completa e coinvolgente.
Video marketing, che cos’è?
Il video marketing è una strategia di marketing basata sui video. Il contenuto filmato diventa il media attraverso il quale viene veicolato il messaggio pubblicitario.
Facile da fruire, ma anche da realizzare, oggi i video possono essere girati direttamente da smartphone e condivisi in tempo reale. Velocità ed immediatezza, caratteristiche assolutamente vincenti sul web!
Non solo, il contenuto video è versatile: può essere usato su più piattaforme, diviso, montato diversamente rappresentando così un investimento conveniente.
I numeri del video marketing
Il rapporto di Wyzowl, The State of Video Marketing 2020, è uno studio che rivela, numero per numero, tutta l’importanza del video marketing. Le percentuali di successo raggiunte da questo tipo di strategia sono alte e ogni marketer deve prenderle in considerazione.
Pensa che l'85% delle aziende ha fatto ricorso ai video per fare content di marketing nel 2020. Ben il 92% dei marketer la ritiene una strategia irrinunciabile. Quasi il 100% delle aziende che l’hanno messa in atto, intendono rifarlo in futuro.
Lato utente, i dati più importanti sono questi:
· Il 96% degli intervistati ha conosciuto meglio i prodotti attraverso i video
· Il 74% degli utenti ha dichiarato che un video di brand ha determinato una loro scelta di acquisto.
Ma l’informazione più importante viene dal ROI, il return of Investment del video marketing. Ebbene ben l’87% di chi ha fatto ricorso al video marketing ha riconosciuto che il video ha incrementato il proprio traffico web. Ben l'80% delle aziende, inoltre, ha visto un aumento delle vendite e l’89% ha affermato che genera un ROI soddisfacente.
Perché non si può non fare video marketing
Non fare video marketing significa vivere fuori dal tempo. Significa ignorare il desiderio degli utenti di conoscere il brand e i suoi prodotti attraverso le immagini, le storie e le atmosfere che sono un video sa evocare.
I video sono spesso una leva d’acquisto decisiva. Lo smartphone è ormai diventato un compagno di lavoro e di svago quotidiano, ed è da mobile, e soprattutto attraverso i social che questi contenuti vengono fruiti.
In Europa a vedere video da smartphone sono più del 69% rispetto al 2019, aumentando le visualizzazioni del 52% secondo il Global Video Index di Brightcove 2020.
Si tratta di percentuali che ci dicono una cosa sola: non si può fare a meno del video marketing.
Fare BENE video marketing
Fare video marketing è indispensabile, lo abbiamo capito. Questo però non vuol dire ìfarlo male o farlo a tutti i costi.
Per realizzare video efficaci è necessario attrezzarsi con gli strumenti giusti, realizzare un piano di comunicazione, adattare il contenuto ai diversi canali attraverso i quali si vuole veicolarli.
Inoltre, i video aiutano il posizionamento SEO: inserendo questi contenuti nella tua strategia riuscirai ad avere una migliore indicizzazione nei motori di ricerca. Google indicizza, infatti, i video pertinenti per la key ricercata e “premia” chi realizza video pertinenti e di valore.
Infin, fare viral marketing non significa altro che fare video marketing? Sono, infatti, i video il contenuto virale per eccellenza.
Basta considerare che oltre il 90% delle persone che guarda un video su smartphone lo condivide con altre persone quasi in tempo reale.
E non solo, i video sono condivisi 12 volte in più rispetto ad altri tipi di contenuto. Attenzione perciò a studiare al meglio i vostri contenuti video facendovi consigliare da un esperto marketer e da un bravo video maker. Solo così, farai BENE video marketing e raggiungerai grandi successi!
Potrebbero interessarti anche...
Tiziana Troisi 15/03/2022
Guerra e social: la Russia sbarra le porte alle app di Meta
Immagina di svegliarti una mattina e di non avere più la possibilità di accedere ai tuoi social preferiti: sarebbe un incubo vero? Eppure, è quello che è successo a milioni di utenti russi che si sono visti bloccare i loro account a tempo indeterminato.
Questa è solo una delle tante conseguenze del conflitto che negli ultimi giorni sta consumando le vite di milioni di cittadini europei. Una guerra crudele che attraverso i social si è fatta e si fa tutt’ora spazio servendoci da vicino immagini che nel 2022 non avremmo mai voluto vedere.
È forse proprio grazie a questa funzione di informazione e avvicinamento ad una verità non molto gradita, che i social di proprietà di Mark Zuckenberg, hanno visto sbarrarsi le porte digitali del Cremlino. Vladimyr Putin ha infatti vietato ai cittadini di utilizzare le piattaforme di proprietà Meta.
A salvarsi da questo blocco generale è solo Whatsapp che per il momento non è ritenuto pericoloso per l’integrità del Paese.
Secondo Putin Facebook e Instagram starebbero infatti attuando politiche troppo tolleranti e faziose che hanno permesso agli utenti di rivolgere liberamente insulti nei confronti del corpo militare e del governo russo.
Questo blocco ha di fatto vietato a milioni di utenti di accedere ai social network abitualmente utilizzati per tenersi in contatto con i propri familiari e amici. Il blocco più significativo dal punto di vista del marketing è sicuramente quello, recentissimo, di Instagram.
Senza poter utilizzare questo social, molte aziende con una fortissima copertura sul territorio si sono ritrovate infatti a perdere lead considerevoli.
Guerra e Russia: i dati di utilizzo dei social
In Russia sono 100 mila le persone che ogni giorno effettuano l’accesso ad internet utilizzando piattaforme diffuse in tutto il mondo, quali possono essere Google; Gmail o i social della famiglia Meta.
Si tratta di una perdita piuttosto importante ma non importantissima: approfondendo l’indagine sull’utilizzo dei social in Russia si scopre che la maggior parte dei cittadini preferisce utilizzare social media diversi rispetto a quelli più diffusi nella parte occidentale dell’Europa.
I social russofoni
In Russia infatti, esistono piattaforme proprietarie che non vengono utilizzate in altri Paesi. La piattaforma social più diffusa in Russia è VKontakte. Si tratta di una versione russofona di Facebook che è utilizzata per lo più nelle più grandi città della Federazione.
Pur trattandosi di un territorio vastissimo e di un bacino di utenza molto importante, quello della federazione russa risulta essere un pubblico complicato da studiare ed analizzare: si tratta di un fenomeno demografico particolare. La Russia non è mai stata un Paese omogeneo. Ci sono zone molto diverse tra di loro dal punto di vista culturale e linguistico.
C’è chi è rimasto legato alle tradizioni locali e chi, più istruito e più poliglotta, ha ceduto al fascino occidentale: se si analizzano i dati di navigazione social di città come Mosca o San Pietroburgo ci si rende conto di un dato molto importante. Nelle città più occidentalizzate gli utenti conoscono bene la lingua inglese e preferiscono utilizzare Meta e piattaforme affini.
Se invece ci si sposta in zone più rurali, la popolazione preferisce utilizzare il russo anche per navigare in rete e predilige le piattaforme proprietarie della Federazione.
Come in tutti i Paesi del mondo, anche qui ci si divide quindi tra conservatori della tradizione e progressisti. Più semplicemente, quello che spinge gli utenti da una parte o dall’altra della barricata è una questione generazionale: i cittadini meno giovani magari non sono stati investiti dalla globalizzazione e preferiscono perciò non utilizzare le piattaforme diffuse in occidente.
Niente è come Instagram
Creare piattaforme proprietarie non ha salvato completamente i cittadini russi dal blocco dei social di questi giorni. Se per sostituire Facebook basterà utilizzare VKontakte, nessuno aveva finora mai pensato di creare una piattaforma simile ad instagram.
Se è vero che la popolazione adulta tende ad utilizzare meno questo social, è anche vero che molti giovani si trovano tagliati fuori da un mondo per loro molto importante che diventa spesso una fonte importante di guadagno. ma
Blogger, influencer, content creator, ma anche gli stessi marketers si trovano improvvisamente senza lavoro.
Per non bloccare completamente una parte importantissima dell’economia del Paese, si è pensato subito di correre ai ripari creando una app made in Russia che abbia la stessa funzione del social del gruppo Meta. Si chiama Rossgram e sarà possibile utilizzarla da Aprile.
Blogger influencer e affini avranno accesso da subito all’app, in modo da non perdere di vista i loro contenuti adv.
Gabriella Avallone 17/11/2021
Il ruolo della SMO nei social media
Scopriamo cosa si intende per SMO e come funziona per sfruttare al meglio i canali social.
SMO sta letteralmente per “Social Media Optimization” e come si può intuire dal suo nome serve proprio ad ottimizzare i Social Media (Instagram, Facebook, Twitter, Pintarest, Tik Tok ed altri). Proprio come una delle funzioni della SEM, SEO e SEA, la SMO serve a far conoscere al meglio la propria realtà attraverso i social, sito web e quindi valorizzando prodotti e servizi offerti per puntare ad un drastico aumento delle vendite.
Che cos’è la Social Media Optimization
Possiamo considerarla come un processo di miglioramento proprio per quanto riguarda la relazione tra il sito web o sito e-commerce e la relativa pagina social. Tutto ha come sempre lo scopo di aumentare la Brand Awareness, quindi la consapevolezza dagli utenti nei confronti del brand. Un buon lavoro svolto in questo campo è complementare a quello di SEO fatto per il sito web, solo che stavolta si punta al link popularity, quindi sull’interazione e le condivisioni per ottenere sempre più visibilità.
Se sfruttata al meglio la SMO porta proprio ad ottenere il risultato più sperato per chi vende online: diffondere il proprio sito web e aumentare il portafoglio clienti.
Ecco cosa genera la SMO:
- Migliora la reputazione del brand
- Aumenta l’Engagement, aiuta l’interazione e visualizzazione
- Aumenta follower e clienti fidelizzati
Ogni social ha le sue caratteristiche come linguaggio da utilizzare e orari per postare. Per avere le giuste competenze andrebbe prima fatto uno studio delle pagine social, la conoscenza delle piattaforme è fondamentale, ovviamente non dal punto di vista di un utente che vuole passare il tempo ma di chi vuole farci business.
Un altro ottimo modo per riuscire in questi settore potrebbe essere quello di seguire le pagine che già fanno questo tipo di lavoro sui loro canali e provare a capire come agiscono. Studiandoli è possibile capire quando postano, che tipi di contenuti, come rimandano al proprio sito web, se scrivono in chat, se fanno collaborazioni, come si muovono sotto i saldi.
Naturalmente non tutti i tipi di business possono farsi conoscere tramite i social, bisogna sempre far conto sul fatto che i social vengono utilizzati per distrarsi e non per pensare, quindi bisogna capire che dall’altra parte nessuno vuole ricevere pubblicità, piuttosto vuole intrattenersi guardando qualcosa di bello, interessante o simpatico.
La figura professionale che può occuparsi di tutto questo è proprio il Social Media Manager (SMM), il quale potrà stabilire una precisa strategia d’azione per una pubblicazione efficace.
Perché si punta tanto sulla Social Media Optimization?
Paola Palmieri 09/10/2020
Inbound marketing vs. outbound marketing: tecniche a confronto
Partiamo dai fondamentali. Cos’è l'inbound marketing? In cosa consiste? Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo che tu abbia bisogno di un corso di lingue, andrai su Google e immetterai la chiave di ricerca. Seguiranno nelle prime soluzioni annunci delle scuole che effettuano tali corsi a te più vicine. Ora che tu decida di iscriverti o meno questo è indifferente per l’inbound marketing, la scuola ti ricorderà della sua esistenza e riproporrà alcuni suoi inviti al sito o altri messaggi.
Definizione
Questo è come funziona esattamente l’inbound marketing. Per definizione è in grado di intercettare il bisogno dell’utente, o cliente finale, nel momento in cui esso viene espresso. È al posto giusto nel momento giusto potremmo aggiungere.
L’outbound marketing, al contrario, non risponde ad alcun bisogno o richiesta specifica ma lancia un messaggio alla massa tentando di indurre in tentazione. Un esempio pratico? La pubblicità! Quale il marketing più efficace? Beh, non esiste risposta giusta: dipende da vari fattori. Ma vediamo più da vicino gli strumenti che adoperano entrambi e valutiamo insieme i pro e i contro di entrambe le strategie.
Gli strumenti
L’inbound marketing si avvale di:
• Blog
• Promozione sui social media
• Ppc
• Formazione.
L’outbound marketing, invece, è un modo di fare pubblicità che “interrompe” l’attenzione delle persone. Come?
• Spot in tv
• Spazio sui giornali
• Passaggi alla radio
• Volantini pubblicitari
• Pop-up che si aprono durante le ricerche in rete
• E-mail marketing.
Inbound marketing e outbound marketing: vantaggi e svantaggi
Detto questo vediamo i pro e i contro. Partiamo dall’outbound marketing:
• PRO. Questa tecnica è ottima se vuoi creare consapevolezza in un pubblico esteso rispetto a un prodotto/servizio.
• CONTRO. Come svantaggi, tuttavia, teniamo presente che risulta essere piuttosto costoso: pubblicità in tv, su radio o sui giornali rappresentano un investimento dal ritorno non assicurato.
Dal canto suo l’inbound marketing consente di canalizzare gli sforzi di comunicazione solo verso persone potenzialmente interessate.
• PRO. È in grado di creare una comunicazione diretta e bidirezionale con il cliente, che può dare il suo feedback. Così si crea un rapporto che può sfociare nella fidelizzazione del cliente stesso. Strumenti attuali di digital marketing come l’e-mail marketing verso alcuni utenti che si sono registrati, le campagne di Google Ads per intercettare le ricerche degli utenti, le campagne sui social network, sono attività mirate che hanno un costo minore rispetto agli strumenti tradizionali.
• CONTRO. Il costo minore non vuol dire e non si traduce necessariamente in facilità di realizzazione. L’inbound marketing non si può improvvisare, richiede una progettazione attenta e una reale conoscenza degli strumenti a disposizione. Uno di essi è l’ottimizzazione SEO dei contenuti di un sito per posizionarsi nei primi risultati dei motori di ricerca ma che porta i suoi risultati solo nel medio-lungo termine.
Da quanto detto fino ad ora si evince che sono entrambe valide tecniche che un’azienda può decidere di abbracciare o meno in base all’obiettivo, al target o anche al budget che ha a disposizione. Non è sempre vero che l’uno escluda l’altro o che siano l’un contro l’altro armati, anzi!
Inbound marketing e post social
Se a questo punto ti stai chiedendo dove si collocano i tuoi post social: inbound o outbound? La risposta è che se qualcuno sta seguendo la tua pagina Facebook, è interessato, questo è inbound marketing. Però Facebook è diventata una piattaforma piuttosto grande per cui i post vengono mostrati solo a una piccola percentuale di persone. Per massimizzare l’efficacia di questa attività, oltre a postare contenuti di qualità, devi prevedere delle campagne, che Facebook ti consente di targettizzare.
Se la lettura di questo articolo ti ha incuriosito o hai domande da porci non esitare a farlo. Resta connesso per altre notizie sul mondo del marketing… e non solo!